La quinta stagione di Game of Thrones non è stata all'altezza delle precedenti. Certo, si è trattato comunque di televisione di altissima qualità, ma staccarsi dal materiale d'origine quando c'era ancora materiale d'origine non ha avuto conseguenze sempre riuscite. Molte sottotrame sono state semplificate al limite dell'idiozia, ad alcune è stata data una fine frettolosa ed insensata (STANNIS), altre sono state unite in modo controverso senza un spiegazione automatica (per quanto abbia apprezzato Sansa a Winterfell, perchè Petyr ce l'ha portata?). E poi c'è stata Dorne, un fallimento epocale: una trama così brutta, con dei dialoghi così stupidi, che sembrava letteralmente un altro show, scritto da altri - meno qualificati - sceneggiatori. Idee assurde come tagliare Arianne (forza motrice degli eventi dorbiani), rendere le figlie di Oberyn macchiette identiche e ridicole (nei libri sono più o meno così), trasformare Ellaria in un mostro assetato di sangue (Ellaria quando le viene proposta la vendetta: "Oberyn wanted vengeance for Elia. Now the three of you want vengeance for him. I have four daughters, I remind you. Your sisters. My Elia is fourteen, almost a woman. Obella is twelve, on the brink of maidenhood. They worship you, as Dorea and Loreza worship them. If you should die, must Elia and Obella seek vengeance for you, then Dorea and Loreza for them? Is that how it goes, round and round forever? I ask again, where does it end? I saw your father die. Here is his killer. Can I take a skull to bed with me, to give me comfort in the night? Will it make me laugh, write me songs, care for me when I am old and sick?"), aver tagliato tutte quelle frasi semplicemente epiche, ad esempio il confronto tra Arianne e Doran: la prima che sta facendo i primi passi nel gioco del trono e il secondo che vabbè, ciao, è un giocatore a lungo termine: Doran:"How well do you know the game, Arianne?" Arianne: "Well enough to play." Doran: "But not enough to win."
E la scena che tutti aspettavamo, che tutti volevamo sentire, che per non fare spoiler metterò in questo link.
Quindi, ovviamente, mi sono sciolta come una fangirl al sole quando è uscito il trailer della sesta stagione perchè Game of Thronesè dolore, sofferenza e dipendenza.
Poichè fare un'analisi del trailer screenshot per screenshot mi prenderebbe un sacco di tempo, metto solo le parti che mi hanno fatto urlare internamente come non mai. Also, screenshot non miei perchè ho perso il programma con cui farli. E spoiler se non avete letto i libri.
Potrei piangere. Dalla gioia.
Cominciamo subito con le Isole di Ferro: questo è chiaramente il Kingsmoot. Ci sono un po' poche persone rispetto a come l'avevo immaginato, ma sono troppo felice che ce lo facciano a vedere per fare la pignola: dopo aver ignorato i Greyjoy durante la quarta e quinta stagione, avevo immaginato che la sottotrama degli Ironborns fosse stata tagliata in via definitiva. Invece eccola qua. La mia speranza è che tengano i dialoghi del libro: so che non sempre è possibile, ma il passato da sceneggiatore di Martin si sente anche nel modo in cui parlano i suoi personaggi. Spesso e volentieri i dialoghi scritti da lui fanno pensare "Wow, questo lo vorrei proprio vedere recitato", in più il Kingsmoot è un momento perfetto per mostrare modi di pensare diversi anche all'interno dello stesso ambiente, e diversi tipi di carisma. Abbiamo poi la prima immagine di uno dei nuovi personaggi: Euron Greyjoy. Fratello minore di Balon, Euron è un personaggio carismatico ed affascinante, oltre che un vero e proprio pirata. E dovrebbe essere senza un'occhio. Perchè hai tutti e due gli occhi, Euron?
Spero che il prete di cui si intravedono i capelli sia Aeron. E che a sopresa ci sia anche Victarion.
La seconda immagine di Euron, comunque, è quella che mi ha fatto fangirlare tantissimo:
Euron. Su un ponte sospeso. Durante una tempesta. Questo direi che conferma ciò che già ci immaginavamo nella lettura, e spoiler per chi non legge i libri: Balon non è caduto da quel ponte ma è stato spinto, e c'è proprio Euron dietro la sua morte. Certo, nel libro assolda un uomo senza volto per non contravvenire - tecnicamente - alla severissima regola di non ammazzare un consanguineo, ma nel telefilm non mi pare l'abbiano stabilita, o cmq non in modo così definitivo come nei libri. L'unico dettaglio è che la morte di Balon avviene comunque troppo tardi: doveva morire due serie fa, per dare un senso a Stannis che crede nei poteri di Melisandre così tanto da sacrificare sua figlia.
Abbiamo poi qualunque cosa riguardi Jon Snow: la HBO si sta impegnando per farci credere che è morto davvero, ma io non ci credo. O meglio, sì, può essere morto ma non credo affatto che resterà tale: Mel è alla Barriera e sappiamo che i sacerdoti di R'hllor possono riportare in vita i morti (Beric Dondarrion docet) e abbiamo immagini ambientate al Nord molto interessanti.
A occhio direi che ci sarà una lotta per il corpo di Jon Snow. Nell'ultima immagine Davos sfodera Longclaw affermando di non essere mai stato un gran combattente: mi chiedo se dovrà affrontare i traditori o altro (io personalmente voglio vedere Ghost banchettare con i loro corpi). Poi c'è Melisandre pronta a spogliarsi: per quanto lei ignuda sia ormai un must della serie, la sua espressione è la cosa che mi lascia più perplessa. Sembra spaventata e rassegnata, quasi vulnerabile. In giro ho letto un paio di teorie: la prima è che debba ricoprire un ruolo simile a quello di Nissa Nissa, che sarebbe interessante ma nel telefilm la storia di Azor Ahai non è stata spiegata così bene, e poi non è che lei abbia questo gran ruolo nella vita di Jon da rendere il suo eventuale sacrificio di così grande impatto. La seconda teoria è che la resurrezione di Jon comprenda la necrofilia, e non so se sarebbe peggio quello o il "per riportare in vita Jon bisogna sacrificare Ghost".
Segue screenshot random di navi su un mare in tempesta.
Non si capisce di chi siano. La teoria secondo cui in una potrebbero esserci Sam e Gilly in viaggio per Oldtown non è ciò che mi ha illuminato gli occhi: io spero che sia una scena che ci mostri le dead things in the water nominate nei libri.
Abbiamo poi il cresciutissimo Bran, a cui hanno tolto l'atroce parrucchino che indossava l'ultima volta che l'abbiamo visto.
Non credo sia spoiler dire che questa è sicuramente un visione, e il mio unico dubbio è se lo sia solo per Bran. Il Night's King è un'entità magica, quindi potrebbe essere in grado di vederlo attravero le visioni... ad ogni modo quest'immagine mi lascia ben sperare che al piccolo giovane Stark sarà restituito il suo posto nella parte più fantasy della storia: nei libri è chiaro che avrà un ruolo fondamentale nella guerra agli Estranei e a chi li comanda (in effetti nel libro sembra che sarà un lavoro di squadra: serve Bran, servono i draghi, serve Azor Ahai rinato, serve Lightbringer, serve il Principe Promesso che potrebbe essere o non essere Azor Ahai... )
Per ultimo ho lasciato il momento di sclero totale. Quello che OMIODIOSTASUCCEDENDODAVVERO. La Torre della Gioia. Ben due immagini che confermano il flashback su cos'è successo quando Ned ha salvato Lyanna.
Come faccio a sapere che sono immagini della Torre della Gioia? Beh, tanto per cominciare la prima immagine ha gli stessi personaggi della seconda: il tipo con i capelli lunghi e l'altro con l'elmo. Sospetto che quello coi capelli al vento sia Eddard. Poi tutti indossano divise le tipiche divise del Nord/degli Stark, e per com'è messa la situazione politica non c'è nessuno che abbia motivo di indossarle a Sud nel presente. E il tipo con cui combattono nella seconda immagine... lui ha lo stemma Targaryen sull'armatura. Sospetto sia Arthur Dayne, ma sono perplessa per un paio di dettagli: tanto per cominciare l'armatura non è bianca, per cui questo guerriero sembra più un soldato regolare che una delle mitiche cappe bianche. E poi combatte con due spade, che è infinitamente figo ma... niente Dawn? Niente leggendaria spada di Valyria? Ha aspettative altissime per questo flashback: da un lato potrebbe dare finalmente una risposta alla più grande teoria di questo fandom (su cui ho scritto eoni fa un post dettagliatissimo che posterò prima della messa in onda della serie), dall'altro dovrà essere uno di quei combattimenti che epico non basta a descriverlo. Questa scena dovrà essere leggenda pura.
E con questo, torno nell'abisso. Prima o poi tornerò in pianta stabile.
In questi giorni è uscito l'ultimo numero di Pandora Hearts, uno di quei manga che comincia come tanto carino e poi ti stupisce col salto di qualità (e che salto), oltre che un'inversione a u nell'atmosfera. E tanti di quei colpi di scena che alla fine ho detto "Ok, ti metto da parte e ti leggo quando sei finito, piccolo mostro". Niente spoiler. Pandora Heartsè entrato nel mio radar tra il 2009 e il 2010, quando uscì l'anime: disegni carini, colonnasonoracarina, in più era un fantasy con un protagonista di nome Oz e una protagonista di nome Alice. Era scontato che l'avrei guardato. Era un po' meno scontato che avrei cercato anche il manga e che sarei diventata una fangirl. Ora iniziamo. La storia è ambientata in un'Europa fittizia, in un'epoca simil-vittoriana. La differenza fondamentale col nostro mondo è la presenza di Abyss, una dimensione "magica" completamente folle abitata dai Chains (demoni) e comandata da un'entità instabile chiamata Volontà di Abyss, dotata di poteri quasi illimitati ma che può usare solo interagendo con un essere umano. Oz Vessaliusè l'erede quindicenne di una delle quattro grandi casate ducali: all'apparenza vive una vita felice e spensierata con la sorellina Ada e il servitore/migliore amico Gilbert, e l'affettuosa presenza dello zio Oscar che compensa l'assenza del padre (non è morto: odia il figlio e preferisce non averci a che fare) ma la sua vita è destinata a cambiare quando, durante la cerimonia che lo renderà ufficialmente erede della sua famiglia, viene attaccato da esponenti della misteriosa famiglia Baskerville e gettato in Abyss per espiare la colpa di esistere. La permanenza in Abyss di Oz si rivela piuttosto anomala e - soprattutto - breve: incontra Alice, un essere dall'aspetto di ragazzina che, in realtà, è il B-Rabbit, uno dei Chain più potenti in circolazione, e stringendo un patto con lei (Oz la aiuterà a recuperare i ricordi - perduti nel mondo umano - e lei lo riporterà a casa) riesce ad andarsene... salvo scoprire che anche se per lui è passato pochissimo, nel resto nel mondo sono passati dieci anni.
Il marchio dei contraenti illegali
Non solo: aver stretto il patto con Alice (e averla portata con sé) l'ha reso un contraente illegale, condizione che rende il suo ritorno temporaneo e - una volta scaduto il tempo - verrà di nuovo buttato nell'Abyss, e tutto il casino qui sopra l'ha fatto entrare nel radar di Pandora, un'organizzazione che cerca di contenere le contaminazioni tra Abyss e il mondo per evitare che si ripeta la tragedia di Sabrie, avvenuta un secolo prima quando Glen Baskerville gettò un'intera città in Abyss, e conseguenze ancora peggiori furono fermate da Jack Vessalius (di cui Oz potrebbe essere la reincarnazione). Arruolato assieme ad Alice tra le fila di Pandora, Oz deve: dare la caccia a contraenti illegali, ritrovare le memorie di Alice, indagare sui Bakerville e capire perchè l'hanno buttato in Abyss in primo luogo, capire perchè la sua esistenza è stata considerata un peccato da espiare. E le risposte sono... più complicate di quello che sembrava all'inizio.
Rappresentazione grafica della trama
Ora, tutto quello che ho scritto sopra è malapena l'introduzione generale di ambientazione e di trama, quindi provate ad immaginarvi cos'è la serie vera e propria. Sarò sincera: l'inizio di questo manga è carino, ma c'è poco a distinguerlo dalla massa dei manga sovrannaturali con personaggi fighi e ambientazione inglese-vittoriana, in più Oz parte come pessimo protagonista: non c'è modo di identificarsi con lui perchè reagisce a tutto o quasi sorridendo e affrontando allegramente difficoltà ed orrori vari, e non c'è un solo personaggio che svolga la funzione di surrogato per il lettore. Sono tutti ancora troppo estranei e troppo strani. Eppure... il fatto è che gli altri commentano quanto l'eterna allegria di Oz sia inquietante, che le sue reazioni tanto normali non sono, e che se si comporta così forse un motivo c'è: sostanzialmente c'è un grossissimo lavoro sulla psicologia del protagonista, e dopo un inizio che può lasciare perplessi finisci per affezionarti tantissimo a questo ragazzino e a tutti gli sforzi che fa per cambiare. Pandora Heartsè un manga che tiene molto ai suoi personaggi: uno dei temi che vengono affrontati più spesso è come non si nasca crudeli ma si possa diventarlo, e di come le persone possano avere una seconda possibilità. Ma è anche una storia dove i tragici passati servono a farti capire un personaggio, non necessariamente a redimerlo, della serie... sì, ti è successo di tutto, e sì, mi dispiace per te. Ma resti comunque una persona orribile e ti odio. Oddio, in effetti la maggior parte del cast ottiene un bel po' di approfondimento e tragedia, anche il gatto e quello che ha ucciso il gatto. Il cast è immenso: ci sono un sacco di personaggi, ognuno con un design particolare, ognuno con una solida storia alle spalle, ognuno che contribuisce in qualche modo alla trama: non ci sono filler, solo... momenti che servono a farti tirare il fiato un attimo. Finchè non ci sono più neanche quelli. L'unica eccezione è Ada, che per quanto possa essere carina e buffa, alla fine esiste solo per far progredire la storia di un'altro personaggio. Alice, invece, è una buona protagonista femminile: già è interessante che - nel duo - sia lei ad avere la forza bruta, ma poi è proprio buffa. Energica, vivace, sembra una ragazzina e si comporta come se fosse ancora più piccola... però, anche lei nasconde una profondità incredibile, la sofferenza per la solitudine patita, il desiderio di conoscere il proprio passato e la paura che conoscerlo cambierà persona che è riuscita a diventare. E poi ci sono tutti gli altri: Gilbert, e la sua devozione ossessiva verso Oz che ad un certo punto smette di essere dolce e inizia ad essere preoccupante; Vincent e la sua devozione ossessiva verso Gilbert che invece è terrificante da subito; Sharon che è portata per il supporto e l'organizzazione quando vorrebbe essere utile sul campo di battaglia; Break che... beh, quando un personaggio ha l'appellativo di Cappellaio Matto e tutti hanno paura di lui, e lui è all'apparenza un cretino completo non puoi non amarlo. Più tutti quelli che arrivano dopo (Echo, Elliot, Leo, Lily, Lotty, Sheryl, il duca Barma, perfino Lacie...).
Come ho detto è un cast molto vario, di cui è bello leggere non solo le storie dei personaggi, ma anche come si rapportano tra loro: le relazioni e i legami hanno una grande importanza, e per una volta l'amore è in secondo piano. Amicizia, affetto, ammirazione, fiducia, devozione... a tutti loro è riservata la dignità e l'importanza che nella narrativa spesso viene riservata all'amore, e solo a quello. Qui è il contrario: alla fine l'autrice ha persino detto che ciò che si viene a creare tra Oz e Alice è molto più complesso e chiamarlo semplicemente amore lo sminuirebbe, e personalmente concordo: è qualcosa di diverso, e per certi versi più profondo. La trama si rivela presto complicatissima: all'inizio sembra semplice, trovare i ricordi di Alice che saranno sicuramente fondamentali, ma poi inziano ad aggiungersi livelli, sidestory, motivazioni... e trovare il bandolo della matassa diventa quasi impossibile: è per questo che, quando la pubblicazione italiana ha raggiunto la giapponese (ergo tra un numero e l'altro hanno iniziato a passare veramente i mesi) ho messo in pausa la lettura. Succedevano semplicemente troppe cose, c'erano troppi plot twist, troppe rivelazioni, troppe informazioni, per non dover rileggere due o tre numeri indietro ogni volta che usciva quello nuovo. Non so se sia stata una buona idea averlo letto tutto insieme: mi ha aiutata a non perdere il filo, ma credo che con più spazio tra un numero e l'altro, con più tempo speso sulla storia e sui protagonisti, a interiorizzare tutto, i colpi di scena rendano di più. Ma torniamo alla storia: è una di quelle che preferisco, ossia dove tutti i combattimenti e il mondo da salvare nascono da drammi personali, da qualcosa che è andato irrimediabilmente storto e le cui conseguenze si fanno ancora sentire. Nel caso specifico, la tragedia di Sabrie: quello che è successo tra Glen e Jack, cosa c'entri Alice... i protagonisti devono affrontare, oltre ai propri drammi, le conseguenze di quanto accaduto cento anni prima, quando tra due amici tutto quello che poteva andare male è andato oltre il peggio, e potrebbe succedere di nuovo.
La cosa bella dei flashback è che, in generale, noi lettori li vediamo quando li "vede" almeno uno dei personaggi: c'è molto poco, quasi nulla, che noi sappiamo prima di loro quindi i colpi di scena colpiscono tutti nello stesso momento e lì l'immedesimazione c'è eccome, perchè sei scioccato esattamente quanto coloro con cui vivi la storia. Comunque, ho detto all'inizio che la storia parte un po' lenta: personalmente credo che ingrani davvero quando arriva Cheshire, la versione di Pandora Hearts dello Stregatto. È il momento in cui si inizia a capire che la storia non è così semplice come sembrava all'inizio. Oppure, alternativamente, quando vengono introdotti Elliot e Leo, che è più o meno il momento in cui i personaggi cominciano ad aumentare davvero e capisci che questo non è il tipo di manga che resta serenamente nella sua confort zone, che non si fa problemi ad espandere un già ben nutrito gruppo di personaggi, e santo cielo ma come ha fatto la storia ad andare avanti senza di loro fino a questo momento? Deliri a parte, il senso del discorso è che con la storia già discretamente avviata l'autrice riesce comunque ad inserire personaggi importanti che hanno un grosso impatto sugli eventi e sui protagonisti in modo completamente naturale, e a fare in modo che tutti crescano anche in virtù di coloro che incontrano e non solo per quello che gli succede. Su un livello più nerd e meta, devo dire che per quanto ci sia poco o niente che rimandi al Mago di Oz, le citazioni e i rimandi ad Alice nel Paese delle Meraviglie e a Lewis Carroll si sprecano: a parte i nomi dei Chains, ci sono dei veri e propri easter eggs difficili da trovare se non si è esperti di libro e autore, e se non vi metto la pagina che li elenca è solo perchè ci sono spoiler ovunque.
Insomma, alla fine dei conti io nei confronti di questo manga mi sento un po'così, tant'è che lo consiglio caldamente a tutti: in Italia è edito dalla Star Comics e conta 24 volumi (considerando che l'ultimo è uscito questo mese dovrebbe essere ancora facilmente reperibile). L'anime è carino, ma ad un certo punto è andato per la sua strada, per cui lo consiglio meno. Consiglio però la colonna sonora da mettere in sottofondo al manga.
Nella gara tra Marvel e DC per portare al cinema i propri super-eroi (per ora vinta a mani basse dalla Marvel), Batman vs Supermanè il trampolino di lancio per la nuova arena, ossia i team: se da un lato abbiamo già i Vendicatori uniti e pronti al primo scozzo interno, dall'altro abbiamo la Justice League ancora in attesa di essere formata. Questo film, quindi, butta lì sia i due personaggioni importanti che si menano, sia le basi per unirli in un supergruppo. Il risultato è... complesso: odiato dalla critica e successo enorme al box office.
La Warner Bros dopo le recensioni
Ovviamente spoiler. Se devo essere onesta non è che Man of Steel mi abbia fatto impazzire: non volevo morire sulla poltrona del cinema (quello è stato Rango), ma è un film che non ho mai rivisto. Nell'insieme lo trovo senza infamia e senza lode, poco adatto a lanciare un universo cinematografico e poco epico per il personaggio che deve rappresentare. Il sequel è migliore: la figura di Superman viene mostrata egregiamente. Un essere dai poteri praticamente divini, indistrubbile, invulnerabile, devastante. Qualcuno che può essere sia un salvatore che un distruttore e che, in modo molto umano e molto divino, spesso non pensa al dopo: interviene, salva, si presenta per un istante e lascia le conseguenze a lungo termine ad altri, che devono "pulire" ciò che si lascia dietro. Non rende conto a nessuno, decide da solo chi merita la salvezza, non conquista o distrugge il mondo per pura bontà d'animo, e se cambiasse idea nessuno potrebbe mai fermarlo. La spaccatura dell'opinione umana è comprensibile, così come è comprensibile la confusione e l'amarezza di Clark, che - pur kryptoniano - è "solo" un uomo che cerca di fare del suo meglio e non capisce cosa vada storto, perchè le persone hanno paura di lui, perchè lo odiano o idolatrano senza mezze misure. Il gioco di incastri tra i personaggi funziona: da una parte c'è Superman, che per quanto amareggiato cerca di incarnare l'eroe perfetto (anche perchè uno coi suoi poteri deve farlo o sono cazzi amari), dall'altra c'è uno dei Batman più oscuri e disillusi di sempre, un uomo che dopo decenni di lotta al crimine è più vicino ad essere un criminale che un giustiziere. Se dovessi fare un paragone con il MCU, questo Batman è un Daredevil a molto meno di un giorno di distanza dal Punitore. Alcuni appunti su questa versione del vigilante di Gotham: nell'insieme mi è piaciuta un sacco. Ben Affleck è stato bravo, era fisicamente enorme, e ha incarnato più che bene l'oscurità del personaggio e il peso che gli anni di vigilantismo hanno avuto sulla sua psiche: è sempre sul limite. Tra eroe e antieroe, tra cercare di proteggere l'umanità e cercare qualcuno su cui sfogarsi fino in fondo - ma giustificandosi con sé stesso. È un uomo a cui la sua missione non basta più, e che ne sta cercando un'altra. C'è solo un dettaglio (che tanto dettaglio non è): Batman non uccide. E non usa le armi da fuoco. Non così tanto. E anche in quel fumetto fuori continuity a cui Snyder dice di essersi ispirato perchè lì Batman ammazza gente... no. Anche lì Batman uccide un tizio forse, e le armi da fuoco che usa hanno munizioni non letali. Qui Bruce non è ad un passo dal saltare la linea che lo separa da ciò che odia, l'ha saltata da un pezzo e poi gli ha dato fuoco e ci ha fatto un filmino da mettere su youtube: non ha problemi ad uccidere i criminali o causarne la morte, non vuole fermare Superman ma lo vuole ammazzare.
Il piano di Batman. Letteralmente.
E non so come possano giustificare che questa versione nel personaggio non abbia ucciso il Joker, soprattutto dopo la morte di Jason Todd.
A parte questo, il contrasto tra i due vigilanti e il modo in cui si presentano al mondo l'ho trovato azzeccato, e ho adorato i loro personaggi di contorno: Lois Lane, in tutta onestà, per me è sempre un nì. Non per colpa di Amy Adams, nè della sceneggiatura. È proprio lei che mi sta sull'anima. Ma ammetto che svolge bene il suo ruolo di ancora per l'umanità di Clark. Alfred, invece, è semplicemente geniale. Una suocera, né più né meno, a fianco di Bruce e fonte di sarcasmo perpetua, oltre che unico sano di mente che sottolinea in continuazione quanto fosse ridicola ed inutile la crociata contro Superman. Grande Jeremy Irons.
Quindi ci sono personaggi intriganti, e un buon modo di accostarli. Dov'è il problema? Beh, il primo grosso problema è il ritmo: una volta deciso che la trilogia di Nolan è una cosa a parte e che non farà parte dell'universo cinematografico DC, è sorto il problema di dover stabilire un nuovo Batman. Superman ha già il suo film d'esordio, e non volendone fare uno su Bruce Wayne la "soluzione"è che qui abbiamo anche la sua presentazione. Deve essere presentato al pubblico: capire chi è, da dove viene, da che angolazione verrà analizzato, cosa vuole e fare e perchè. Contemporaneamente bisogna montare la trama generale e portare avanti la storia di Superman perchè questo è un suo film, a prescindere da chi venga prima nel titolo. Risultato? Il film è lunghissimo, e per buona parte non succede niente. Superman, Batman, Lex Luthor... continuano a fare le loro cose senza incontrarsi se non marginalmente. Superman e Batman si stanno sull'anima e ognuno considera l'altro una minaccia. Lex fa le sue cose, giocando a metterli uno contro l'altro e, nel tempo libero, al piccolo chimico con astronavi aliene perchè serve qualcosa di grosso contro cui farli unire.
Lex Luthor
Oggettivamente mi rendo conto che la trama del film è molto complessa e che la sottotrama di ogni personaggio è un tassello che, nel finale, dovrebbe andare al suo posto per comporre il quadro generale, ma il problema è che praticamente tutto si sarebbe evitato se i due deficienti protagonisti si fossero degnati di parlarsi per due minuti, invece di avere Bruce completamente dedito all'uccidere Clark a sangue freddo (e paragonare la cosa all'andare a caccia) e Clark... beh, i suoi motivi per avercela con Bruce sono stabiliti in un minuto e mezzo. Sostanzialmente la trama può essere riassunta come una complicata cospirazione in cui un uomo deviato manipola per un paio d'anni circa le due persone più potenti del pianeta perchè si uccidano a vicenda, riducendole in uno stato mentale dove collaborare non è più un'opzione, con un piano B devastante. Ma si può anche riassumere con "Due bambini vogliono essere il bambino più grosso del cortile, l'escalation del loro odio reciproco è - più o meno - 'tu mi rompi la macchina, io ti spacco le ossa' e la morale che se affronti un combattimento senza un piano la gente muore in modo idiota". Un problema che ho trovato è che la prima parte del film spiega fin troppo bene perchè questo Batman e questo Superman siano agli antipodi, e non spiega altrettanto bene perchè debbano sotterrare l'ascia di guerra e diventare amiconi in cinque minuti, con tanto di grande sofferenza di Bruce per la morte - palesemente temporanea - di Clark quando, sul serio... stava cercando di ammazzarlo fino a dieci minuti prima, e aveva dei buoni motivi per essere quantomeno sospettoso nei suoi confronti. Non erano amici, non si conoscevano, e con Wonder Woman non si erano mai visti prima... tutto questo dolore e cuore infranto, e non volerlo deludere dopo la morte non ho capito da dove fossero usciti e li ho trovati un po' fuori luogo, avendo costruito la loro alleanza in così poco tempo. Ci ho riso, lo ammetto. Oh, e la battaglia contro Doomsday: tattica zero, proprio. Forse era voluto perchè i tre personaggi non hanno mai parlato, ma non ho capito perchè ad usare la lancia di kryptonite dovesse essere il tizio che può essere ucciso dalla kryptonite. Falla usare a Batman. Falla usare a Wonder Woman. Falla usare a Lois (che persino lei era più idonea). Perchè farla usare a Superman? A parte che deve morire contro Doomsday perchè succede nei fumetti, ovviamente. Considerando che Batman era quello che meno di tutti poteva far qualcosa contro l'Abominio, perchè non mandare lui a ripescare quell'arma (che tra l'altro era il suo piano iniziale, poi ha deciso difare lo sniper bastardissimo di Halo per tirare la granata alla kryptonite, but still) e poi fargli pugnalare il nemico. Come ho detto sopra: senza un piano la gente muore in modo idiota e perfettamente evitabile.
Altre cose che credo dipendano da me e non strettamente dal film: Lex Luthor mi ha lasciata perplessa perchè è scritto ed interpretato in modo molto più simile al Joker che a Luthor, ma nel film funziona quindi non so quanto sia un bene e quanto un male. Le scene d'azione erano velocissime, e per buona parte non ho capito cosa stesse succedendo. Non ho capito quanto fossero distanti Metropolis e Gotham (uno sputo, a occhio), e dove alcune sequenze stessero avendo luogo (Batman e Superman hanno sconfinato?). Un mondo popolato da ciechi: Batman è sempre in vista, e come dimenticare l'enorme segnalatore lampeggiante ignorato da tutti pur essendo perfettamente visibile e per niente mimetico? I personaggi sono idioti: Batman dovrebbe essere un genio, ed è un cretino.
Cose positive sparse? I vari camei della Justice League. Più il sogno di Bruce con Flash palesemente tornato troppo indietro nel tempo, che è la scena dopo i titoli di coda piazzata a metà film, e JASON MOMOA. Più Batman che non entra mai da una porta, neanche per sbaglio. Ah, e i sogni di Bruce: ma che mangia quell'uomo prima di andare a dormire?
Insomma, non è un brutto film: è un film che poteva essere fatto meglio.
I nostri eroi non si riposano mai: non hanno fatto in tempo ad arruolare Seiryuu che Yoon già chiede a Kija la direzione per il Drago n° 3. Purtroppo prima di poter rispondere il ragazzo sviene: a quanto pare usare il potere a pieno regime ha un prezzo, e il gruppo è costretto ad accamparsi per permettergli di recuperare le forze. Kija si scusa tantissimo per il forzato stop, ma Yoon lo tranquillizza: in fin dei conti adesso hanno un'altra persona in grado di percepire la presenza dei draghi. O forse no: essersi unito al gruppo non ha portato l'illuminazione a Seiryuu, che non ha ancora idea di cosa stiano parlando. La sua ignoranza, ovviamente, non può che colpire al cuore Kija, che entra in piena modalità mentore/fratello maggiore e si offre subito di colmare tutte le lacune del ragazzo... ma cosa può succedere se si mettono insieme una persona che ha poca esperienza nel relazionarsi con gli altri e una persona che non ha nessuna esperienza nel relazionarsi con gli altri? Situazioni surreali, rese ancora più ridicole dal fatto che offrono ad Hak la possibilità di prendersi gioco senza alcuna pietà di Kija: per nulla abituato ad avere persone intorno, la prima reazione di Seiryuu alle attenzioni è scappare, e la seconda buttarsi in un fiume, tra lo sconcerto generale. In realtà il suo obbiettivo è procurare la cena e rendersi utile, ma essendo cresciuto letteralmente in un caverna non ha ancora imparato che si comunica parlando prima di agire. Ma credo abbia imparato che buttarsi in un fiume vestiti significa congelare dopo.
Piccolo
Ovviamente a trarre qualche conclusione dall'incidente è Yoon, che gli chiede se abbia visto il fiume grazie al suo potere, e nota come sia riuscito a prendere un pesce a mani nude in tempo zero. È lui a chiedergli come mai non si toglie la maschera se tanto non trasforma le persone in pietra, ma è Yona a cambiare argomento quando lo vede in difficoltà: meglio accedere un fuoco prima che assideri e preparare la cena. Cena che si prospetta meglio di quanto Hak credeva, perchè Yoon ha approfittato della permanenza al villaggio per barattare le sue medicine con generi di prima necessità, e non mi stancherò mai di ripetere quanto sia felice che sia lui il capo: i personaggi non guerrieri in storie con principalmente guerrieri tendono a scomparire sullo sfondo, mentre Yoon è importante quanto gli altri. Ad ogni modo l'attenzione di tutti è concentrata sul nuovo venuto, conquistato dalla cucina di Yoon, quando succede IL fatto: Yona gli offre il suo mantello e lui risponde chiamandola per nome. Hak, Kija e Yoon sono pietrificati dalla confidenza (non che lui l'abbia fatto intenzionalmente: più probabile che non abbia capito che è la principessa, o che non conosca proprio l'uso degli onorifici), ma lei non ci fa caso: un po' le fa piacere, ma soprattutto vorrebbe chiamare lui per nome. Yona:Non hai un nome, giusto? Ce n'è uno che ti piacerebbe?
Troppo presto. La faccenda del nome è un cruccio per Yona: vuole che Seiryuu ne abbia uno, ma non vuole darglielo come si farebbe con un cane. Ne parla con Yoon, che al contrario non si fa molti problemi: per lui è ovvio che Seiryuu si porta dietro un sacco di problemi (tipo non volersi togliere la maschera), ma visto che la considera la sua salvatrice con lei si apre di più e qualunque nome gli andrebbe bene, finchè fosse lei a darglielo. Ma Yoon non ha voglia di parlare di Seiryuu: vuole parlare di quanto successo, e i due sono adorabilini mentre si confidano quanto si siano spaventati per tutto il tempo. E poi Yoon si scusa per come l'ha trattata all'inizio. Yoon:La prima volta che ci siamo incontrati ti ho detto delle cose molto dure, e mi dispiace.
Non solo: le chiede se può chiamarla per nome anche lui, perchè "principessa"è troppo lungo. Il suo tentativo di mascherare il momento emotivo come una seccatura gli vale un "Sei adorabile" da parte di Yona. Ma ci sono altre persone: dopo essersi allontanata per andare al fiume, Yona si accorge che Hak la sta seguendo. Non è chiaro se volesse parlarle di qualcosa di specifico, o se semplicemente volesse tenerla d'occhio perchè quando le succede qualcosa la sua reazione è non lasciarla sola mai, ma prova anche lui a fare il salto di confidenza. Yona:Hak, chiamami "pricipessa", per favore.
Lì per lì lui ci resta male, ma la fanciulla ha buoni motivi. Yona:Con Yoon e gli altri va bene: non mi hanno conosciuta come la principessa, e sono contenta che siamo riusciti a diventare amici. Ma tu devi chiamarmi 'principessa'. Per favore, non dimenticarti che sono la figlia di mio pa... che sono la figlia dell'Imperatore Il. Anche se tutti in questa nazione dovessero scordarlo... ti prego. Tu devi essere il solo a non dimenticarlo.
Ci vuole talento: per quanto il passaggio al nome proprio sia segno di crescente intimità tra Yona e Yoon, questo è segno di un'intimità ancora maggiore. Hak è il collegamento tra il presente e il passato, il titolo è segno di un vissuto condiviso da loro due soltanto: nel bene o nel male Hak non è come gli altri, lui e Yona sono legati in un modo che gli altri non possono raggiungere. E questo lo capisce anche lui. Tuttavia c'è ancora il problema di Seiryuu: Yona vorrebbe dargli un nome che lo descriva, ma per adesso gli altri hanno commentato che è silenzioso, e Hak che qualcosa di inerente alla notte gli starebbe bene. Yona: "Notte", "silenzioso". Anche nell'oscurità ha un calore tranquillo, ma più calmo del sole...
Yona: Shin-Ah. Vuole dire 'raggio di luna'. Il tuo nome è Shin-Ah.
Lui non lo dice chiaramente a Yona, ma apprezza. Shin-Ah:Ao. Ha detto... che mi chiamo Shin-Ah. Quella persona mi ha dato... il mio primo... nome.
Ora che si è risolta questa faccenda si può tornare alla trama principale: Kija si è ripreso e il prossimo della lista è Ryokuryuu, il drago verde.
Capitolo di stop per tirare le somme dopo il reclutameto di Shin-Ah, ma siccome questo è un manga fatto bene diventa l'occasione perfetta per occuparsi dei personaggi: tanto per cominciare Shin-Ah è semplicemente adorabile, così imbranato com'è nei rapporti con le altre persone, e gli altri sono molto dolci e comprensivi con lui. Mi itriga molto il contrasto tra il suo aspetto e la sua indole: il solitario mascherato e silenzioso, nei manga, generalmente è il personaggio figo, mentre Shin-Ah ne ha solo l'apparenza: la maschera la indossa per traumi emotivi, e parla poco perchè non c'è abituato. Più che il personaggio figo mi sembra quello che può reclamare il titolo di cucciolo del gruppo. Ho apprezzato come sia stata gestita la questione del nome proprio: per quanto riguarda Yona, che ora Yoon non usi più l'onorifico è un segno dell'amicia crescente tra i due (e quanto è rilassante avere un ragazzo e una ragazza che sono chiaramente amici... ), ma è stato geniale il "colpo di scena" nato dal volere che Hak continui a chiamarla Principessa: un passo indietro che è un passo in avanti, perchè ad Hak Yona ha affidato la memoria del suo passato e della sua identità, un riconoscimento per la confidenza maggiore e un modo per separarlo da tutti gli altri. Hak è unico, anche se non nel modo che lui vorrebbe. Su un'altra nota mi piace come ci siano piccoli eventi di continuità narrativa, tipo Yoon che sta palesemente preparando le medicine mentre chiacchiera con Yona. E adesso vediamo come sarà il drago numero 3.
Era un sacco che non guardavo una serie inglese (escludendo Doctor Who, che però considero una cosa a parte), e questo mi è sembrato subito il classico drammone familiare che ogni tanto mi piace guardare. Ambientato in un paesino sperduto dell'Inghilterra, The A Word segue le vicende della famiglia Hughes, complicata e normale come un po' tutte le famiglie sono: c'è il quasi dispotico Maurice, nonno e padre impiccione e capace di farti sentire come se ti stesse giudicando anche se non ti sta giudicando; c'è il figlio Eddie, appena tornato nel paese con la moglie Nicola, che cerca di superare il di lei tradimento con un collega; c'è la figlia Alison, sposata con Paul e con due figli: l'adolescente Rebecca (avuta da una precedente relazione) e il piccolo Joe, di appena cinque anni. Ed è su di loro che si concentra la narrazione: quando iniziano a rendersi conto che Joe è davvero strano. Adora la musica, non fa amicizia, fa tanti capricci, a dirgli qualcosa c'è il 50% di possibilità che ti ascolti o che ti ignori, e alla fine a quello che i genitori credevano un problema comportamentale viene dato un nome durissimo e quasi incomprensibile: autismo. Se ne trovano molte, di storie con protagonisti bambini autistici (o meglio, con protagonisti i loro genitori), ma questa nei primi due episodi mi ha colpito parecchio: intanto ha un'ambientazione particolare, ossia il paesino di provincia, quello dove tutti conoscono tutti, dove può partire lo scatto di solidarietà estremo ma anche la chiacchiera alle spalle, dove essere diverso significa essere l'argomento a cena a casa degli altri. In un'ambiente simile è comprensibile che Alison voglia tenere nascosta la diagnosi del figlio, per quanto meschino possa sembrare. Poi c'è la famiglia, dove tutti affrontano in modo diverso il "verdetto" medico: la sorella maggiore, che non capisce perchè sia una tragedia visto che - alla fine dei conti - niente è cambiato, e cerca di proteggere il fratellino dalle discussioni domestiche; i genitori che non sanno come affrontare la cosa, ognuno chiuso nel suo dolore e (per ora) incapaci di essere un team. Gli zii che hanno tanti di quei problemi che l'ultima cosa che vorrebbero è essere risucchiati da un nuovo dramma, ma non c'è scelta perchè è la famiglia, e gli vuoi bene, e ci devi essere. Il nonno che cerca di prendere le redini della situazione anche se non spetta a lui. E Joe, adorabilmente inconsapevole, che vorrebbe solo continuare con la sua vita di tutti i giorni. Ultima cosa ad avermi colpita è stata, beh, l'autismo: i media ci hanno abituato ad associare a questa parola bambini che non parlano, che non giocano, che non provano emozioni, che "non sono qui". In questo telefilm si vede un bambino che rientra nello spettro autistico che parla, ride, cerca il contatto visivo, interagisce, che porta tutti a chiedersi come un bambino del genere possa essere autistico. Mi è piaciuto che si siano scostati dalla classica rappresentazione del caso gravissimo. Ma, soprattutto, mi piace che l'autismo di Joe non sia l'unico argomento della serie: praticamente tutti hanno una loro storyline da mandare avanti e altre cose di cui occuparsi... e questo rende la storia molto più completa, almeno secondo me.
Dal punto di vista tecnico, la serie non si allontana dal livello qualitativo a cui ci ha abituati la BBC: humor inglese come se piovesse, una colonna sonora fantastica e un cast di altissimo livello, in cui anche il ragazzino di sei anni riesce a giocarsela alla pari con attori del calibro di Christopher Eccleston.
Il castello di Torre a Decima si trova in Toscana, nelle vicinanze di Pontassieve, ai piedi del monte Croce. Le sue origini risalgono al XII secolo, quando apparteneva alla famiglia Saltarelli ed era un avamposto feudale. Nel XV secolo il castello divenne proprietà della famiglia dei Pazzi, e subì importanti modifiche volte ad abbellirlo secondo i canoni rinascimentali. Secondo il mito, dopo il fallimento della Congiura dei Pazzi nel 1478, la famiglia cercò rifugio a Torre a Decima per sfuggire all'ira di Lorenzo de' Medici. Il castello oggi è una residenza privata e solo l'esterno è visitabile.
Ho letto questo libro perchè non era lungo (275 pagine), e perchè Vaporteppa è garanzia di qualità ed originalità. Purtroppo l'ho letto quando cercavo qualcosa di tranquillo: Giuseppe Menconi e chi lavora nella CE potranno dirvi quanto ciòsia stato un tragico errore. Spoiler sulla recensione: mi è piaciuto molto, ma arrivata all'ultima pagina mi sono sentita un po' come quando è finito Dragonheart: un finale diverso sarebbe stato brutto, ma autore sappi che ti odio tantissimo. (e i tuoi prossimi lavori dovranno essere all'altezza) È il XXV secolo e l’umanità si è espansa oltre il sistema solare, ma aver colonizzato altri mondi non ha cambiato la natura umana: l’Unione di Mizar e la Federazione Terrestre si combattono da oltre un secolo. Una guerra senza la possibilità di una pace, perché entrambe le fazioni lottano per scappare da un Universo morente. Solo un Portale verso un altro mondo può salvare l’umanità dal “Grande Strappo” che sta lacerando una galassia dopo l’altra, ma una sola delle due fazioni potrà usarlo. Chi lo attraverserà quando verrà il momento? Landon Banes è uno dei coraggiosi minatori federali che estraggono il taunuxanio, necessario per completare il Portale. Una vita faticosa in una remota colonia, lontana dalle comodità della Terra, difficile da sopportare soprattutto per la sua famiglia. Fede, devozione, coraggio: queste sono le doti richieste a ogni buon cittadino della Federazione. La propaganda federale e le parole del Papa sono la guida di Landon, un uomo giusto che ha sempre fatto il suo dovere. Ma l’arrivo di una spedizione militare dell’Unione obbligherà Landon ad abbandonare la sua vita di comode menzogne e affrontare un universo di scomode verità. Come deve agire un uomo giusto quando l’unico modo per fare la cosa giusta diventa fare la cosa sbagliata? A quali compromessi deve scendere per salvare la propria famiglia? «Il cielo è buio dietro l'illusione della luce.»
Io credo che sia normale avere dei pregiudizi sulle letture: personalmente non mi fido molto degli autori giovani (ricordo il babyboom seguito ad Eragon: sembrava che l'unico requisito per pubblicare fosse andare alle medie, o scrivere come se si andasse alle medie). Poi ci sono le tematiche, tipo che religione e fantascienza non le trovo un'accoppiata vincente per mero gusto personale. La cosa divertente dei pregiudizi in ambito narrativo è il momento in cui ti provano che hai torto: Kate Griffin ha iniziato a pubblicare giovanissima, e la considero una delle migliori autrici di urban fantasy in circolazione. E Il Grande Strappoè un romanzo di fantascienza dove la religione ha un ruolo importante.
Dunque, la trama è esattamente quella che dice la quarta di copertina, e potrei fare un discorso su quanto siano fatte bene le quarte di Vaporteppa: potete dirmi che esagero, ma quando ti trovi di fronte a trame che spoilerano o trame che parlano di altro (tipo Il giorno dei Trifidi) impari ad apprezzare quelle che ti fanno capire di che cosa parla il libro senza raccontarti il libro. Vaporteppa non mi ha ancora spoilerato niente, e di questo gli sono grata. Ma torniamo al libro: è in prima persona, ossia in uno stile che reputo rischioso perchè - se non lo fai bene - è come se costringessi il lettore a guardare sempre lo stesso muro di una stanza: anche se è vero che la prima persona aiuta l'immedesimazione, è altrettanto vero che non è scontato riuscire a mostrare il quadro completo dell'ambientazione usando un unico punto di vista. Giuseppe Menconi ha risolto brillantemente il probema facendo di Landon una persona "normale": non è un eroe, non è un dissidente politico, non è una persona a cui piace lanciarsi in pericolosi ragionamenti politici, bensì uno che - più o meno - ne sa quanto noi e può quindi accompagnarci nella scoperta di questo particolare mondo e dei suoi segreti. Landon è una persona per bene, che crede nel suo governo e si impegna al massimo, convinto che cose giuste accadano ai giusti - anche se vivono in un universo che sta collassando e c'è una guerra in corso, con il palio il destino dell'umanità. Landon è un marito, un padre: quest'amore incondizionato, questo dovere di proteggere la sua famiglia è ciò che lo muove, spingendolo a cercare sempre la soluzione migliore per loro a discapito di sé stesso e della sua morale, e soprattutto a cercare risposte sul mondo che lo circonda per compiere scelte consapevoli. L'incontro con membri dei vari schieramenti permette di mostrare il punto di vista dell'uomo comune: non l'eroe, non l'idealista, ma una persona normale che vede il suo mondo e i suoi diritti calpestati per un bene superiore di cui non gli importa niente perchè - per chi sta ai vertici - non ne farà mai parte... una sofferenza costante, cinismo e disperazione perchè - alla fine - può sempre andare peggio: per Landon la presa di coscienza va di pari passo con la disillusione, in un'ambientazione dove la redenzione semplicemente non c'è. È grazie a questa atmosfera che ho apprezzato le parabole religiose: la storia di Sodoma e Gomorra, e dei dieci giusti da trovare per salvare le città. Per tutta la storia si gioca molto su quale sia il senso effettivo di questo parallelo, su chi siano i giusti, chi Lot e la sua famiglia, chi gli angeli e chi Dio. E anche i colpi di scena che all'inizio mi sembrava che non c'entrassero niente, che fossero un voler mettere troppa carne al fuoco... alla fine non solo li ho capiti, ma li ho anche apprezzati, e uno di essi mi ha spezzato il cuore come solo le storie scritte bene possono fare. I personaggi sono tutti ben delineati e in diversi casi si vede che sono i protagonisti di un'altra storia, e voi sapete quanto apprezzi i libri dove i personaggi secondari hanno la stessa dignità dei protagonisti e non sembrano dei fantocci che cesseranno di esistere appena usciti di scena. L'ambientazione è ricca e curata, e le note finali fugano eventuali dubbi senza appesantire la narrazione. In sostanza, lo consiglio. Però magari quando siete tranquilli e non state cercando una lettura leggera.
Il castello di Bisceglie si trova in Puglia. Nato come agglomerato di varie costruzioni risalenti a diverse epoche, è difficile capire a quando risaga la sua origine: inizialmente era una struttura militare, e fu pesantamente modificato in età aragonese per essere ulteriormente fortificato, ma finì per perdere importanza a livello strategico quando si rivelò incapace di resistere alle armi moderne, in particolare quelle da fuoco, e venne quindi destinato a uso civile. Nel '700 il castello venne nuovamente modificato e ridotto in dimensioni, con parti abbattute per far posto a nuovi edifici. All'inizio del '900 all'interno del castello furono sistemate botteghe per la lavorazione del legno, più un forno per la panificazione. Dal 1982 procedono, anche se a singhiozzo, i lavori di restauro.
A Song of Ice and Fire è una saga che si presta moltissimo al gioco delle teorie: tra profezie, visioni, sogni premonitori e altro c'è un sacco di cui discutere. E Martin, grazie alla sua infinita lentezza, ci ha dato il tempo di rimuginare sulla posizione di ogni virgola. Eppure, nonostante tutto, uno dei più grandi misteri, e fonte delle più grandi speculazioni, riguarda il passato e non sviluppi futuri: chi è la madre di Jon Snow? Visto che tra pochi giorni ricomincerà la serie e che probabilmenteforse ci sarà finalmente una risposta al dubbio, ecco le varie opzioni e la grande teoria prima che diventino obsolete come i meme su Leonardo di Caprio e l'Oscar. Jon Snow è il figlio bastardo di Lord Eddard 'Ned' Stark. Frutto dell'unica infedeltà dell'uomo verso la moglie Catelyn, Jon ha sempre vissuto a Grande Inverno, cresciuto dal padre come un figlio legittimo o quasi. C'è solo un dettaglio: Ned non gli ha mai detto chi fosse sua madre. In effetti non l'ha detto proprio a nessuno, ma ci sono alcune possibilità.
Ashara Dayne
“Why did she jump in the sea, though?” “Her heart was broken.”
A Westeros la voce più accreditata è che la madre di Jon sia Ashara Dayne: stando alle voci lei ed Eddard si piacevano, forse si amavano. Dal racconto di Meera Reed sappiamo che al torneo di Harrenhal Brandon la fece ballare con Ned, che si vergognava troppo per invitarla da solo. Purtroppo durante la guerra i Dayne si schierarono coi Targaryen, e Ned uccise il fratello di Ashara (il leggendario Arthur Dayne) alla Torre della Gioia per salvare Lyanna. Ned, prima di tornare a casa, andò al castello di Starfall per consegnare la spada del caduto ad Ashara e lei si uccise gettandosi da una scogliera poco dopo.
They whispered of Ser Arthur Dayne, the Sword of the Morning, deadliest of the seven knights of Aerys’s Kingsguard, and of how their young lord had slain him in single combat. And they told how afterward Ned had carried Ser Arthur’s sword back to the beautiful young sister who awaited him in a castle called Starfall on the shores of the Summer Sea. The Lady Ashara Dayne, tall and fair, with haunting violet eyes. It had taken her a fortnight to marshal her courage, but finally, in bed one night, Catelyn had asked her husband the truth of it, asked him to his face. That was the only time in all their years that Ned had ever frightened her. “Never ask me about Jon,” he said, cold as ice. “He is my blood, and that is all you need to know. And now I will learn where you heard that name, my lady.” She had pledged to obey; she told him; and from that day on, the whispering had stopped, and Ashara Dayne’s name was never heard in Winterfell again. - A Game of Thrones
Parlavano di ser Arthur Dayne, la Spada dell'alba, il più letale dei sette cavalieri della Guardia di Aerys Targaryen, il Re Folle. Parlavano di come il loro giovane lord, Eddard Stark, l'aveva decapitato in duello, e soprattutto di quanto era accaduto dopo. Eddard Stak che riporta la spada di ser Arthur alla sua giovane sorella, che aspettava nel castello delle Stelle al Tramonto, sulle rive del mare dell'Estate: lady Ashara Dayne, alta, bellissima, pelle d'alabastro, magnetici occhi viole. C'era voluto molto tempo prima che Catelyn trovasse il coraggio di chiedere, ma alla fine l'aveva trovato. Una notte, nel loro talamo, aveva voluto sapere da suo marito la verità. E in tutti i loro anni come marito e moglie, quella rimaneva la sola volta in cui Catelyn aveva avuto paura di Ned. "Mai, mai chiedermi di Jon." La sua voce era stata fredda come il ghiaccio, affilata come il vento che soffiava da oltre la Barriera. "Jon è sangue del mio sangue. Questa è la sola cosa che ti sarà dato conoscere. E adesso mi dirai dove hai udito quel nome, mia signora." Catelyn aveva giurato di obbedire, poi gliel'aveva detto. Dopo quella notte, i sussurri del castello cessarono. Nella fortezza di Grande Inverno, il nome di Ashara Daynenon venne mai più pronunciato.
"You’ve a bastard of your own, I’ve seen him. Who was the mother, I wonder? Some Dornish peasant you raped while her holdfast burned? A whore? Or was it the grieving sister, the Lady Ashara? She threw herself into the sea, I’m told. Why was that? For the brother you slew, or the child you stole? Tell me, my honorable Lord Eddard, how are you any different from Robert, or me?" - A Game of Thrones
"Anche tu hai un bastardo, credi che non l'abbia visto? Chi era la madre? Una contadina di Dorne che hai stuprato dopo aver dato fuoco al suo vilaggio? Una puttana? O la sorella inconsolabile, lady Ashara Dayne? Si gettò in mare, mi hanno detto. Perchè? Per il fratello che le hai sgozzato o per il bambino che le hai portato via? Perciò spiegami, onorevole lord Stark, in che modo tu saresti migliore di Robert, o di me?"
“My aunt Allyria says Lady Ashara and your father fell in love at Harrenhal.” - A Storm of Swords
"Mia zia Allyria dice che lady Ashara e tuo padre s'innamorarono ad Harrenal."
"Lady Ashara Dayne. It’s an old tale, that one. I heard it once at Winterfell, when I was no older than you are now.” He took hold of her bridle firmly and turned her horse around. “I doubt there’s any truth to it. But if there is, what of it? When Ned met this Dornish lady, his brother Brandon was still alive, and it was him betrothed to Lady Catelyn, so there’s no stain on your father’s honor. There’s nought like a tourney to make the blood run hot, so maybe some words were whispered in a tent of a night, who can say? Words or kisses, maybe more, but where’s the harm in that? Spring had come, or so they thought, and neither one of them was pledged.” “She killed herself, though,” said Arya uncertainly. “Ned says she jumped from a tower into the sea.” “So she did,” Harwin admitted, as he led her back, “but that was for grief, I’d wager. She’d lost a brother, the Sword of the Morning.” - A Storm of Swords
"Lady Ashara Dayne. È una vecchia storia, quella. L'ho sentita tanto tempo fa, a Grande Inverno, quando avevo più o meno la tua età." Si protese ad afferrare solidamente le briglie di Arya e fece voltare il suo cavallo. "Dubito che ci sia qualcosa di vero. Ma anche se fosse, che cosa cambia? Quando il lord tuo padre ha incontrato questa signora dorniana, suo fratello Brandon era ancora vivo, ed era lui a essere il promesso sposo di lady Catelyn, non Eddard. Quindi non c'è nessuna macchia sull'onore di tuo padre. E non c'è niente come un torneo per far bollire il sangue degli uomini. E delle donzelle. Per cui forse qualche parola è stata davvero sussurrata dentro una tenda, una notte, chi può dirlo? Parole o baci, forse anche qualcosa di più, ma che male c'è in questo? La primavera era arrivata, o almeno così pensavano, e nessuno dei due, lord Eddard e Lady Ashara, era impegnato.""Lei però si è uccisa." Arya era piena di incertezza. "Ned dice che si è gettata in mare da una torre.""Lo ha fatto" ammise Harwin "ma dev'essere stato per il dolore, sarei pronto a giurarci. Lady Ashara aveva perduto suo fratello, la Spada dell'alba."
"The crannogman saw a maid with laughing purple eyes dance with a white sword, a red snake, and the lord of griffins, and lastly with the quiet wolf... but only after the wild wolf spoke to her on behalf of a brother too shy to leave his bench." - A Storm of Swords
"Il crannogman vide una fanciulla dai ridenti occhi violetti danzare con una delle Spade Bianche, con un serpente rosso, con il lord dei grifoni e infine con il lupo più quieto... ma questo fu solo dopo che il lupo selvaggio era andato a parlarle, in quanto suo fratello era troppo timido per lasciare la panca.
I punti a favore ci sono: è appurato che i due si conoscevano, Ned è andato fino a Starfall per consegnare ad Ashara la spada del fratello, e stando alla famiglia Dayne erano innamorati. In effetti la loro presunta storia è così conosciuta che perfino Cersei (seconda citazione) può rinfacciarla a Ned e un po' tutti sembrano credere che il loro sia stato un amore tragico finito male, ma non tutti sembrano convinti che la cosa sia andata oltre il piano platonico. Di certo Ashara è un'argomento che Ned non vuole toccare, tant'è che ha proibito di pronunciare il suo nome a Grande Inverno. Per contro... se è una storia così conosciuta e universalmente accettata perchè non dirlo anche a Jon? Per proteggere l'onore di Ashara? Per evitare che Jon rimugini troppo su una cosa orribile successa tanto tempo prima? O forse Ashara non è la donna giusta: in A Dance with Dragons c'è il pov di ser Barristan Selmy, che ha molto da dire sulla fanciulla. In realtà c'è una storia tristissima dietro in cui Barristan era innamorato di lei ma non si è mai dichiarato per via del suo voto di celibato, ma stando a lui Ashara rimase sì incinta... ma non necessariamente di Ned.
If I had unhorsed Rhaegar and crowned Ashara queen of love and beauty, might she have looked to me instead of Stark? - A Dance with Dragons
"Se avessi disarcionato Rhaegar e incoronato Ashara come regina dell'amore e della bellezza, lei avrebbe guardato me invece di Stark?"
Si parla di uno Stark generico, e ad Harrenhal ce n'erano tre: Benjen, troppo piccolo; Brandon, con un carattere simile a quello di Robert, amante delle donne ed una testa calda; Eddard, troppo timido per chiederle di ballare. Sempre secondo Selmy Ashara ebbe una bambina nata morta e fu quello a spingerla al suicidio.
Wylla
"She must have been a rare wench to make Lord Eddard Stark forget his honor."
Di Wylla si sa pochissimo ma, pur senza drammi o romantiche storie, è quella con le basi più solide per reclamare il titolo 'Madre di Jon Snow' perchè Ned ha detto che è lei, e lei ha confermato. Noi lettori incontriamo Wylla due sole volte, e solo per sentito dire: la prima è quando Robert praticamente estorce a Ned il nome.
"You told me once. Was it Merryl? You know the one I mean, your bastard's mother." "Her name was Wylla," Ned replied with cool coutesy, "and I would sooner not speak of her." - A Game of Thrones
"E sì che me l'avevi detto, il suo nome. Merryl, forse? Lo sai di chi parlo, no? La madre del tuo ragazzino bastardo." "Wylla" rispose Ned con glaciale cortesia. "E preferisco non parlare di lei."
Niente gossip, dunque, ma il migliore amico che sa. In più Ned, pur non volendo approfondire, non ha esitazioni né dubbi . La conferma che Wylla sia la donna che cerchiamo sembra arrivare in A Clash of Kings, quando Arya incontra Edric Dayne, nipote di Ashara ed Arthur: oltre a rivelare alla ragazzina la presunta storia tra sua zia e suo padre, le parla anche di Wylla.
“Brother?” Arya did not understand. “But you’re from Dorne. How could you and Jon be blood?” “Milk brothers. Not blood. My lady mother had no milk when I was little, so Wylla had to nurse me.” Arya was lost. “Who’s Wylla?” “Jon Snow’s mother. He never told you? She’s served us for years and years. Since before I was born.” “Jon never knew his mother. Not even her name.” - A Storm of Swords
"Fratello?" Arya non capiva. "Ma tu sei di Dorne. Come fate tu e Jon ad essere dello stesso sangue?" "Fratelli di latte. Non di sangue. La lady mia madre non aveva latte quando io ero piccolo, così fu Wylla ad allattarmi." "Wylla?" Arya era sempre più confusa. "E chi è Wylla?" "La madre di Jon Snow. Lui non te lo ha mai detto? È stata al nostro servizio per tanti anni. Da prima che io nascessi." "Jon non l'ha mai conosciuta, sua madre. Non ha mai saputo nemmeno il suo nome."
Per i Dayne è quindi scontato che la madre di Jon sia Wylla, ed Edric non ha nessun motivo di mentire... ma personalmente ho sempre trovato strana una cosa: Edric, nella stessa conversazione, conferma sia che Ned e Ashara erano in love, sia che ha messo incinta Wylla. Significherebbe che durante la Ribellione il nostro uomo era sposato con Catelyn, innamorato di Ashara ed è andato a letto con Wylla: considerando il carattere di Ned posso arrivare a credere che avesse in gioco due donne, ma non tre. Insomma, è strano ma resta il fatto che i due, a migliaia di chilometri di distanza e a dopo anni senza essersi visti né sentiti, affermano di essere i genitori.
La figlia del pescatore
"They say he left her with a bag of silver and a bastard in her belly."
C'è poco o nulla da dire sulla figlia del pescatore: di lei non si sa neanche il nome. In pratica appena agli inizi della ribellione Ned dovette viaggiare in segreto, e si fece portare da un pescatore e sua figlia. Il pescatore morì, ma lei riuscì a farlo arrivare lo stesso a destinazione e alla fine del viaggio era incinta. Ops. Personalmente non credo ci sia niente di vero, ma ormai è entrata in lizza.
Lyanna Stark aka R+L=J
Whoever Jon's mother had been, Ned must have loved her fiercely.
Ed eccoci a una teoria così condivisa dal fandom da essere ormai considerata vera, solo in attesa di conferma, ossia che Jon non sia figlio di Eddard bensì di Rhaegar Targaryen e Lyanna Stark. Teoria del complotto ma con più basi di quello che si potrebbe immaginare: ci sono così tanti indizi che si può fare la divisione tematica
1. L'aspetto fisico Per proprietà transitiva sappiamo che Jon e Lyanna si somigliano: tutti dicono che Arya e Jon si somigliano, e Ned nota come Arya somigli a Lyanna... quindi è logico pensare che anche Jon abbia qualcosa in comune con la presunta zia (per la cronaca: che Jon e Arya siano uguali a Ned ha fatto nascere questo glorioso meme).
2. I fatti L'inizio di tutto si trova al grande torneo di Harrenhal: fu vinto da Rhaegar Targaryen, erede al trono sposato con Elia Martell, che incoronò regina d'amore e bellezza Lyanna invece della moglie.
Ned remembered the moment when all the smiles died, when Prince Rhaegar Targaryen urged his horse past his own wife, the Dornish princess Elia Martell, to lay the queen of beauty's laurel in Lyanna's lap. - A Game of Thrones
Ned ricordò quando tutti i sorrisi morirono. Rhaegar Targaryen spinse il cavallo oltre la propria moglie, la principessa Elia Martell di Dorne, e depositò la corona di fiori destinata alla regina di bellezza del torneo in grembo a Lyanna.
Più o meno un anno dopo Lyanna (promessa a Robert Baratheon) venne rapita da Rahegar. Aerys gettò benzina sul fuoco facendo giustiziare Brandon Stark - che voleva la liberazione della sorella - e Rickard Stark - che voleva la liberazione di tutti e due i figli. Scoppiò la ribellione che si concluse col massacro dei Targaryen. E Lyanna? Lei era prigioniera a Dorne, alla Torre della Gioia. Ned, Howland Reed e altri cinque partirono al salvataggio salvo trovarsi di fronte a tre membri della Guardia Reale: morirono tutti tranne Ned e Howland, un sacrificio reso ancora più inutile dal fatto che Lyanna spirò tra le braccia del fratello più o meno cinque minuti dopo l'eroico salvataggio.
3. Rhaegar e Lyanna Cominciamo ad unire i puntini: non si può fare niente se non si guarda un'attimo ciò che sappiamo dei nostri attori: il cattivo è Rhaegar, che ha rapito la ragazza e l'ha stuprata fino ad ucciderla. Peccato che nessuno - tranne Robert - lo reputi capace di un tale atto, e Ned (quando non è completamente neutro a riguardo) pare rispettarne la moralità.
He wondered if Rhaegar had frequented brothels. Somehow he thought not. - A Game of Thrones
Chissà se anche Rhaegar frequentava i bordelli. Per qualche ragione non lo credeva possibile.
Non è esattamente quello che pensi di uno che ti ha rapito e violentato a morte l'adorata sorellina. A questo possiamo aggiungere che Eddard cerca sempre di mitigare il furore di Robert, nonostante sia stato lui a perdere quasi tutta la famiglia per mano dei Targaryen.
"What Aerys did to your brother Brandon was unspeakable. The way your lord father died, that was unspeakable. And Rhaegar... how many times do you think he raped your sister? How many hundreds of times?" - A Game of Thrones
"Quello che Aerys il Folle ha fatto a tuo fratello Brandon è stato innominabile! Il modo in cui il lord tuo padre ha incontrato la morte è stato innominabile! E Rhaegar... quante volte pensi che l'abbia stuprata, tua sorella? Quante centinaia di volte?"
Ovviamente può essere che abbia elaborato meglio il lutto e non voglia essere trascinato in una sterile faida, ma è comunque degno di nota: quella frase sarebbe più che giustificata in bocca a lui. Così come degna di nota è l'opinione di Ser Barristan Selmy (uno dei personaggi veramente positivi di questa serie) su Rhaegar: lo rispettava ed ammirava, quando non si fa problemi ad ammettere la follia di Aerys e i difetti di Robert. Era anche convinto che il principe amasse Lyanna.
Prince Rhaegar loved his Lady Lyanna, and thousands died for it. - A Dance with Dragons
Il principe Rhaegar amava la sua lady Lyanna, e migliaia di uomini morirono per questo.
Brave persone ricordano Rhaegar come un'uomo malinconico, amante della musica e dei libri, gentile e che, di base, avrebbe potuto rimediare ai disastri del padre. Non sembra il tipo da rapire un'adolescente e usarle violenza. Ma lei, invece? La prima impressione che abbiamo è della damigella da salvare, così imbranata che riesce pure a morire dopo il salvataggio.
"You never knew Lyanna as I did, Robert. You saw her beauty, but not the iron underneath." - A Game of Thrones
"Robert, tu non conoscevi Lyanna quanto me. Hai visto la sua bellezza, ma non l'acciaio che si trovava sotto di essa."
O forse no. La prima versione che arriva al lettore è quella di Robert, palesemente innamorato di una Lyanna immaginaria. Da quello che si mette insieme Lyanna era molto simile ad Arya per aspetto e carattere: la definivano un mezzo cavallo per la sua abilità di cavallerizza, sapeva fare a botte (pestò a sangue tre scudieri che malmenavano Howland Reed), fuori dalla cerchia Stark la ricordano come una cosina selvaggia e un maschiaccio. E non era affatto contenta di dover sposare Robert: molto realisticamente sapeva che l'avrebbe riempita di corna.
"Robert will never keep to one bed," Lyanna had told him at Winterfell, on the night long ago when their father had promised her hand to the young Lord of Storm's End. "I hear he has gotten a child on some young girl in the Vale." Ned had held the babe in his arms; he could scarcely deny her, nor would he lie to his sister, but he assured her that what Robert did before their betrothal was of no matter, that he was a good man and true who would love her with all his heart. Lyanna had only smiled. "Love is sweet, dearest Ned, but it cannot change a man's nature." - A Game of Thrones
"Robert non si acconteterà mai di un solo letto" gli aveva detto sua sorella Lyanna tanto tempo prima, quando il loro padre l'aveva promessa al giovane lord di Capo Tempesta. "So che ha avuto una bambina da una ragazza della valle di Arryn." Ned aveva tenuto tra le braccia quella bambina. Non poteva mentire a sua sorella. Però l'aveva rassicurata. Ciò che Robert aveva fatto prima che lui e Lyanna fossero promessi sposi non importava. Robert era un uomo d'onore e l'avrebbe amata con tutto sé stesso. "L'amore è una cosa dolce, caro fratello" aveva risposto Lyanna "ma non può cambiare la natura di un uomo."
Nel fandom l'idea generale è che Lyanna fosse innamorata del principe, supportata dal testo solo in un'occasione: durante il torneo Rhaegar suonò e cantò una ballata triste, e lei pianse.
"The dragon prince sang a song so sad it made the wolf maid sniffle, but when her pup brother teased her for crying she poured wine over his head." - A Storm of Swords
Il principe del Drago cantò una canzone talmente triste che che alla fanciulla-lupo vennero le lacrime agli occhi. Ma quando il suo fratello cucciolo la prese in giro, lei gli versò un'intera caraffa di vino sulla testa.
Un po' pochino, ma si può speculare: all'inizio di tutto il casino Lyanna aveva quattordici anni, e Rhaegar era il principe ereditario bellissimo, abile nel combattimento, interessato alle arti... non è da escludere che tutte le ragazzine del regno avessero una cotta per lui.
Risposte? No, ma piccoli tarli che portano a credere che quello che è successo e quello che viene raccontato non coincidano completamente. Inoltre sulle circostanze del rapimento e sulla morte della ragazza c'è il mistero più fitto: non sappiamo come è sparita e non sappiamo come è morta... a parte che c'entravano sangue e febbre. Sappiamo però che Lyanna ha fatto promettere qualcosa a Ned, e questa promessa lo perseguita ancora.
4. La promessa
Promise me, Ned. The fever had taken her strength and her voice had been faint as a whisper, but when he gave his word, the fear had gone out of his sister's eyes. - A Game of Thrones
"Devi promettermelo, Ned!" La febbre le aveva portato via le forze, la sua voce era stata poco più di un sussurro ma, quando lui le aveva dato la sua parola, la paura era svanita dagli occhi di sua sorella.
Stando a Ned Lyanna avrebbe chiesto di essere seppellita a casa, e ci può stare. Solo che Ned a questa promessa ci pensa sempre.
"You avenged Lyanna at the Trident," Ned said, halting beside the king. Promise me, Ned, she had whispered. - A Game of Thrones
"Lyanna è stata vendicata, Robert." Ned si arrestò accanto al suo re. "Tu l'hai vendicata al Tridente." "Promettimi, Ned" gli aveva sussurrato prima di andare per sempre.
Che uno si chiede che c'entra la promessa di Lyanna con la morte di Rhaegar.
He remembered Rhaegar's infant son, the red ruin of his skull, and the way the king had turned away, as he had turned away in Darry's audience hall not so long ago. He could still hear Sansa pleading, as Lyanna had pleaded once. - A Game of Thrones
Rivide la piccola testa del figlio infante di Rhaegar Targaryen ridotta a una massa rossastra. Ricordò il modo in cui il re aveva girato le spalle allora, come le aveva girate poco prima nella sala dei Darry. Risentì le suppliche di Sansa, e quelle remote di Lyanna.
O con la morte di bambini, o col supplicare per vita di qualcuno.
In soldoni: seppelliscimi a Grande Inverno non sembra coerente col comportamento di Ned, ma proteggere un eventuale figlio della sorella spiegherebbe il suo tormento, perchè se Lyanna fosse stata incinta di Rhaegar e avesse avuto il bambino poco prima del suo salvataggio tornerebbero tante cose: la promessa, tanto per cominciare. Ma anche il modo in cui Ned cerca di lasciarsi alle spalle la faida coi Targaryen, come si opponga all'idea di uccidere Daenerys (per lui una bambina innocente, e incidentalmente quasi coetanea di Jon). Ned sapeva quanto Robert potesse essere violento nella sua furia, al punto di averci litigato dopo la morte dei figli di Rhaegar. Se Jon è figlio da Rhaegar, all'epoca Ned avrebbe potuto salvarlo solo dichiarandolo suo e portardolo nel Nord. Robert l'avrebbe sicuramente ucciso.
5. Segreti, bugie e sensi di colpa La promessa fatta a Lyanna si porta dietro strascichi che ti fanno desiderare ancora di più che Martin ci dica cosa cacchio era, perchè ben presto diventa chiaro che per mantenerla Ned ha fatto qualcosa che lo tormenta tutt'ora.
"I will," Ned promised her. That was his curse. Robert would swear undying love and forget them before evenfall, but Ned Stark kept his vows. He thought of the promises he made to Lyanna as she lay dying, and the price he'd paid to keep them. - A Game of Thrones
"Lo farò" le aveva promesso Ned. Era la sua maledizione. Robert Baratheon giurava eterno amore nel pomeriggio, dimenticandosene prima del tramonto, ma Eddard Stark manteneva le promesse. Ricordò quelle fatte a sua sorella Lyanna in punto di morte, e il prezzo che aveva pagato per mantenerle.
La cosa che salta all'occhio è il prezzo: se Ned avesse promesso a Lyanna di seppellirla a Grande Inverno la cosa sarebbe finita lì, ma se Ned avesse dovuto presentare alla moglie un bambino bastardo da crescere accanto ai suoi, se avesse dovuto mentire per anni... quelloè un prezzo. E non è l'unica volta che la faccenda viene nominata:.
Troubled sleep was no stranger to him. He had lived lies for fourteen years, yet they still haunted him at night. - A Game of Thrones
Per quattordici anni era stato costretto a coesistere con le sue stesse menzogne, e ancora adesso tornavano nei suoi incubi.
Some secrets are safer kept hidden. Some secrets are too dangerous to share, even with those you love and trust. - A Game of Thrones
Alcuni segreti sono più al sicuro tenuti nascosti. Alcuni segreti sono troppo pericolosi per essere condivisi, anche con coloro che ami e di cui ti fidi. [Tradotta da me perchè non ho trovato la frase nell'edizione italiana neanche a mettermi a pianngere in greco]
The rain had driven everyone under their roofs. It beat down on Ned's head, warm and relentless as old guilts. - A Game of Thrones
La pioggia aveva spinto tutti quanti a cercare riparo. Una pioggia incessante che picchiava sul volto di Eddard Stark, calda come sangue e implacabile come antiche colpe.
The lies we tell for love, he thought. May the gods forgive me. - A Game of Thrones
"Quali menzogne diciamo in nome dell'amore" pensò. "Possano gli dei perdonarmi."
È ovvio che Ned abbia uno scheletro nell'armadio che lo tormenta, un segreto che non ha confidato a nessuno. Che la bugia in cui vive da quattordici anni sia aver reclamato Jon come suo macchiando il proprio onore, ferendo Catelyn, mettendo la sua famiglia e la sua gente in pericolo se scoperto ha senso. Soprattutto perchè Jon, in quel momento della storia, ha quattordici anni.
6. I pensieri su Jon Nell'edizione inglese si può notare una cosa che, in questo contesto, cambia significato: Ned non pensa mai a Jon come a suo figlio e, se possibile, cerca di dirlo il meno possibile a voce.
"Never ask me about Jon," he said, cold as ice. "He is my blood, and that is all you need to know." - A Game of Thrones
"Mai, mai chiedermi di Jon." La sua voce era stata fredda come il ghiaccio, affilata come il vento che soffiava da oltre la Barriera. "Jonè sangue del mio sangue. Questa è la sola cosa che ti sarà dato conoscere."
Scelta particolare di parole: Ned conferma a Catelyn che Jon ha il suo sangue ma non che è suo figlio, e considerando la sua estrema onestà e rettitudine potrebbe essere un modo di dire la verità senza far capire la verità.
Ned thought, If it came to that, the life of some child I did not know, against Robb and Sansa and Arya and Bran and Rickon, what would I do? - A Game of Thrones
"E se la situazione fosse stata rovesciata: la vita di un bimbo sconosciuto contro quelle di Robb, Sansa, Arya, Bran, Rickon... cosa farei io?"
Jon non viene nemmeno incluso nella lista mentale che Ned fa dei suoi figli, ma Eddard fa pari con questa pessima esibizione di amore paterno desiderando di parlare col suo bastardo nel momento meno opportuno di sempre. Panoramica veloce (e spoiler dal primo libro): Ned è stato fatto prigioniero ad Approdo del Re, praticamente tutti i suoi uomini sono morti, c'è una potenziale crisi di successione in atto e - grazie alle prime due - una potenziale rivolta del Nord. In tutto questo uno dei suoi più grossi crucci è non poter parlare con Jon.
The thought of Jon filled Ned with a sense of shame, a sorrow too deep for words. If only he could see the boy again, sit and talk with him... - A Game of Thrones
Jon. Il pensiero del ragazzo riempì Ned di una vergogna, di una sofferenza troppo grandi per essere espresse a parole. Se solo avesse potuto vedere Jon un'ultima volta, parlargli...
A onor del vero Ned ci pensa dopo che Varys nomina il ragazzo, ma prima aveva parlato di Robb e non c'è stata nessuna reazione simile. In una tale situazione avrebbe molto più senso che Eddard volesse parlare con Robb, o Catelyn, o chiunque abbia un minimo di autorità al Nord, anche solo per dire "Dichiaratevi per Stannis, non proclamate l'indipendenza!". Ma no, per vergogna e tristezza Ned vuole dire qualcosa a Jon. Si può teorizzare che volesse dirgli chi fosse sua madre. La cosa si ripercuote anche nei sogni profetici di Bran.
"I dreamed about the crow again last night. The one with three eyes. He flew into my bedchamber and told me to come with him, so I did. We went down to the crypts. Father was there, and we talked. He was sad." "And why was that?" Luwin peered through his tube. "It was something to do about Jon, I think." The dream had been deeply disturbing, more so that any of the other crow dreams. - A Game of Thrones
"Ho sognato di nuovo il corvo, ieri notte. Il corvo con tre occhi. È volato nella mia camera da letto e mi ha detto di seguirlo. Così sono andato con lui. Siamo scesi nelle cripte.. C'era il lord mio padre, là sotto. Abbiamo parlato. Lui era triste.""E come mai?" Maestro Luwin continuava a osservare attraverso il suo tubo. "Qualcosa che aveva a che fare con Jon, credo." Il sogno era stato profondamente inquietante, molto più di tanti altri sogni con il corvo.
Qualunque sia questa cosa che riguarda Jon è sicuramente importante.
7. Le rose blu Che c'entrano le rose blu, chiederete voi. A prima vista niente, se non che Martin si prende la briga di associarle a Lyanna in ogni occasione utile.
Promise me, she had cried, in a room that smelled of blood and roses. Promise me, Ned... -A Game of Thrones
"Prometti" lo aveva implorato, mentre giaceva in quella stanza satura dell'odore delle rose e del sangue. "Devi promettermelo, Ned!"
As they came together in a rush of steel and shadow, he could hear Lyanna screaming. "Eddard!" she called. A storm of rose petals blew across a blood-streaked sky, as blue as the eyes of death. - A Game of Thrones
Le loro lame si incrociarono, ombre e acciaio all'assalto, e allora lui udì Lyanna gridare: "Eddard!". Un turbine di petali di rosa vorticò su un cielo striato di sangue, un cielo blu come gli occhi della morte. [poichè ho un'altissima stima di questa traduzione, ritengo che il blu come gli occhi della morte fosse riferito ai petali e non al cielo, che appena prima è stato descritto come striato di rosso e quindi non ha molto senso che sia definito subito dopo come super-blu... anche perchè in questa serie gli occhi blu della morte rimandano ad una cosa precisa]
"The night of our wedding feast, the first time we shared a bed, he called me by your sister's name. He was on top of me, in me, stinking of wine, and he whispered Lyanna." Ned thought of pale blue roses, and for a moment he wanted to weep. - A Game of Thrones
"La notte delle nostre nozze, la prima volta che condividemmo il talamo, mi chiamò col nome di tua sorella. Era sopra di me, dentro di me, ubriaco, e sussurrò: 'Lyanna'." Eddard Stark pensò a quei pallidi petali di rose blu e dovette fare uno sforzo per respingere le lacrime.
"Promise me, Ned," Lyanna's statue whispered. She wore a garland of pale blue roses, and her eyes wept blood. - A Game of Thrones
"Prometti, Ned!" gli sussurrò la statua di lei. Portava una girlanda di rose azzurre attorno al collo e dai suoi occhi scendevano lacrime di sangue.
The slim, sad girl who wore a crown of pale blue roses and a white gown spattered with gore could only be Lyanna. - A Clash of Kings
La fanciulla snella e triste, con la corona di pallide rose blu e l'abito inzuppato di sangue, non poteva essere che Lyanna.
Ma perchè dovrebbe essere importante collegare le rose blu con Lyanna Stark? Perchè dall'altra parte del mondo Daenerys ha la brillante idea di entrare nella Casa degli Eterni, dove ha circa un milione di visioni tra cui questa.
A blue flower grew from a chink in a wall of ice, and filled the air with sweetness. - A Clash of Kings
Un fiore azzurro nasce da una cavità in una muraglia di ghiaccio, l'aria è piena di fragranza.
Ossia qualcosa che simbolizza sempre Lyanna su un muro di ghiaccio, e ditemi che non viene naturale "tradurre" la visione in Jon alla Barriera. Credo che Martin abbia investito due libri in questo simbolismo.
8. La Guardia Reale
Quando Lyanna fu "salvata" la ribellione era praticamente finita: Rhaegar era morto al Tridente; Approdo del Re era stata conquistata; Aerys, Elia, Rhaenys ed Aegon erano stati uccisi e la regina Rhaella, incinta, si era rifugiata a Dragonstone con Viserys. In questo desolante panorama è assurdo che i tre rimanenti membri della Guardia Reali (esclusi Barristan Selmy e Jaime Lannister) fossero con Lyanna e non a proteggere la regina e l'erede al trono. In effetti, se si considera che i sette proteggono solo il re e la famiglia reale, è assurdo che fossero lì in primo luogo. Non erano nemmeno tre membri a caso: uno era Arthur Dayne, guerriero leggendario, e uno addirittura il comandante della Guardia Reale. Che ci facevano tre cappe biance del loro calibro a guardia di una ragazzina il cui rapimento aveva causato la fine di una dinastia e che - a quel punto - avrebbe anche potuto essere impacchettata e rispedita a casa? La loro presenza non ha molto senso, ma si spiegherebbe se fossero stati lì per proteggere il figlio di Rhaegar (che, in caso Lyanna e Rhaegar si fossero sposati [e non è impossibile perchè i Targaryen hanno anche la poligamia tra le tradizioni di famiglia], sarebbe stato l'erede al trono).
9. Conclusioni & Wylla In soldoni: R+L=J risponderebbe a tante domande. Spiegherebbe perchè la Guardia Reale era alla Torre della Gioia, spiegherebbe perchè Ned si è tenuto stretto Jon, perchè non volesse portarlo alla capitale e il suo sollievo all'idea di mandarlo tra i Guardiani della Notte (tagliandolo di fatto fuori dalla vita politica del regno nel modo più definitivo ever). Spiegherebbe il mistero attorno alla madre del ragazzo, la promessa fatta a Lyanna e il senso di colpa che ne è seguito. Ma non spiega perchè Wylla, dal lato opposto di Westeros, dica di essere la madre di Jon. A un secondo sguardo però ha un senso: molti pensano che Ned abbia reclutato la donna come balia a Starfall, dopo aver riportato la spada di Arthur Dayne ad Ashara, e l'abbia pagata o convinta a dichiararsi madre del bambino per proteggerlo. Personalmente credo che Wylla sia entrata in gioco molto prima: se Lyanna era davvero incinta suppongo le abbiano fornito una balia o una donna che l'aiutasse durante il parto, oppure - prima - una dama di compagnia. Poi sì: con Ned si sono messi d'accordo per proteggere il bimbo.
E queste sono le varie teorie sui genitori di Jon Snow: io sono una sostenitrice della R+L=J perchè si collega ad altri misteri. Si sa che Rhaegar stava cercando di adempiere ad una profezia: riteneva il figlio Aegon il Principe Promesso (e sua era la canzone del ghiaccio e del fuoco, che nessuno sa cos'è ma visto che è il titolo della saga deve essere importante) ma anche che il drago dovesse avere tre teste. Considerando che Elia non era in grado di avere altri figli Rhaegar potrebbe aver cercato un'altra donna con cui concepire la terza testa del drago, e andando a simbolismo chi rappresenta meglio il ghiaccio e il fuoco degli Stark e dei Targaryen? Potrebbe essere per questo che ha rapito Lyanna in primo luogo. ... Quanto abbiamo bisogno che questa saga finisca.
Disclaimer: le gif e le immagini - ovviamente - vengono da tumblr e pinterest. Alla teoria R+L=J sono arrivata da sola, ma avevo mancato parte degli indizi, ne segue che questo è un'articolo dove mi sono aiutata con una fonte esterna: westeros.org. Mi è stato fondamentale per non perdere qualche punto per strada.
Qualche anno fa Avevano spento anche la luna fece il giro dei lit-blog: le recensioni entusiaste e il tema particolare me lo fecero recuperare con l'intenzione di leggerlo quanto prima, poi me lo sono completamente dimenticato nel kindle finchè non ho deciso di smaltire con un minimo di criterio la TBR. Ecco, con anni di ritardo rispetto al caso letterario, la mia recensione. Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi , chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell'universit, sulla lista nera, insieme a molti altri scrittori, professori, dottori e alle loro famiglie. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Verr deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senzaritorno tra le ste ppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c' qualcosa che non possono togliere a Lina. La sua dignit. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al campo di prigionia del padre. l'unico modo, se c', per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi. Lina si batte per la propria vita, decisa a non consegnare la sua paura alle guardie, giurando che, se riuscir a sopravvivere, onerer per mezzo dell'arte e della scrittura la sua famiglia e le migliaia di famiglie sepolte in Siberia. Ispirato a una storia vera, Avevano spento anche la luna spezza il silenzio su uno dei pi terribili genocidi della storia, le deportazioni dai paesi baltici nei gulag staliniani. Venduto in ventotto paesi, appena uscito in America balzato in testa alle classifiche del New York Times. Definito all'unanimit da librai, lettori, giornalisti e insegnanti un romanzo importante e potente, racconta una storia unica e sconvolgente, che strappa il respiro e rivela la natura miracolosa dello spirito umano, capace di sopravvivere e continuare a lottare anche quando tutto perso.
C'è un punto in comune, nella maggior parte delle recensioni che ho letto: come, grazie a questo libro, in tanti siano venuti a conoscenza delle deportazioni del regime comunista. Dei Gulag, della Kolyma, della violenza quotidiana, della censura. Di persone mandate a morire senza alcuna colpa, spesso con le loro famiglie. La fame, il freddo, la fatica. Per me non è stato così: sapevo già degli orrori russi, quindi questo libro non mi ha svelato niente. Forse è per questo che la mia esperienza è stata decisamente deludente: Avevano spento anche la luna non mi ha trasmesso nulla. L'ho trovato senz'anima e - per certi versi - la fiera dalla banalità. Ora, prima di mettermi a dire perchè e per come non mi è piaciuto, indoro un'attimo la pillola: tanto per cominciare, l'intento dell'autrice non è malvagio. Sull'Olocausto e sui genocidi la narrativa tende a dividersi in due: i libri per bambini, che cercano di spiegare ai piccoli cosa è successo senza traumatizzarli per sempre; e quelli per adulti, di cui alcuni possono essere apprezzati anche dagli adolescenti. Per questo motivo che Ruta Sepetys abbia scritto un libro su quest'argomento mirato ai giovani non è una cosa negativa: si è documentata, ha scelto una tragedia più sconosciuta di molte altre e ha trattato l'argomento con rispetto. Come ho detto, tanti hanno scritto di come questo libro gli abbia aperto gli occhi, ed è positivo.
Ma un libro non è costituito solo dai suoi intenti, e questo qui - nonostante il tema - non mi ha mai coinvolta: non ho mai avvertito la paura, la sofferenza, la perdita progressiva dell'umanità in favore dell'istinto di sopravvivenza, anzi. La storia di Lina e della sua famiglia somiglia molto poco ad racconto realistico e molto a quello che una ragazzina si immagina: non lo dico in modo negativo, perchè è difficile da adulti capire cosa fossero davvero quelle situazioni, figuriamoci a tredici anni, ma ecco... l'altruismo sempre e comunque, il buon cuore, il cameratismo, la sfida all'aguzzino, sopportare eroicamente, sono tutte cose che si trovano più nei romantici ideali di un'adolescente che nella storia. E credo che quando si parla di argomenti simili, si debba cercare di mostrare la realtà più che nutrire la fantasia. In Avevano spento anche la lunaè come se l'autrice cercasse di proteggere il lettore dalla mostruosità che sta descrivendo, col risultato che il libro è poco incisivo dove avrebbe potuto esserlo molto di più: è molto bello che scriva di come Elena sia altruista, amata e rispettata, o di come tutti siano disposti a privarsi di legno nel pieno dell'inverno per costruire una bara, ma non è realistico. "Con quale facilità l'uomo può dimenticare di essere un uomo" ha scritto Varlam Salamov, che nei Gulag ci ha passato diciassette anni, e che ha raccontato come l'altruismo e l'onore fossero non rubare il pane di un'altro, non il condividerlo. Che si può salvare una gatta dalle botte e dal freddo, nutrirla, amarla, farla sentire amata. E arrivare ad un punto in cui la uccidi assieme i suoi gattini, per poter mangiare.
I personaggi di questo libro non mi sono piaciuti: Elena è buona perchè sì, una santa martire che avrebbe trovato lati positivi in Stalin in persona se ci avesse passato dieci minuti insieme, e a modo suo totalmente irreale, quasi fuori luogo. Viaggia così convinta sul binario della bontà che ad un certo punto ho iniziato a sospettare che fosse dissociata dalla realtà della sua condizione. Lina è un'altro paio di maniche, irreale e fuori luogo per altri motivi: non sembra che stia vivendo la storia, ma che sia una ragazzina moderna che si indigna per quella storia. È orgogliosa, e questo ci può stare, ma è anche aggressiva, rumorosa, con atteggiamenti di sfida semplicemente impossibili da trovare credibili: risponde male alle guardie, non cerca di passare inosservata, ruba documenti, spesso non è dove dovrebbe essere, e non impara mai la lezione. Alla fine la mia sospensione dell'incredulità era tutta investita nel fatto che l'avessero ammazzata, perchè avrebbe dovuto essere fucilata ogni due pagine o quasi. Gi altri me li ricordo molto poco: la narrazione è molto distaccata, e questo mi reso molto difficile ricordare chi fossero i comprimari, o interessarmi alle loro vicende. Mi ha lasciato molto perplessa l'accenno alla storia d'amore, perchè per quanto sia giusto un accenno... beh, non mi sembrava esattamente una priorità e - onestamente - non è che me ne importasse più di tanto. In definitiva apprezzo l'intento, ma non lo trovo particolarmente riuscito: nell'insieme ho trovato il libro molto ingenuo e superficiale, pur senza cattiveria. Se volete dei libri che vi dilaniano l'anima sul serio e vi fanno sentire in colpa per stare bene, leggete quelli dei sopravvissuti.
Eccoci di ritorno con la rubrica sulle nuove entrate in libreria creata da Kristi The Story Siren, che su questo blog ha ormai perso qualsiasi parvenza di regolarità e viene pubblicata secondo la logica del "Ne ho presi abbastanza da giustificare un post". Dico subito che la quantità di cartacei che ho comprato a questo giro è giustificata da Libraccio che ha scontato i remainders del 65%, col risultato che ho speso con la sensazione di risparmiare tantissimo.
Cartacei - Miracolosamente gli ho trovato posto
Hanno sete, di Robert McCammon. Stando alla sinossi è un libro di vampiri vecchio stile, e anche se non ho mai sentito parlare dell'autore la Gargoyle pubblicava (o pubblica? l'ho persa di vista e non so se è ancora in attività) roba bellina. Almeno quella che ho preso io. Che era Martin, in effetti.
Le porte dell'inferno si sono aperte, di John Connolly. Questo è uno di quei libri che non importa quanto legga la trama, continuo a non avere idea di che cosa dovrò aspettarmi. Però la cover è così carina che non ho saputo resistere.
Per l'amor di un dio, di Marie Philips. Questo ce l'avevo in WL da anni. Anni. Lo puntavo in e-book, poi con lo sconto costava molto meno di carta, ed eccolo qui.
Katherine, di Anya Seton. Romanzo storico con protagonista tale Katherine de Roet, che stando alla quarta di copertina e wikipedia ha avuto una vita decisamente interessante.
La grotta di cristallo, di Mary Stewart. Primo di una serie che amo, di cui possiedo i volumi in edizioni diverse perchè era - ovviamente - fuori catalogo e ho dovuto cercarli su ebay e ai mercatini dell'usato. Ho voluto ricompensare la CE comprandolo (e gli farò un po' di pubblicità, visto che non si trova su amazon e su goodreads questa nuova edizione non c'è).
La casa sulle sabbie mobili, di Carlton Mellick III. Non è esattamente il mio autore preferito (a volte è un po' troppo... troppo), però quando una sua opera mi piace, mi piace davvero. La trama di questo librino qui mi ha colpita moltissimo quindi sono più che fiduciosa.
Il patto, di Jodi Picoult. I libri di Jodi Picoult sono il mio più grande guilty plesure: non mi sono mai commossa leggendone uno (anche se nove volte su dieci parlano di bambini malati o moribondi o morti), ma ogni tanto ho voglia di immergermi nell'assurdo, assoluto melodramma che questa donna riesce a creare.
Anne & Henry, di Dawn Ius. Un retelling della storia di Anna Bolena ed Enrico VIII ambientato ai giorni nostri in un liceo. Sì, avete letto bene, e no, non potevo non farlo.
Il castel Baradello si trova in Lombardia, sull'omonimo colle, e domina la città di Como. Poichè si tratta di una costruzione molto antica non è ben chiaro a quando risalga la sua origine, anche se si sa che le mura hanno origine bizantina. Un tempo era molto più grande, ma per via della sua posizione sopraelevata il castello ha sempre avuto funzioni militari: è stato testimone di innumerevoli guerre e scontri, finchè nel 1527 fu dato ordine di smantellarlo per evitare che cadesse nelle mani dei francesi - che avevano invaso la Lombardia - e solo la torre si salvò. Ebbe un ritorno di gloria nel 1848 quando, dopo le Cinque Giornate di Como, sulla torre su issato il tricolore. Fu restaurato per la prima volta nel 1903 perchè pericolante, e in seguito nel 1971. Oggi il castello fa parte del Parco della Spina Verde ed è visitabile su prenotazione.
In linea generale mi reputo una persona ragionevole: non mi piace giudicare prima di vedere dove si sta andando a parare e, quando si parla di adattamenti, sono consapevole che la differenza di media porta a scelte drastiche su cosa adattare e come (eccezione alla regola: The Walking Dead. Odio quel telefilm.). Questo significa che non sono tra i lettori che urlano allo scandalo perchè Game of Thrones non segue più alla lettera A Song of Ice and Fire e perchè i personaggi nel libro sono in un modo e in tv in un'altro. Ma il cielo mi è testimone che sì, per la sottotrama di Dorne sarò esattamente quel tipo di lettrice. Rant logorroico, meta a caso, spoiler come se non ci fosse un domani su telefilm e libri, e ho detto rant? Game of Thrones si trova in una situazione spinosa: non solo ha raggiunto e ufficialmente superato i libri, ma è anche arrivato a quei libri che hanno suscitato reazioni contrastanti: due volumi di transizione, di assestamento politico, di Martin che si è incartato e, per me, si è anche un po' rotto le scatole di questa saga. Insomma, AFfC e ADwD non sono esattamente i libri più eccitanti di sempre, e se in una saga letteraria ha senso che ci si prenda un attimo di riflessione, in un serie televisiva è necessario fare il contrario e alzare la posta ogni anno per vincere spettatori e budget. Già qui si capiva che sarebbero iniziati i problemi. Poi c'è il numero assurdo di sottotrame e personaggi (vecchi, nuovi, secondari) presenti su carta e la necessità, per i produttori, di calare la scure in modo spietato: personaggi esclusi, personaggi uccisi, personaggi combinati, sottotrame semplificate o tagliate fuori o concluse in fretta e furia. Insomma, una crociata all'insegna dello sfoltire per dire tutto in dieci ore mantenendo un minimo di coerenza.
E poi c'è Dorne, il vero fallimento di Game of Thrones. Un fallimento di cui, tra l'altro, è possibile risalire al punto d'origine: Oberyn Martell.
Il colpevole
Oberyn è un personaggio con una maledizione molto semplice: è troppo figo. Affascinante, esotico, pericoloso, badass, arguto. Arriva e attira subito l'attenzione: rappresenta Dorne, regione fino a quel momento solo nominata. Odia i Lannister. Vuole giustizia. Non vendetta, anche se schifo non fa, ma giustizia. E in questa serie, quando qualcuno vuole qualcosa di buono, quando non è palesemente malvagio o uno stronzo epocale, quando si batte per qualcosa di postivo senza essere un cretino... ti affezioni. Oberyn in mezzo ai Lannister è una bomba pronta ad esplodere: lui vuole giustizia per sua sorella e i suoi figli. Elia Martell, stuprata e uccisa da Gregor Clegane, e i piccoli Aegon e Rhaenys, brutalmente assassinati. Tutto per ordine di Tywin Lannister, tutto messo a tacere dopo l'ascesa al trono di Robert.
Per la morte di Elia e dei suoi figli Oberyn voleva scendere in guerra , e solo Jon Arryn era riuscito a trattare la pace, col tacito accordo di ignorarsi a vicenda.
"Elia who died. And died alone."
Qual è il problema in tutto questo? Che Oberyn è progettato per introdurre altri personaggi. Non è lui che conta a lungo termine: è un plot device per arrivare a chi conterà davvero, ossia Arianne Martell, Doran Martell e - in misura molto minore - le Sand Snakes (per dire: puoi fare Dorne senza le Sand Snakes; non puoi fare Dorne senza Arianne). Nel telefilm, invece, hanno puntato tutto su Oberyn: divenuto un fan-favourite, è stato deciso che i personaggi chiave sarebbero stati quelli più legati a lui, ossia la sua compagna (Ellaria) e le sue figlie. E che la trama sarebbe stata vendicare lui, punto.
Il problema è che tutto quello che succede a Dorne nel telefilm è realizzato malissimo e non ha senso: se cambi la trama dei libri a me può anche andare bene, ma devi darmi qualcosa in cambio, qualcosa che sia interessante come nei libri se non di più. Invece la trama dorniana sembra che l'abbia scritta gente che non ha mai visto GoT. Abbiamo un personaggio che:
ama la sua famiglia
vuole vendetta per la sua famiglia
ha preso come punto d'onore essere migliore di coloro che odia
ha ben chiaro chi è il responsabile della morte di Elia, e vuole colpire lui
sottolinea come Dorne sia diversa da Approdo del Re
specifica che Myrcella è al sicuro perchè "we don't hurt little girls in Dorne"
specifica che Myrcella è fortunata ad essere a Dorne perchè "the rape and murder of women and children is considered distasteful"
Cosa decidono di fare le figlie di quest'uomo, la sua compagna? In che modo le persone che più lo hanno amato decidono di onorarne la memoria? Uccidendo la bambina che Oberyn ha più volte dichiarato essere al sicuro perchè loro non sono così. Uccidendo il fratello e il nipote di Oberyn perchè... non si sa perchè. Uccidendo la loro stessa famiglia, senza mostrare il benchè minimo segno di dispiacere, o di dolore, o di tristezza.
Non c'è nulla di salvabile: sono della psicopatiche che, per quello che mi riguarda, devono morire male e che pure Oberyn avrebbe disprezzato.
Poi c'è Doran, un personaggio utilizzato malissimo: è un'uomo che vuole la pace più di ogni altra cosa. Ha visto la guerra, e non vuole trascinare la sua gente in un conflitto alle soglie dell'inverno: i deboli soffrirebbero e morirebbero, usare il sangue di innocenti per lenire il suo dolore non lo attira. È a servizio del suo popolo e non gli importa altro. Non è una scelta malvagia, e sarebbe stato possibile capirlo e parteggiare per lui se l'avessero fatto apparire per più di quindici minuti: per quanto Alexander Siddig sia bravo non può vendere al pubblico una caratterizzazione simile in così poco tempo e quello che emerge è un personaggio mal sviluppato, debole, interpretato da un'ottimo attore sprecato in modo criminale. Myrcella e Trystane sono un'altra occasione gettata alle ortiche: due ragazzini che si amano sinceramente e l'incarnazione di un futuro pacifico, vittime innocenti dell'odio e della sete di sangue. Il problema, di nuovo, è che non li conosciamo: li vediamo per cinque minuti, e l'unica cosa che fanno è limonare e lanciarsi in dialoghi pregni di significato in stile "Mi ami? Ma quanto mi ami? Tanto? Ma tanto quanto?" Sono due adolescenti che si piacciono e vanno a pomiciare in un angolo del giardino, che non è una cosa brutta ma neanche una cosa per cui fare il tifo.
Non ci è dato sapere altro di loro
Se la trama ha poco senso, i dialoghi e l'esecuzione non sono da meno: ci sono grandissimi piani in stile "Entriamo in pieno giorno per rapire la principessa" (e dopo cosa pensi di fare, genio?), coreografie di combattimenti ridicole e la peggior scrittura che GoT abbia mai mostrato ("You want a good girl, but you need a bad pussy"). Sulla coreografia posso trovare una giustificazione nel castello di Siviglia: credo che gli abbiano negato i permessi a girare di notte, e movimenti di attori e telecamere erano chiaramente minati dalla politica del "Non toccate niente", ma sulla sceneggiatura non ci sono scuse che tengano. Tutta la sottotrama è di una pigrizia incredibile, noiosa e irritante. Non si capisce neanche che vogliano fare: Ellaria e le tre cretine hanno sterminato i Martell però loro sono tutte illegittime e hanno zero diritti a governare, ma suppongo che lo show si dimenticherà di questo "piccolo" dettaglio. E per i lettori è ancora peggio, perchè sappiamo cosa avremmo potuto avere.
Dorne mi è sempre sembrata la parte più facile da adattare: non ci sono draghi, non ci sono giganti, non ci sono metalupi e non ci sono battaglie epocali. È tutta politica. Sono personaggi che complottano, che parlano, una guerra di intelletti. È un luogo con leggi diverse, soprattutto per quanto riguarda la successione: è l'unico posto dove eredita il primogenito, a prescindere dal sesso. E l'erede di Doran non è Trystane ma Arianne. Non solo: la protagonistaè Arianne. È la sua storia: lei mette in moto gli eventi, lei ha l'arco narrativo principale, leiè il personaggio che cambia e cresce in virtù di quanto successo.
"I want Sunspear, and my father's seat. I want Dorne. I want justice"
Arianne Martell è il cuore e il motore della sottotrama di Dorne: è lei a reputare il padre troppo debole, ed è lei a tramare contro di lui. Non per ucciderlo, nè per uccidere i suoi fratelli, perchè gli vuole bene e perchè uccidere i parenti è il peggior crimine che si possa commettere a Westeros, ma si sente ignorata, crede che Doran voglia toglierle la sua eredità in favore del fratello Quentyn. Sminuita e offesa, Arianne ordisce un piano per incoronare Myrcella regina dei Sette Regni (secondo la legge dorniana l'erede al trono è lei), e usarla per scatenare una guerra civile e - finalmente - rovesciare l'ira di Dorne sui Lannister, costringendoli a scegliere tra Tommen e la bambina. Ma Ellaria e le figlie di Oberyn? Qui si va a toccare un altro tasto, ossia "Ellaria non è pazza e Doran non è stupido": la prima non ha nessun desiderio di vendetta. Ha perso l'uomo che ama, il padre delle sue figlie, e non vede come portare avanti l'eterno ciclo di vendetta e violenza possa servire a qualcosa.
"Oberyn wanted vengeance for Elia. Now the three of you want vengeance for him. I have four daughters, I remind you. Your sisters. My Elia is fourteen, almost a woman. Obella is twelve, on the brink of maidenhood. They worship you, as Dorea and Loreza worship them. If you should die, must Elia and Obella seek vengeance for you, then Dorea and Loree for them? Is that how it goes, round and round forever? I ask again, where does it end? I saw your father die. Here is his killer. Can I take a skull to bed with me, to give me comfort in the night? Will it make me laugh, write me songs, care for me when I am old and sick?"
Doran, invece, quattro secondi dopo essere stato avvicinato dalle tre nipoti che chiedevano vendetta le fa rinchiudere per evitare casini, insieme alle sorelline minori per andare sul sicuro. "Doran plays to win," ha detto Martin. La cosa migliore della trama di Dorne è che il culmine non avviene tramite la violenza insensata: veniamo ripagati coi dialoghi e la scoperta che Doran non è affatto un uomo pacifico, disposto a passare sopra la morte dei fratelli in virtù della pace.
"I have worked at the downfall of Tywin Lannister since the day they told me of Elia and her children."
Risposta di Doran alla domanda "Cosa vuoi?"
Il problema non è che il telefilm ha cambiato la trama e i personaggi: il problema è che il telefilm non ha messo niente di altrettando soddisfacente come la scoperta che Doran è leale ai Targaryen e che tiene Dorne fuori da tutto per potersi unire a Daenerys con l'esercito fresco e riposato, quando la ragazza arriverà a Westeros. Non ha dimenticato Elia ed Oberyn, e di certo non ha perdonato, eppure Martin non lo fa muovere solo grazie all'odio: vediamo il suo dolore più che la sua rabbia, i suoi dubbi e rimpianti. È un personaggio complesso, più profondo di quello che sembra.
"Until the mountain crushed my brother’s skull, no Dornishmen had died in this War of the Five Kings. Tell me, Captain, is that my shame or my glory?"
"I was a man grown when they [Elia e Oberyn] were playing in these pools. Yet here I sit, and they are gone."
Martin ci fa anche intravedere che il suo rapporto con Oberyn non era semplice come poteva sembrare all'inizio, il fratello responsabile e il fratello ribelle: erano uniti, Oberyn conosceva Doran e il suo piano, lo amava e rispettava... e sapeva quanto il fratello potesse essere pericoloso.
"I know you all believe me weak, frightened, feeble. Your father knew me better. Oberyn was ever the viper. Deadly, dangerous, unpredictable. No man dared tread on him. I was the grass. Pleasant, complaisant, sweet-smelling, swaying with every breeze. Who fears to walk upon the grass? But it is the grass that hides the viper from his enemies and shelters him until he strikes."
I libri vedono Arianne e le sue cugine sconfitte da Doran, messe di fronte ad una semplice realtà: sono delle bambine che hanno giocato ad essere grandi, dove il principe di Dorne è un giocatore a lungo termine meticoloso e implacabile. E se vogliono sopravvivere, se vogliono giustizia e vendetta, è a lui che devono ubbidire.
"I was a foolish willful girl, playing at the game of thrones like a drunkard rolling dice."
Non conosco nessuno che apprezzi la parte dorniana del telefilm: anche coloro che non leggono i libri la trovano inferiore a tutto il resto (mia sorella l'ha definita "una fanfiction scritta male"), come se fosse un altro programma che non c'entra niente con Game of Thrones: c'è stato investito troppo poco tempo per far sì che agli spettatori importasse qualcosa, e la maggior parte dei personaggi coinvolti non ha una storia da raccontare e cose da dire. L'unico ad avere un vago arco narrativo è Jaime, e va nella direzione opposta rispetto alla sua evoluzione fino a quel momento: fino alla terza stagione la sua storia era trovare sé stesso allontandosi da Cersei, mentre a Dorne impara a superare la vergogna nata dall'avere una relazione con la propria gemella, e di averci fatto tre figli.
La mia impressione è che, in GoT, Dorne sia stata inserita perchè Oberyn era popolare, e messa a servizio di Jaime perchè è un personaggio conosciuto. Poi sono riusciti a mancare completamente il bersaglio su cosa aveva reso Oberyn memorabile, non hanno dato anima ai dorniani e hanno fatto un casino con Jaime. Come trama a sé stante è ridicola: non è chiaro cosa Ellaria e le sue tre anonime figlie vogliano ottenere ("Vendetta per Dorne e per Oberyn", che vuol dire poco e niente), né perchè si siano fissate con l'idea di uccidere Myrcella anche dopo l'arrivo di Jaime (che, tipo, era lì quando Oberyn è morto, e in effetti era lì anche quando è morta Elia). Ellaria è un personaggio sgradevole, palesemente una villain. Doran è un'inutile imbecille. Obara, Tyene e Nymeria sono ridicole ed indistinguibili. Myrcella, Trystane e Areo sono comparse.
Al momento la loro parte è così inconsistente che non escluderei che, una volta ucciso Trystane, Obara e Tyene decidano di tornare a casa senza torcere un capello a Jaime, Cersei e Tommen (la mia speranza è che non appaiano mai più o che muoiano velocemente).
Nei libri, quella dei Martell è una tragedia familiare. Nel telefilm Doran e Trystane non hanno mai una conversazione; Ellaria e Doran si odiano e le sorelle hanno un rapporto che consiste in picchiarsi a vicenda e insultarsi; Obara e Tyene uccidono il cugino e si litigano l'onore di assassinarlo come due bambine che si litigano una bambola.
Ovviamente non ci perderò il sonno, però il tempo di lamentarmi in un post sì. Che cavolo, Benioff e Weiss. Avete distrutto Dorne, e tutti i personaggi che conteneva.
Il castello di Vicalvi si trova in provincia di Frosinone, e risale all'XI secolo. Inizialmente era un possedimento longobardo, passato poi a Montecassino nel 1017: rimase proprietà dei monaci fino all'inizio del XIII secolo, quando divenne proprietà della famiglia d'Aquino. In seguito cambiò diverse volte proprietario, fino ad arrivare ai Cantelmo, che però scelsero come dimora un'altro castello condannandolo alla lenta rovina. La croce rossa sulle mura risale alla Seconda Guerra Mondiale, quando le truppe tedesche usarono il castello come ospedale da campo. Il castello ha anche un fantasma: un'ex-cortigiana di nome Aleandra Maddoni, che secondo la leggenda faceva uccidere i propri amanti e che una volta scoperta dal marito, fu murata viva in una delle torri.
Una cosa assolutamente imprevedibile è successa: ho letto un libro che sta impazzando ovunque, e non mi è piaciuto. Scommetto che non l'avreste mai detto, vero? A onor del vero si è limitato a non piacermi: non l'ho odiato né ho avuto l'impressione che sia stato scritto appositamente per farmi del male, ma... l'ho trovato fastidioso. Spoiler. Every dawn brings horror to a different family in a land ruled by a killer. Khalid, the eighteen-year-old Caliph of Khorasan, takes a new bride each night only to have her executed at sunrise. So it is a suspicious surprise when sixteen-year-old Shahrzad volunteers to marry Khalid. But she does so with a clever plan to stay alive and exact revenge on the Caliph for the murder of her best friend and countless other girls. Shazi’s wit and will, indeed, get her through to the dawn that no others have seen, but with a catch... she’s falling in love with the very boy who killed her dearest friend. She discovers that the murderous boy-king is not all that he seems and neither are the deaths of so many girls. Shazi is determined to uncover the reason for the murders and to break the cycle once and for all.
Questa era partita come una recensione normale, poi per qualche motivo non ho più smesso di scrivere. Il che è strano, perchè come ho detto sopra non è che l'abbia trovato così brutto, quindi faccio una cosa: un breve commento per chi non ha voglia di leggersi millemila parole, e poi il trattato. Brevemente: The Wrath and the Dawn non mi è piaciuto, ma si vede che Renée Ahdieh ha talento. Ha uno stile abbastanza evocativo - nel senso che i personaggi non mi hanno convinta ma, quando descrive come si sentono, mi hanno coinvolta un minimo - e ha scritto un retelling basandosi su una favola raramente sfruttata in questo senso, e si sente che conosce l'ambientazione. Facendo le dovute proporzioni, non è una Lynn Flewelling che come esordio ti piazza L'Arciere di Kerry, però può aspirare ad essere una Joanne Harris che come primo libro ha Il Seme del Male e poi impara a mettere a frutto le sue capacità.
Adesso una piccola premessa: la mia edizione de Le Mille e Una Notteè così suddivisa: una parte iniziale con la storia di Sherazad e Shahriyar (il califfo, che ha un nome), relativamente corta, e poi le favole. Ne segue che, anche se sono al 17%, la parte che riguarda il retelling l'ho già letta. Ora il delirio.
Per quanto l'autrice abbia la tecnica di scrittura per me ha grossi problemi nell'organizzazione della storia e nel muoverci dentro i personaggi: l'ossatura della trama è conosciuta, un regno arabo dove il giovane califfo, Khalid, prende una nuova moglie ogni giorno per farla poi uccidere la mattina successiva, finchè non si presenta la bellissima Shahrzad. E qui le cose peggiorano per un semplice motivo: la protagonista. Nel suo dover per forza essere diversa da tutte le altre, Shazi è esattamente come tutte le altre, laddove la storia avrebbe necessitato di un'eroina davvero diversa. Con un marito da incantare in poche ore è chiaro che si sarebbe andati sull'insta-love, almeno per Khalid, quindi il problema non è che lui decide di risparmiarla perchè è gnocchissima (fidatevi: le sue storie fanno abbastanza schifo). Il problema è lei. Come da tradizione la fanciulla si è offerta volontaria, ma laddove Sherazad ha un piano e il suo obbiettivo è fermare Shahriyar, Shahrzad arriva per vendicare la sua migliore amica ed è completamente allo sbaraglio. Sul serio, è praticamente un chiwawa (ossia composta al 50% di odio e al 50% di rabbia) che non ha la benchè minima idea di cosa stia facendo, o come. Il suo obbiettivo è uccidere il califfo, la sua strategia: offrirsi volontaria, sopravvivere in qualche modo, scorprire una sua debolezza in qualche modo, sfruttare questa debolezza per ucciderlo in qualche modo.
Il "in qualche modo"è il punto chiave, nonchè ciò che mi ha quasi fatto sbattere la testa contro il muro perchè è così idiota: ce la presentano come una ragaza fiera, una forza della natura, e si sorprende perchè il califfo ha delle guardie e la sua dama di compagnia è fedele a lui. Cose imprevedibili, come il fatto che Khalid sia istruito nell'uso delle armi: è il secondo miglior spadaccino dei regno, e lei ci rimane malissimo perchè sarà dura ucciderlo. Se voleva farlo in singolar tenzone, credo, ma sarebbe stupido visto che lei eccelle con l'arco (contro cui anche il migliore spadaccino può poco o niente, a meno che non sia in un manga), e in ogni caso le converrebbe qualcosa di più subdolo come avvelenarlo. Ad un certo punto ho seriamente iniziato a pensare che fosse entrata a palazzo convinta che non ci fossero guardie e che Khalid sarebbe inciampato su una spada o qualcosa del genere. Ora, io trovo ridicolo che Shahrzad si sia offerta volontaria senza avere un piano che andasse oltre il "gli racconto una favola e speriamo bene". Non ha senso. Per questo dico che un'eroina diversa, una più seduttrice, più manipolatrice e più pianificatrice avrebbe funzionato infinitamente meglio... ma, purtroppo, sono caratteristiche che tutte insieme tendono ad essere viste come negative: le eroine YA sono passionali e dirette, anche nelle storie in cui esserlo è uno svantaggio, e poco importa che la Sherazad originale non si sia lanciata nella missione in preda al fuoco indomabile. La descrizione di Sherazad non riguarda la bellezza né la passione, ma la sua intelligenza: si sottolinea che desidera istruzione, che non si è limitata a leggere ma che ha studiato. Si offre a Shahriyar preparata, scommettendo su sé stessa, e sopravvive perchè è più intelligente di lui, punto. Lo manipola in modo che non la uccida, in modo che smetta di uccidere e - così facendo - riporta la pace nel regno: una Bella che non trasforma la Bestia nel Principe Azzurro, ma che la doma. Shahrzad, al contrario, è veramente un'idiota incapace di ragionare a lungo termine se non come i bambini: con l'incrollabile certezza che, in qualche modo, andrà tutto bene.
Rappresentazione grafica della pianificazione di Shazi
C'è da dire che questa incapacità di pianificare a lungo termine la nostra intrepida eroina la condivide con Tariq, suo amico di infanzia e fidanzatino della preadolescenza: così come lei è partita al tentato omicidio con una strategia che lol, così lui si lancia al salvataggio. È una roba così improvvisata che parte volendola salvare e finisce organizzando una ribellione con scene che o ridi o piangi: anche lui ha fatto del "in qualche modo" il suo stile di vita. Salverà Shahrzad in qualche modo, solleverà il popolo contro Khalid in qualche modo, otterrà allenaze in qualche modo e promettendo qualche cosa. A una certa devono irrompere nel palazzo e serve un diversivo, e non solo non sa cosa potrebbe succedere, ma neanche se l'uomo incaricato di crearlo ne è in grado. Un genio. E si irrita pure con chi gli fa notare che non avere un piano è un suicidio, tipo Rahim (il migliore amico che sopporta toicamente) od Omar. Su Omar apro una parentesi, perchè è stato protagonista di una scena che mi ha fatto piegare in due dal ridere: il signore è il capo di una tribù del deserto con cui Tariq cerca di allearsi per spodestare Khalid (c'è addirittura la scena del leader vestito come un uomo di basso lignaggio, per non farci mancare proprio nessun cliché), ma all'alba del climax abbiamo, più o meno, questa conversazione: Tariq: Dove sono i tuoi uomini? Omar: A casa. Non li manderò a morire per farti rapire la tua fidanzatina che non sai neanche se vuole rimettersi con te. Tariq: Allora perchè sei qui? Omar: Sono un'anziano che vive in un deserto senza nessun cantiere.
Sul lato della love story ammetto di essere confusa: partiamo dal presupposto che, non piacendomi particolarmente Shahrzad, il fatto che piaccia a Khalid mi lascia perplessa, ma in questo contesto se lei non gli piace da subito non ha senso che la risparmi, quindi ci sono allegramente passata sopra. Ho anche trovato più o meno credibile che ad un ragazo così... apatico come lui una ragazza come lei possa piacere: in questo senso il carattere di Shahrzad funziona perchè riesce ad intrigare il califfo in un modo particolare. Il problema è Shahrzad: come faccia lei ad essere attratta da Khalid è un mistero, perchè la prima cosa che l'autrice stabilisce è che lo odia e lo teme. Ha ucciso la sua migliore amica, ha ucciso un sacco di altre ragazze innocenti, potrebbe ucciderla in ogni momento, ha momenti di intimità con lei che, per buona parte del libro, non sono proprio esaltanti per i motivi di cui sopra. Dovrebbe essere ben corazzata contro l'attrazione casuale, e invece l'ormone impazzisce di brutto, e lei è lì a sospirare su di lui e arrabbiarsi perchè sospira su di lui. È affascinata e vuole scoprire perchè fa quello che fa, vuole vedere cosa c'è sotto l'apparenza. Siccome l'autrice è brava a scrivere i loro dialoghi sono bellini, e quando descrive i loro stati d'animo li descrive bene. Il problema è che non sono gli stati d'animo adatti: sarebbero molto adatti in un retelling de La Bella e la Bestia, ma non per Le Mille e Una Notte, perchè la situazione di Sherazad e quella della Bella sono opposte: la Bella deve stare al castello della Bestia, e il problema della Bestia è che ha un'aspetto mostruoso unito ad un brutto carattere. È logico che la Bella cerchi di conoscerlo, di vedere cosa c'è sotto la superfice, fosse solo perchè non ha nient'altro da fare. Ma Sherazad? Lei deve affrontare un serial killer, e deve ammaliarlo ogni notte altrimenti morirà: soprattutto quella prima notte, Sherazad ha a disposizione poche ore. E, altra differenza fondamentale, Sherazad non deve scoprire nulla: è la figlia del visir, ha visto cosa succede e proprio per questo si è offerta volontaria. Lei va lì per risolvere il problema. Ma se a Sherazad togliamo informazioni e il piano, se le togliamo la capacità organizzativa, se cambiamo il suo obbiettivo da "fermiamo gli omicidi" a "uccidiamo il califfo"... che senso ha che si interessi a lui in tre giorni in cui lo vede pochissimo (e prova a farla uccidere)? Non c'è niente che spieghi o giustifichi l'attrazione della ragazza, anche perchè Khalid si comporta da schifo e non è esattamente mister simpatia. Tutto ciò che fa dovrebbe cementare l'odio di Sazi, non mutarlo miracolosamente in amore. Alla fine questi due si amano e non ho capito il perchè. O meglio, lui più o meno sì, lei per niente.
Ci sono altri dettagli di contorno che vanno a stonare: prendiamo l'ambientazione. L'autrice l'ha costruita molto bene, quindi le cose fuori posto si notano ancora di più, nel caso specifico Despina (che mi piace assai). Lei è una schiava greca, ancella di Shahrzad e spia di Khalid, anche se sull'ultima le dobbiamo credere sulla parola. Il problema principale è che la fanciulla non si comporta né da schiava, né da ancella: una che parla in quel modo viene frustata. Ma va bene, ci si può passare sopra: in fin dei conti non è un romanzo storico. La corda però viene tirata un po' troppo quando entra la sottotrama romantica: Despina ha una relazione con Jalal, generale e cugino di Khalid, e resta incinta. Tutto per sentito dire, eh, che loro due in scena insieme ci staranno due volte in croce e si parleranno meno, ma suppongo che l'autrice scriverà una novella visto che vanno tanto di moda. Comunque, il problema è che quando Despina rivela la gravidanza a Shahrzad siamo bruscamente usciti dalla magica ambientazione araba per trovarci nella camera da letto di due ragazze moderne: glielo devi dire, no non è il caso, non puoi tenerlo nascosto, non è un tuo problema, lui ha il diritto di sapere, no sono io a decidere se dirlo o no... Si mettono a parlare del diritto di Jalal a sapere di suo figlio, di dargli una possibilità di fare la cosa giusta, e mai a Shahrzad - che è figlia di un visir, non del giardiniere - viene il sospetto che il problema possa essere che la ragazza è una schiava (e per quanto ne sa lei il rapporto potrebbe essere stato non consensuale).
Un'altro esempio dell'immaturità come scrittrice di Renée Ahdieh si può vedere nella questione di Shiva: migliore amica di Shahrzad e Tariq, è stata moglie di Khalid e la sua morte ha scatenato il desiderio di vendetta di Shahzard.
Non compare mai, ma praticamente tutto succede a causa sua, e quindi mi aspettavo di trovarmi di fronte ad un personaggio postumo, uno di quelli che ti piange il cuore a pensare che è morto prima ancora che la storia iniziasse... ed invece è stata la delusione totale: Shiva non è un personaggio, è semplicemente un nome che viene ripetuto ogni tre righe e l'unica cosa che ci è data sapere è che era perfetta sotto ogni aspetto. Magari sono io che sono abituata male: se penso ad un personaggio postumo, penso a Nonnina Aching o Lyanna Stark. Penso a personaggi che sono, beh, personaggi. Shiva non lo è, e ciò ha limitato un sacco la mia immedesimazione: perchè dovrei essere sdegnata, se non so niente di lei? Perchè dovrei soffrire per Shahrzad, se non so cos'ha perso? Anche perchè parlano sempre e solo di questa tizia: l'intera ribellione viene tirata su per vendicare Shiva e salvare Shazi, e le altre ragazze uccise sono nominate così poco che ad un certo punto ho pensato che Shiva fosse la prima vittima. Non contano niente all'interno della narrazione. Solo Shiva, Shiva, Shiva, Shiva. Ma nemmeno un motivo per cui dovesse importare anche a me. Alla fine, sarò sincera, Shiva mi stava decisamente sulle scatole e alzavo gli occhi al cielo ogni volta che veniva nominata.
Su un'altra nota, non ho apprezzato molto che sia stato inserito un cattivo creato su misura per togliere a Khalid il grosso della responsabilità per la morte delle ragazze, e renderlo meno problematico: più che una necessità di trama mi è sembrato un espediente per permettere ai lettori di shippare lui e Shazi senza troppi sensi di colpa. Poi la magia: spero che sia meglio integrata nel prossimo volume, perchè ora come ora è completamente inutile - quasi superflua - per la maggior parte del libro e diventa importantissima nel finale.
E questo è quanto. Ci credete che ho anche tagliato un sacco?
Se dovessi schierarmi, nella guerra tra Marvel e DC, sarei per la Marvel. Non perchè sia fan dei fumetti (ci sto provando, anche se gli impegni mi hanno costretta ad una pausa), ma perchè trovo i film più completi e divertenti. E la costruzione del MCU è davvero notevole. Spoiler. Non conosco la Civil War fumettistica (mai è stato così facile ignorare il fattore adattamento) ma dal poco che so direi che lì si trattava di un evento crossover che ha coinvolto praticamente tutti, e qui riguarda gli Avengers - Tony e Steve in particolare. È un film che ha la sua evoluzione non solo in quello che si vede durante il suo svolgimento, ma in tutto il resto del MCU: i motivi del cattivo, i motivi dei protagonisti... hanno tanto senso se si cercano un po' in tutte le produzioni Marvel.
Mi piacciono le continuity studiate
Gli Avengers non si preoccupano della scia di distruzione che si lasciano alle spalle: arrivano, combattono e se ne vanno, idolatrati dalle masse e incuranti di chi deve restare a raccogliere i pezzi. È solo dopo Sokovia che sembrano realizzarlo, ma noi l'avevamo visto con la mafia che brinda a loro, ai creatori di possibilità per malavita. Con Matt Murdock - dotato di supersensi, ma armato di pugni e corazzato con maglietta e pantaloni - solo contro la corruzione e la violenza seguite alla distruzione di Hell's Kitchen, a pulire il marciume che gli Avengers hanno contribuito a creare senza mai fare niente a riguardo. Daredevil, e due stagioni di conseguenze e danni collaterali di cui Matt si prende la responsabilità, mentre gli Avengers non l'hanno mai fatto. Una madre che tende un'agguato a Tony Stark armata della foto del figlio defunto, chiedendogli di sentirsi in colpa, è qualcosa che nel MCU era nell'aria da un po'.
Che succede, quindi? Succede che dopo l'ennesima strage agli Avengers viene chiesto di firmare un accordo - voluto da 117 nazioni - per regolare le loro azioni e, in caso, rispettare la sovranità dei paesi che non vogliono il loro intervento. Una cosa non del tutto sbagliata ma neanche del tutto giusta, che spacca i nostri eroi: da un lato Tony, assolutamente d'accordo e dall'altro Steve, assolutamente contrario. Le loro posizioni sono state costruite negli anni: è inutile cercare il loro percorso in queste due ore e mezzo perchè abbiamo il risultato di un'evoluzione portata avanti da anni. Tony ne ha passate tante e sta affrontando una semplice realtà: ha bisogno di essere controllato. Ha dato il suo indirizzo ad un terrorista per sfida, ha creato Ultron, sta perdendo la donna che ama perchè non riesce a fermarsi. Steve, dal canto suo, è un soldato. È andato dove gli dicevano di andare e ha fatto quello che gli dicevano di fare. Ha visto uomini corrotti con troppo potere, ha visto lo S.H.I.E.L.D. corrotto dall'Hydra. Vuole di nuovo essere l'arma di qualcuno? Cavolo, no. Vuole rischiare che gli Avengers diventino una squadra d'assalto senza potere decisionale, per non si sa chi? Ancora meno. Lo scontro ideologico sarebbe duro a prescindere, poi arriva la Questione Personale™ su cui non si può scendere a compromessi. Bucky Barnes, il Winter Soldier. L'assassino più pericoloso e la vittima più grande, che potrebbe aver compiuto un attentato orribile e Steve è in prima linea per proteggerlo da tutto e tutti, a qualunque costo. Insomma, alla fine lo scontro è tra chi ha già firmato gli accordi e ha l'ordine di catturare Bucky vivo o morto, e Steve coi suoi alleati che anche no... situazione che, oltre all'alto coinvolgimento emotivo, mette in evidenza come non dover seguire nessuna direttiva permetta agli Avengers di svolgere meglio il loro compito: il coinvolgimento di Bucky avrebbe dovuto essere investigato, ma con Ross alle spalle a premere per una cattura il Team Tony non ha potuto fare molto.
Poor Communication Killsè quanto definisce il resto del film. Sarà che studio scienze sociali, ma continuavo a pensare che con un po' di mediazione familiare ci sarebbero stati tanti meno problemi... invece abbiamo a che fare con persone testarde che fanno tutti gli errori del mondo in buona fede. Tony mette agli arresti domiciliari Wanda senza dirglielo, e la tratta come un'arma di distruzione di massa. Non c'è da stupirsi, quindi, quando la ragazza corre da Steve alla prima occasione, visto che lui e Clint sono gli unici a concederle un po' di fiducia (però era adorabilissima con Visione). Steve, dal canto suo, a passare l'informazione "Bucky dice di non essere stato, forse c'è altro" ci mette troppo... ma soprattutto non ha mai detto a Tony che i suoi genitori sono stati uccisi dall'Hydra, probabilmente per mano di Bucky (era un "blink and you'll miss it" in Winter Soldier). Questo significa che Tony lo viene a sapere nel peggior modo e momento possibile e passa dal "tregua" al "ti ammazzo qui e ora" in due secondi netti. Se avesse avuto modo di elaborare la notizia non credo che avrebbe reagito così male (fosse solo che alla fine del film non sta preparando una caccia all'uomo) e avrebbe diretto la sua ira nella direzione giusta (Hydra). Ma dopo quella settimana, vedere un video del tizio a due metri da lui che sfonda la testa a suo padre e strangola sua madre... non poteva andare in modo diverso (e quel "Non m'importa. Ha ucciso mia madre" mi ha spezzato il cuore).
Per il resto persiste il problema tipico dei film con tanti personaggi dentro, ossia che è difficile dare il giusto spazio a tutti: se da un lato abbiamo una Natasha fenomenale e un Sam notevole, dall'altro Sharon e Rhodney sono troppo sacrificati. Anche Bucky, che è al centro dell'attenzione, non è esattamente un personaggio attivo: è un catalizzatore di eventi più che qualcuno con una reale evoluzione. Promossi a pieni voti, invece, Peter Parker e T'Challa: il primo è adorabile e fortissimo, mentre il secondo praticamente trasuda carisma e sono contenta che la sua origin-story sia qui dentro. Così nel suo film si passa subito alla roba figa. Rende molto bene anche Ant-Man, ma il suo colpo di scena me l'ha spoilerato la Lego.
Zemo
Ma il cattivo? Beh, lui si ricollega alla questione "Chissene dei danni collaterali": Zemo è un sokoviano che ha perso tutta la famiglia durante Age of Ultron, e visto che a quanto pare gli Avengers non si sono neanche fermati a fare le condoglianze e si sono limitati ad essere molto tristi a casa loro, è un tantino incazzato. Non potendoli uccidere perchè, beh, sono gli Avengers, si è "limitato" a imbastire un complicatissimo piano per distruggerli dall'interno e lasciarli senza niente. Per restituire il favore. Sulla carta funziona, sullo schermo... nì. Principalmente perchè non abbiamo la più pallida idea di chi sia questo tizio, né abbiamo mai visto la sua famiglia, quindi il colpo di scena emotivo si sgonfia in un "Tutto qui?" dello spettatore. Tra l'altro, anche se il suo piano è èer buona parte più o meno coerente (della serie: grazie Natasha per aver messo on-line i segreti di tutti, per chiunque abbia voglia di mettersi a decriptare roba), alla fine si basa su due enormi coincidenze: ossia che Tony sarebbe in qualche modo arrivato in Sibera, e sul fatto che Steve non gli avesse mai passato il memo con su scritto "P.S. L'Hydra ha ucciso i tuoi". Però ho apprezzato che si sia scusato con T'Challa, e mi sono chiesta se si sarebbe imbarcato lo stesso nel suo folle piano di vendetta se gli Avengers avessero chiesto scusa per le morti causate (la donna all'inizio mostra molto chiaramente che non l'hanno mai fatto).
Cose sparse:
Le prime scene di combattimento sono girate stranissime, e non capivo niente di cosa stesse succedendo.
Bucky e la moto. Ho visto un tale sprezzo per le leggi della fisica solo in Final Fantasy VII - Advent Children.
L'indifferenza con cui Tony recluta un quindicenne per una guerra tra super-eroi mi ha lasciata basita.
Anche se non affronta in modo perfetto il tema delle responsabilità, lo fa meglio di Batman v Superman.
Daredevilè la roba migliore uscita dal MCU.
Sappiate che sono stata tentatissima di mettere questo trailer.
In America è tempo di rinnovi, cancellazioni e trailer, quindi è di nuovo quel periodo in cui presumo che vi importi qualcosa di quello che ho intenzione di guardare nell'anno televisivo 2016/2017. Devo dire che questa volta molte delle mie serie si sono salvate, probabilmente per compensare il caduto più illustre del mio personale palinsesto. Galavant ci ha lasciati, anche se ancora si spera nel miracolo delle petizioni (firmate!) e nella lungimiranza di Hulu o Netflix. Dai, immaginate cosa potrebbero fare per superare il primo numero della seconda serie.
Quindi ecco qui il consueto elenco, tranne per le serie inglesi e quelle via cavo: lì la mia sola certezza è American Gods.
100% almeno il pilot Time After Time: H.G. Wells è fantastico. Nato nell'Ottocento, è considerato uno dei padri fondatori della fantascienza e ha inventato la macchina del tempo. Nella narrativa non esisteva prima che la scrivesse lui, nel 1895. Ha anche scritto un'invasione aliena nel 1897. Quindi, quando mi esce l'annuncio "serie con H.G. Wells che viaggia nel futuro per combattere Jack lo Squartatore (nel futuro pure lui)" io posso solo reagire con "Fuck Yeah". Se viene una cosa fatta benino, non escludo che lui avrebbe apprezzato l'idea di essere messo in una trama simile piuttosto che in un film storico. Son of Zorn: follia pura. Un uomo torna a casa dopo dieci anni e deve riprendere in mano la sua vita: riallacciare i rapporti con la ex, costruire un rapporto col figlio adolescente, trovare un lavoro... unico dettaglio: Zorn è un cartone animato, praticamente un incrocio tra He-Man e Conan, e il trailer è assolutamente geniale. This is us: ufficialmente la storia di un gruppo di persone con lo stesso compleanno. Non ufficialmente non ho capito minimamente di che cosa parla, o come i personaggi si incontreranno... ma sembra il tipo di telefilm da seguire con una tazza di cioccolata e un plaid. No Tomorrow: ragazza nella media con vita ordinatissima e mediocre si prende una cotta per un ragazzo simpatico, attraente e convinto che il mondo finirà di lì a otto mesi. Sembra adorabile. Designated Survivor: un politico di bassissimo livello si ritrova improvvisamente presidente degli Stati Uniti dopo che un attentato uccide tutti quelli con un grado maggiore al suo. Non sembra niente male, ma sembra anche un telefilm di cui guardo il primo episodio e poi nient'altro. Still Star-Crossed: tratto da un romanzo Young Adult, arriva il seguito di Romeo e Giulietta. Perchè tutti sappiamo quanto fosse necessario. A meno di sorprese, direi che sarà un guilty pleasure. Will: non ne sono sicura, ma credo sia il figlio segreto di Reign e Da Vinci's Demons.
Forse Timeless: terrorista ruba macchina del tempo e inizia a scorrazzare per la storia per distruggere l'America cambiandone il passato. Un competentissimo team composto da una storica, un soldato e uno scienziato gli viene mandato dietro per fermarlo. Shots Fired: dal trailer non sembra male, ma sembra anche una cosa che se non è fatta bene sarà terribile. Conviction: per non distruggere la carriera politica di sua madre una cattiva ragazza si ritrova a lavorare alle condanne in cui potrebbe essere andato in prigione un innocente. Uno di quei casi dove una serie mi attira per il cast, visto che la protagonista è Peggy Carter (sì, sono così pigra da non andare a vedere come si chiama l'attrice). ABP: un tizio ricchissimo con tanta tecnologia figa si compra un distretto di polizia, dopo che il suo migliore amico viene ucciso in una rapina ma e le forze dell'ordine non hanno mezzi e risorse sufficienti ad indagare. Mi è sembrato un po' un "Cosa sarebbe successo se Bruce Wayne avesse preso il controllo della polizia invece di diventare Batman".
Il castello normanno di Paternò si trova in Sicilia, a Paternò. Il castello fu costruito nel 1072 dal Gran Conte Ruggero per proteggere la valle del Simeto dalle invasioni islamiche, e fu in seguito assegnato a sua figlia. Nel corso degli anni il castello crebbe e la sua proprietà cambiò, arrivando ad ospitari svariati re e regine - tra cui Federico II di Svezia, Eleonora d'Angiò e a regina Bianca di Navarra. Dal 1431 al 1456 appartenne alla famiglia Speciale, e in seguito (fino alla fine del feudalesimo) alla famiglia vicereale dei Moncada. Nel XVIII secolo fu utilizzato come carcere ed conobbe un periodo di degrado, ma svariati restauri nell'Ottocento l'hanno salvato. È visitabile.
Prometto che tornerò a parlare di libri, giuro. Ma vi chiedo di avere pazienza, perchè in questo periodo l'unico svago che ho è guardarmi la puntata settimanale di Game of Thrones: potrei essere un pochino monotematica. Dopo il post su come Dorne sia stata massacrata nel telefilm, ho deciso di farne uno controcorrente e mettere quelle che - secondo me - sono alcune cose che Game of Thrones ha fatto meglio di A Song of Ice and Fire. Perchè va di moda parlare di produttori e sceneggiatori come se fossero degli incompetenti, ma resta il fatto che questo telefilm è bello. Ecco quindi i sette casi in cui Game of Thrones ha cambiato qualcosa o aggiunto qualcosa, ed è stato più bravo. Dalla più insignificante alla più azzeccata, con spoiler fino all'episodio 6x05 - The Door.
"We needed to defend ourselves!" - L'origine dei White Walkers
La metto per ultima perchè nei libri non c'è ancora stata, ergo è migliore solo per il fatto che esiste. Una rivelazione d'impatto: i White Walkers non sono il male incarnato ma delle creature create dai Figli della Foresta durante la guerra contro gli umani, di cui hanno perso il controllo. Però credo sia un colpo di scena che ho apprezzato maggiormente in quanto lettrice: non mi pare che nella serie i Figli della Foresta siano stati ammantati di quell'aura mitologica che hanno nei libri, né che il conflitto con gli umani sia mai stato spiegato. Ho trovato credibile che, in preda alla disperazione, i Figli abbiano compiuto un'atto simile perchè conosco la storia di Westeros. Non so se i non-lettori hanno abbastanza basi da capire perchè l'abbiano fatto, e come la responsabilità sia anche degli umani. Non sono sicura che sarà così anche nei libri, ma ci può stare.
Ned vede Arya all'esecuzione
Cambiamento piccolo ed inutile a lungo termine, però... nei libri Ned non ha la più pallida idea di che fine abbia fatto Arya: gli dicono che è scomparsa, che né Varys né Cersei né Petyr sono riusciti a trovarla, l'ipotesi più probabile è che sia stata uccisa nei disordini seguiti al tentato colpo di stato. Ecco, che nel telefilm Ned abbia visto la sua bambina, e pensi di averne messa al sicuro almeno una su due, mi scalda sempre un po' il cuore.
Jaqen H'ghar al posto dell'Uomo Gentile
Sia nei libri che nel telefilm, Arya arriva a Braavos su indicazione di Jaqen per entrare nella Casa del Bianco e del Nero ed inziare l'addestramento che - idealmente - la renderà una degli assassini senza volto. Nei libri il suo maestro è un nuovo personaggio chiamato l'Uomo Gentile, mentre nel telefilm hanno deciso di affidare la parte a Tom Wlaschiha. Non è chiaro se sia Jaqen o semplicemente un altro Faceless Man con le sue sembianze, ma ho gradito molto il cambiamento: un po' perchè Jaqen è un personaggio particolarmente riuscito, un po' perchè mi piace Tom Wlaschiha, un po' perchè l'ho trovato un ottimo modo per comprimere il cast e un po' perchè mi piace l'effetto che ha su Arya.
"You're from South of the Wall. That makes you a Southerner to me." - Osha
Nei libri Osha è un personaggio secondario completamente funzionale alla trama degli Stark, che sparisce relativamente presto. È quel genere di personaggio che puoi capire sia perchè piace, sia perchè rimane indifferente, ed è difficile odiarla non perchè buona ma semplicemente perchè è così blanda che difficilmente suscita chissà quali emozioni. Poi è arrivata Natalia Tena, che ha riempito tutti gli spazi bianchi lasciati da Martin, e Osha è passata da personaggio marginale a personaggio magnetico. Persino Martin ha detto di aver preferito la versione televisiva, e di stare riconsiderando lo spazio da dedicarle nel resto della storia.
Hardhome
Cosa sappiamo di Hardhome/Aspradimora, nei libri? Che è successo qualcosa di molto brutto. Fine. Nei libri non si sa molto degli Estranei, la loro potenza è stata quasi sempre implicata e quasi mai si sono visti in azione in forze. Non è così in Game of Thrones, che nella sua serie peggiore ha messo in piedi uno dei suoi episodi migliori: il devastante attacco del Night's King e dei White Walkers contro i Bruti. Che ha messo in chiaro cosa siano in grado di fare, e che, sul serio, chissene del Trono di Spade. Il vero problema è a Nord.
"Hold the door!" - Hodor
Questa è difficile, perchè è in parte originale e in parte no: nei libri ancora non è arrivata, è stato confermato che viene da Martin ma lui se la giocherà in un contesto diverso. Però posso dire che sarà dura fare di meglio rispetto a quanto visto. Hodor, il gigante gentile, innocente e buono, si sacrifica tenendo chiusa la porta per permettere a Meera e Bran di scappare. Mentre, nel passato, la sua mente viene distrutta da un ponte telepatico/temporale creato involotariamente da Bran, che gli imprime in testa l'urlo "Hold the door!", condannandolo a ripetere per il resto della sua vita la versione contratta della frase - Hodor - fino al momento in cui la sacrificherà per tenerla, quella dannata porta. Devastante, sono stata malissimo.
"Was it ever possible for us? Was there ever a time, ever a moment?""No." - Il dialogo tra Cersei e Robert
Un momento introspettivo tra Cersei e Robert, che parlano della situazione di Westeros, del loro matrimonio, dei fantasmi del passato. Un momento in cui sotterrano l'ascia di guerra non per venirsi incontro ma perchè esausti, in cui si vede una scintilla di complicità spenta quasi immediatamente: troppo poco, troppo tardi, troppo tra loro, troppa infelicità. Quinto episodio della prima serie e ancora oggi la ritengo una delle scene migliori, e la migliore aggiunta rispetto ai libri in assoluto.
E queste solo le sette cose che ho preferito nel telefilm rispetto ai libri. Menzione speciale: Tormund completamente perso dietro a Brienne. Non sapevo di shipparli finchè non l'ho visto, e deve succedere.
Beh, questa rubrica mi è utile per riprendere le fila della storia, visto che è una vita e mezzo che non vado avanti a leggere. Dove eravamo rimasti? Un troll fa il fake di Thor, Thor sta per essere mangiato da un mostro gigante nello spazio, Loki spezza il cuore... quali follie tirerà fuori l'universo Marvel per risolvere la situazione? Il potente Tanarus 2: Il cammino
La prima storia, come al solito, è un WTF di cui ho capito pochissimo. Apriamo con Thor, ancora nella simpatica nave che porta gli dei defunti ad essere mangiati dal Demogorgone. Non so se si tratta di un mito o meno, ma senza delle basi è veramente assurdo.
Thor, che al momento ha l'aspetto di Steve Rogers prima del siero, non conosce la propria identità ma ha dei ricordi in cui combatte contro questo coso assieme alle altre divinità. E credo che abbia intenzione di opporre resistenza anche se al momento è un grissino. Intanto, sulla Terra, Loki è l'unico a sapere che Tanarus non è suo fratello, e per aver fatto domande si è beccato un fulmine da una strega pazza. Lo ritroviamo a Broxton, nello studio medico Foster & Blake, dove Don Blake lo sta visitando.
Caotico neutrale?
Loki, ovviamente, sta benissimo, però continua a parlare di Thor e di come sia lui il suo vero fratello. Blake è preoccupato per la sua apparente confusione e il ragazzino, stizzito da morire, lo butta a terra e - all'insegna del "Siete tutti inutili!" - se ne va, portandogli via il bastone perchè... perchè è Loki, credo. Rubare il bastone a uno zoppo rientra nella sua sfera morale. Passiamo ad Asgard: la Madre di Tutti indice una riunione del condominio per informare i sudditi dei suoi piani. Ossia la monarchia parlamentare, nella speranza di arrivare - un giorno - alla repubblica. I giganti del ghiaccio non ci stanno e hanno questa grandissima idea di provare ad uccidere le tre dee davanti a tutti. La situazione è un po' come se un fauno decidesse di uccidere Giunone a sassate: parte una overkill di due pagine, in cui i giganti non portano a segno neanche un colpo. Non è chiaro se questo significa che Jotenheim è fuori dai giochi, ma la Madre di Tutti è preoccupata di quello che succederà quando Tanarus scoprirà che hanno provato ad ucciderla. Nota: Tanarus sta giocando ad ammazzare mostri con gli Avengers. La cosa è molto più noiosa di quanto non sembri, quindi passiamo a quel magico momento in cui ho realizzato che in questa storia ci avrei capito pochissimo: le tre streghe nel deserto. Che adesso sono due. La vecchia, e la ragazza fuori di testa. Dunque, la vecchia è quella che sta lavorando coi troll: il piano è approfittare della confusione generata dai cambiamenti della Madre di Tutti per farla uccidere proprio da Tanarus. Ok. Se sembra logico e coerente a voi, fate pure.
Ovviamente il piano viene quasi-forse sentito dalla pazza, che però si lascia convincere che sia parte di un incantesimo per trovare e riportare in vita il suo amato Bill #credici. #ChièBill Altrove. Non sto scherzando: è la didascalia per farci sapere dove siamo: "Altrove", Loki trova Silver Surfer. Che si è legato a terra e si sta facendo divorare le interiora da tre avvoltoi... ? Si arrabbia pure perchè Loki li ha spaventati. Baby-Loki è perplesso quanto me, e anche se non ricorda i dettagli di Thor, di certo ricorda il suo atteggiamento: Silver Surfer parte con un monologo sulla sua vita, e lui lo interrompe subito chiedendogli perchè diavolo si stia facendo mangiare le interiora da avvoltoi. Silver Surfer:"Nutro gli avvoltoi con la mia carne. Sto sperimentando il ciclo della vita e della morte che ci unisce tutti."
Silver Surfer è matto. E scemo.
E anche lui, con somma esasperazione di Loki, ricorda Tanarus invece di Thor. Almeno finche non vede il bastone che Loki ha rubato a Blake: per lui si tratta di un oggetto che esiste in due dimensioni. Lo prende, lo sbatte a terra e quello si trasforma nel Mjöllnir. Silver Surfer:"Chi era 'Thor'?"
Contemporaneamente Thor recupera la sua forza e il suo aspetto fisico normale. Che il ritorno di Mjöllnir sia il primo passo per vederlo tornare dal regno dei morti?
Fear Itself - Il Giorno Dopo: Colpevole di Fratricidio (seconda parte)
L'edizione italiana è confusa sui titoli, quindi riaggiornamento veloce: siamo subito dopo che la Madre di Tutti ha chiesto a Loki perchè abbia liberato Surtur. Non ci è dato vedere l'espressione di Loki, ma il ragazzino per circa quattro secondi torna alle vecchie abitudini e prova a negare. Però non arriva neanche ad inventarsi una scusa: non è chiaro quanto sia merito dello sguardo delle tre dee e quanto della sua volontà a cambiare, ma Loki invece di arrampicarsi sugli specchi si lancia in una linea di condotta inaspettata: la verità.
Loki spiega con molta calma cosa abbia fatto e perchè, come abbia usato Surtur per distruggere la Asgard Oscura del Serpente, come abbia rubato il Distruttore per impedire ad Odino di usarlo per sterminare gli umani (promemoria: il piano di Odino era eliminare la fonte di potere del Serpente, ossia il genere umano). Madre di Tutti:"Ma non sei stato tu a pilotarlo. Che è stato?" Loki:"Sapete... non riesco proprio a ricordare chi fosse. Né se fosse amico o avversario. Mi dispiace, Madre di Tutti."
Patatino. Nonostante le parole di Volstagg, Loki non esita a proteggerlo: quando la Madre di Tutti minaccia di scuoiarlo - come voluto da Odino - se non rivelerà il nome del suo complice, lui ribatte che imparerà a vivere senza pelle. Non credo che un comportamento simile fosse nella natura della sua precedente incarnazione. Madre di Tutti:"Odino ti avrebbe scorticato vivo. Ma noi siamo diverse, sotto molti aspetti. E abbiamo intenzione di affidare diversi incarichi al figlio più errante di Asgard."
Ancora non si spiegano, ma direi che Loki non ne uscirà senza pagare qualcosa.
Dopo l'incontro Loki continua ad occuparsi delle conseguenze delle sue macchinazioni: Hela sta tornando nel suo regno e si congratula con lui, ma lascia Leah ad Asgard/Broxton: ha fatto altre promesse e la bambina, con sua somma disperazione, deve rimanere con lui per assicurarsi che le mantenga. Il rapporto tra Loki e Leah è interessante: nonostante sia un essere creato da Hela, lui la considera assolutamente normale e la tratta come se fosse la sua migliore amica, ignorando completamente il modo in cui lei sembra rigettare il suo affetto. La porta in una grotta, perchè Asgard è fuori questione e non avrebbe potuto nasconderla in camera sua, e prova anche a farle vedere l'aspetto migliore della situazione: vive in un buco, ma è vicino ad Asgard, vicino a Broxton, i mortali sono divertenti... Leah:"Basta, Loki. Basta. Sono la servitrice della mia signora. I miei desideri non contano."
Leah commenta anche come Loki debba essere soddisfatto di sé stesso, visto che tutto è andato secondo i suoi piani, ma lui non è convinto (in fin dei conti Thor è morto) e cambia subito argomento. Leah:"Non sei come mi aspettavo." Loki:"Visto? Lo sapevo! Diventeremo g.a.p.s.!"
Apro una parentesi: g.a.p.s. stando alle note significa "grandi amici per sempre". Era davvero necessario tradurre b.f.f. (best friends forever)?
Ma tiriamo altre somme: Mephisto sta usando la pelle delle Disir come pergamena (ma povere!) per mandare messaggi a Loki in cui si congratula con lui, mentre Hela arriva finalmente a casa. E succede una cosa incredibile: salpa una ship! Hela e Tyr si mettono insieme, o come minimo diventano amanti: Tyr:"Il signore delle battaglie come generale di Hel? Ha un suo fascino." Hela:"Generale per adesso. Ci sono altre posizioni che una regina può assegnare. Nella gelida Niffleheim forse troverai la corona a cui un tempo aspiravi ad Asgard..."
E giunge il momento per Loki di tornare dalla Madre di Tutti e sentire cosa desiderano da lui. La fregatura totale: Loki diventerà l'agente segreto di Asgard, il manipolatore, colui che colpisce nell'ombra in modo che la sovrana (o le sovrane? #dubbi) non debba sporcarsi le mani. Ovviamente non le sarà possibile proteggerlo, né lui potrà dimostrarle fedeltà apertamente perchè è Loki, ma non ha alternative. Madre di Tutti:"Ovviamente, sai bene..." Loki:"Che se disobbedirò o vi tradirò, rivelerete che ho liberato Surtur e il popolo asgardiano giocherà a palla con la testa di Loki?"
Lei sembra rimanerci male e nega. Io la penso un po' come Loki. Oh, lei gli da una mela. Lo dico perchè magari diventa fondamentale tra mille numeri. Un po' come la pagina dedicata a Surtur che lavora in una fucina: la parola finale è "doom", che potrebbe sia essere il rumore del martello, sia un pessimo auspicio visto cosa vuol dire in inglese.
Viaggio nel Mistero 11
Il riassunto degli episodi precedenti questa volta lo fanno Loki e Ikol, e abbiamo subito un dato importante: è passato un anno da quando è arrivato baby-Loki. Forse. Se ci fosse un senso nella cronologia di queste storie, perchè vedete: è Natale! Chi l'avrebbe mai detto considerando che due pagine fa era estate? O devo credere che Tanarus resta in giro così tanto tempo?
Ma ignoriamo la logica, e godiamoci Volstagg vestito da Babbo Natale per promuovere l'integrazione tra asgardiani e abitanti di Broxton e trovare un equilibrio tra Yule e il Natale! Volstagg, povera stella, ha il fisico per il ruolo ma non l'indole: che i bambini di Midgard chiedano in dono giocattoli invece di armi lo confonde moltissimo. Volstagg:"Sono certo che ti sarà di grande aiuto quando i troll aggrediranno la tua famiglia. Non dare la colpa a me quando la tua casa verrà incediata. Avresti dovuto chiedere qualcosa di più pratico."
Anche Loki partecipa alle festività, ma per lui non è divertente: i ragazzini di Asgard ne approfittano per picchiarlo, al punto che scappa da Leah. Loki:"Ikol, la situazione è insostenibile. Per quanto le festività natalizie mi preservino dalle spade, è anche vero che sono tutto un livido. Comincio a capire perchè sei diventato malvagio."
La cosa è grave: il giovanissimo Loki sta iniziando ad empatizzare con la versione malvagia e a comprendere le sue motivazioni... al chè Ikol cerca di correre ai ripari: Yule è il periodo più buio dell'anno, e per gli dei non solo metaforicamente. Deve tenere duro. Però gli dice anche che lui amava il Natale perchè poche cose fanno danni come un regalo scelto bene. Comunque, se Loki sperava che da Leah le cose sarebbero state tranquille si sbagliava: Hela infatti si è presentata poco prima lasciando alla bambina una scatola da consegnare a Loki. Cosa potrà mai esserci dentro? Cuccioli. Cuccioli di cane demoniaci. Per fortuna c'è una lettera di spiegazione, da parte di Garm (il cane guardiano di Hel). Ricordare che Loki aveva portato il Lupo Infernale ad Hel per distrarlo e potersi infiltrare? Beh, a quanto pare non aveva considerato un paio di cose: Garm è una femmina, e lei e il lupo - dopo aver combattuto - hanno "fatto altro". Risultato? I cuccioli, di cui però non può occuparsi e siccome il Lupo era di Loki, li ha ereditati. Loki, piuttosto saggiamente, fila subito dalla Madre di Tutti con i sette baby-mastini infernali per sapere cosa fare: gli viene subito proibito di tenerli, e deve fare quello che fanno tutti quando gli capita tra capo e collo una cucciolata. Dare via i piccoli, ed occuparsi di quelli che non riesce a piazzare. Considerando che questi cagnolini sputano fuoco e che uno parla pure (e non fa altro che lanciare insulti e minacce di morte), sarà difficile. Ma Loki è pieno di risorse. Il primo cucciolo riesce a piazzarlo a Mephisto, che vuole avere un cane da guardia proprio come Hela. Il cucciolo più simpatico riesce a piazzarlo a Gea, una della triade Madre di Tutti. Suppongo per il fattore lol. Il cucciolo dolciotto lo porta ai Nuovi Mutanti: a quanto pare in quel gruppo milita una Valchiria e il piano è travestire Leah da Valchiria e spacciarlo per un regalo. Fortunatamente la donna non c'è, e riescono a mollarlo al tipo che apre la porta. Il cagnolino numero quattro lo mollano a Heimdall, così non dovrà passare l'eternità a fissare le rovine del ponte dell'arcobaleno da solo. Un'altro riescono a darlo a Tyr, visto che sente la mancanza dei suoi cani da caccia e se sei l'amante di Hela non puoi certo aver paura di addestrare un cane. Il cucciolotto più carino se la cava con un'incantesimo: piazzato davanti ad una webcam, lo fanno diventare un meme di tumblr e ogni like o reblog gli assicura cure adeguate.
Resta il problema del cucciolo demoniaco sputa fuoco, con istinto assassino, che parla come uno scaricatore di porto e odia tutti. Loki vorrebbe aiutarlo, ma la Madre di Tutti è categorica: il cucciolo è malvagio dentro, se crescerà potrebbe diventare una minaccia per Asgard e non c'è modo di aiutarlo. Loki deve ucciderlo. Madre di Tutti:"Devi capire che certe creature sono cattive e basta."
Anche Ikol è d'accordo, e così Loki, di notte, si appresta a gettare il cucciolo su Yggdrasil: essendo l'animale un demone, non sentirà dolore e tornerà nel nulla. Loki esita, poi prende una decisione. Loki:"Non ucciderò Thori." Ikol:"Thori?" Loki:"Si chiama Thori. Ed è un buon cane."
Dopo aver dato a Leah la lieta notizia (dividerà la grotta con un mostro distruttivo sputafuoco destinato a diventare gigante), Loki cerca di legare col suo nuovo cagnolino. Thori:"Ti ucciderò." Loki: "No, scordatelo. Sarai una brava bestiola. Di tutti i cani, sarai il migliore."
Considerazioni finali: la prima storia, ovviamente, è il caos. È come se avessero deciso che le storie di Thor non possono avere logica: perchè Silver Surfer ha deciso di fare il cosplay di Prometeo? Perchè il bastone di Blake è diventato Mjöllnir? Chi è Bill? Cos'è il Demogorgone? Non ci capisco niente. Per contro le storie di Loki stanno diventando le mie preferite: ho adorato che abbia protetto Volstagg nonostante la pugnalata al cuore del numero scorso (e sono convinta che il vecchio Loki l'avrebbe venduto prima di ieri, al suo posto), e ho odiato la Madre di Tutti per il modo viscidissimo in cui lo sta usando. La parte migliore, però è quella dei cuccioli: togliendo l'assurdità totale della situazione (e come ha fatto Garm a scrivere la lettera? L'ha dettata a Hela?), la parte di Thori è tristissima. È palese che Loki proietta sé stesso nel cucciolo: un'essere non voluto, considerato malvagio e pericoloso, che dovrebbe morire senza avere una possibilità. Non avrebbe mai potuto ucciderlo, doveva salvarlo. E vogliamo parlare del fatto che l'ha chiamato Thori? Però ora inizio davvero a temere per il suo futuro: senza Thor a proteggerlo sta facendo del suo meglio per essere buono, ma la violenza di cui è vittima lo sta spinggendo nella vecchia strada. Temo che sia condannato a ripetere le stesse azioni anche se è uscito dal libro del destino o quel che era...