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Final Fantasy 7 Remake

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E così, mentre preparavo un post-rant sulla prima metà della sesta stagione di The Walking Dead (perchè ho l'influenza e faccio cose inutili quando sono malata), mi è giunta la notizia di un altro trailer per il remake di Final Fantasy 7. Un trailer mirato a mettere in mostra il sistema di combattimento, ma che (come il precedente) è riuscito a mandare in cortocircuito il mio sistema critico lasciandomi in stato acuto di fangirlismo.
Tipo che a questo punto la ps4 a prendo sicuro, appena questo gioco esce.
O che magari finalmente faranno i modellini di Cid e Barret (grandi assenti nei primi due set, e quello di Barret dovrei vendere la casa per averlo).
E che arriverà il momento in cui non avrò solo tre immagini per gli avatar (grazie a chiunque abbia deciso che Aerith in HD si sarebbe vista tre volte in croce).



Riguadagnata la calma, diciamo che è un teaser sul sistema di combattimento, perchè non si capisce molto: il menù delle opzioni sembra lo stesso (attacco, magie, evocazioni, oggetti, difesa), ci sono gli HP e gli MP, mi pare di intravedere una barra limit (yes!) ma non ho capito che cos'è la barra rossa accanto ai nomi. Mi pare anche sia possibile controllare tutti i personaggi del party, ma direi che non è un sistema a turni (a meno che non mi stia sbagliando di grosso e la barra rossa sia quella del turno).
Per il resto: Barret è veramente immenso (ma perchè gli occhiali?) e ora più che mai voglio i vestiti alla marinaretta; finalmente Jessie, Bigs e Wedge in alta definizione (ma che voce hanno dato a Wedge?); Midgard sembra bellissima (ma ho il terrore che ci siano di nuovo i corridoi infiniti del XIII) e il primo boss... oddio, ora che ci penso Final Fantasy 7 ha dei mostri che in alta definizione saranno da incubo.

Tipo questo.
O la testa di clown demoniaco.
O questa cosa che non sfigurerebbe a Silent Hill.
O questa medusa.
O la Morte.
O i vermi di Dune.
O qualunque cosa sia quest'affare.
O questo affare.
Per non parlare del ragno demoniaco a quattro zampe.
O questa cosa che credo sia uscita dalla mente di Lovecraft.
O lui.
Anche le carote possono essere terrificanti.

Non vedo davvero l'ora dell'alta definizione. E spero ancora che tengano gli aspetti più buffi e ridicoli, senza accellelare a mille sull'angst.
Niente Genesis nel trailer, quindi sono felice

Castelli d'Italia #125

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La Reale tenuta di Carditello si trova in Campania, e faceva parte di un gruppo di tenute della famiglia reale dei Borboni di Napoli. Tali palazzi non esistevano solo a scopo ricreativo o per riunire la corte, ma spesso erano delle vere e proprie aziende: la tenuta di Carditello, ad esempio, ospitava un'azienda agricola particolarmente dinamica. Inizialmente destinata alla caccia e all'allevamento dei cavalli fu convertita in una fattoria modello per la coltivazione del grano, più l'allevamento di cavalli e bovini.
Nel 1920 la reggia e i suoi terreni furono lottizzati e venduti, con la sola esclusione della costruzione centrale e alcuni terreni circostanti, e fu occuopata prima dai tedeschi e poi dagli americani durante la Seconda Guerra Mondiale. Allo stato attuale la reggia versa in stato di abbandono, addirittura dal 2011 al 2013 è stata sorvegliata solo da volontari.


Teaser Tuesday #143

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Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore

Di quel momento supremo doveva restargliene un ricordo vivido per un insolito scatto di Moddle in sala da pranzo; di Moddle che, in risposta a qualcosa detto allora dal babbo, aveva esclamato:
"Lei dovrebbe vergognarsi di sé, dovrebbe arrossire del modo in cui agisce!"
La carrozza, con dentro la mamma, era alla porta; un signore che c'era dentro con lei, che era sempre con lei, rideva forte, e il babbo, tenendo Maisie in braccio, disse a Moddle:
"Bella mia, ora ti accomodo subito!" dopo di che facendo più che mai brillare i denti in faccia a Maisie e abbracciandola forte, le ripetè le parole per le quali era stato ripreso dalla governante. In quel momento Maisie non si accorse tanto di quelle come della stranezza che Moddle avesse così, improvvisamente, mancato di rispetto e la faccia le fosse diventata tutta rossa; fu però capace di tirarle fuori cinque minuti dopo, quando, in carrozza, sua madre, tutta baci, nastri, occhi, braccia, suoni strani e deliziosi profumi, le chiese:
"E il tuo odioso padre, bell'angilo mio, non t'ha detto niente per la tua cara mammina?"Fu così allora che Maisie si accorse che le parole dette dal suo odioso padre le stavano ancora nelle orecchiuzze stupite; e di lì, al richiamo di sua madre, andaron diritto, nella sua stridula voce argentina, alle labbruzze innocenti:
"Mi ha detto di dirti da parte sua" ripetè fedelmente "che sei una bestiaccia schifosa."
 - Che cosa sapeva Maisie, Henry James

Il mondo del Ghiaccio e del Fuoco

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Il mondo del Ghiaccio e del Fuoco, di George R.R. Martin.

Perchè Martin il nuovo libro della serie non lo fa uscire, ma intanto ci distrae.
Senza spoiler, tanto per cambiare.

Se il passato è il prologo, allora l'opera primaria di George R.R. Martin – la più innovativa e formidabile saga fantasy del nostro tempo - necessita di una introduzione ugualmente formidabile. E alla fine, eccola: Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco. Questo volume, riccamente illustrato da oltre centosettanta tavole originali a colori, è la storia completa dei Sette Regni, incentrata sulla vivida ricostruzione delle epiche battaglie, delle brutali rivalità e delle temerarie ribellioni che hanno condotto agli eventi narrati ne Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. In una collaborazione durata interi anni, George R.R. Martin ha coniugato il proprio lavoro con quello di Elio M. Garcia Jr. e Linda Antonssen, fondatori del celebre sito web westeros.org, forse le uniche due persone che di questo mondo fantastico hanno una conoscenza approfondita quanto quella del suo stesso eccezionale creatore. Racchiuse in questo testo si sovrappongono conoscenze accumulate, speculazioni accademiche e leggende popolari tramandate da maestri e septon, negromanti e cantastorie. È una cronaca che si dipana dal Tempo dell'Alba all'Età degli Eroi, dalla venuta dei primi uomini all'arrivo di Aegon il Conquistatore, dall'ascesa di Aegon stesso al Trono di Spade fino alla Ribellione di Robert e alla susseguente caduta di Aerys II Targaryen, il Re Folle, l'evento che ha messo in movimento le lotte «di oggi» tra Stark, Lannister, Baratheon e Targaryen. Fondamentale opera di sostegno per l'intero, ipnotico universo concepito da George R.R. Martin, Il Mondo del Ghiaccio e del Fuoco è la prova provata che la penna è davvero più poderosa di una tempesta di spade.

Mentre i lettori sono qui ad aspettare che Martin si degni di farci sapere quando uscirà il sesto volume de Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, lui estrae dalla manica Il Diversivo.
La guida ufficiale.
Roba che le vorresti dare fuoco per lo sdegno, finchè non la vedi e ti ritrovi a sbavarci sopra.

Partiamo dall'aspetto fisico: è un libro molto grande, e molto bello: copertina rigida, di quelle un po' gommose (non so come spiegarmi) e pieno zeppo di illustrazioni bellissime. È anche rilegato per davvero: non è una di quelle edizioni economiche incollate su una copertina rigida.
Insomma, è una gioia per gli occhi.
Ma il contenuto?
Ecco, quello è interessantissimo: inizi pensando che ti piacerebbe avere un prequel sulla Ribellione di Robert, e lo finisci che lo vorresti su tutto e in effetti - ripensandoci - sulla ribellione si sa già un sacco.

Ora devo ammettere un mio limite: non ho mai letto enciclopedie sui mondi delle saghe, la cosa che ci è andata più vicina fino a questo momento era la guida turistica di Ankh-Morpork, per cui mi aspettavo che fosse una specie di saggio scritto da Martin per lettori... invece c'è un narratore: questo libro ha un'ambientazione. È scritto da un vecchio Maestro per il piccolo Tommen, e questo porta a due conseguenze:
  • per quanto il narratore cercho di essere obbiettivo, in certi punti è spaventosamente di parte: Robert lo descrive come un santo guerriero
  • certe cose che noi vorremmo sapere lui non le sa - tipo è convinto che gli Estranei siano leggenda - oppure le ritiene fin troppo conosciute per starne a parlare (Rhaegar, Lyanna e Robert, in particolare)
Nell'insieme è molto divertente: comincia come un libro di storia, e racconta tutto quello che è successo a Westeros da quando ce n'è memoria nella serie principale. I Figli della Foresta, i Primi Uomini, gli Andali, l'epoca degli Eroi... tutti quei piccoli frammenti che potevi rimettere insieme da frasi e racconti dei personaggi qui sono finalmente scritti in modo coerente e in ordine cronologico. All'inizio racconti generici, con qualche figura mitologica, carini ma poco più. Poi il salto: il racconto della regina Nymeria è il Prequel n°1 che vorresti avere. Non è solo bello, ma permette di capire un sacco di più su Dorne. Una roba che rende anche in versione "libro di storia", e non solo ti chiedi perchè i nostri libri di storia non sono scritti così, ma quanto renderebbe se fosse una serie vera.

Ma il vero punto di svolta arriva con i Targaryen.
I Targaryen sono una casata strana: possono fare grandi cose o grandi casini, e in linea di massima sono i meno interessanti del mazzo. Vuoi perchè sono quasi estinti, vuoi che Daenerys era partita benissimo ma ora o comincia a muoversi verso Westeros o per me può anche morire, non è facile avere un'idea precisa su di loro: troppi aneddoti sparsi, troppe informazioni contrastanti.
Qui le cose cambiano, e i Targaryen a mio avviso ne escono veramente bene: da Aegon il Conquistatore in poi, il libro dedica un capitolo ad ogni sovrano - con approfondimenti vari ed eventuali. È lì che capisci come siano sempre stati una famiglia piena di congiure interne anche quando erano letteralmente in cinque, è lì che vedi da dove sia nato il proverbio sulla moneta lanciata dagli dei quando ne nasce uno.
Tra sovrani illuminati e sovrani pessimi, tra team di fratelli e la Danza dei Draghi (Prequel n°2), quando arrivi al re Folle un po' ti dispiace che sia l'ultimo.
Per non parlare di quando scopri che Aerys Targaryen, Tywin Lannister e Steffon Baratheon erano migliori amici, inseparabili come Ned e Robert... e poi Steffon è morto ed Aerys è impazzito, e Tywin si è visto come ha preso bene i traumi che la vita gli ha lanciato contro.
Oddio, in effetti anche il capostipite dei Baratheon era il migliore amico di Aegon il Conquistatore.
Il destino e le tragedie, proprio.
Altro personaggio che qui viene approfondito parecchio è proprio Tywin Lannister, e anche se bisogna sempre chiedersi quanto sia obbiettivo il narratore, qui viene narrata la sua gioventù e le sue imprese... e diciamo pure che se non arriva a giustificare le sue azioni, quantomeno capisci perchè abbia deciso di adottare la filosofia "fanculo i sentimenti persempreforever".
Diciamo che è divertente mettere insieme i puntini, vedere quali leggende sono applicabili alla trama, quali personaggi riconosci. Si capisce perchè Dorne sia così temuta (la sua storia consiste nello sconfiggere di brutto chiunque l'abbia sfidata), e si capiscono molte cose sulla situazione politica presente all'inizio - e durante - ASoIaF.
Comunque, una volta conclusi i Targaryen e la Ribellione, la struttura del libro cambia per passare dal generale al particolare: ogni capitolo parla di una delle sette regioni, della sua storia e della sua famiglia "regnante" (con immagini meravigliose dei loro castelli) e si può notare una cosa che fa riflettere: la politica matrimoniale. Dopo un po' inizi a notare una cosa: è rarissimo che le famiglie in carica si sposino fuori dalla loro regione. I matrimoni servono a garantire la fedeltà degli aflieri, perchè tra i lord e le varie zone c'è ancora una grande rivalità quindi la situazione che c'era all'inizio, quella nata appena prima e durante la Ribellione, è un bel po' strana. L'erede del Nord promesso a una Tully, la figlia del Nord promessa all'erede Baratheon, una trattativa in corso per fidanzare l'erede dei Lannister con la più piccola dei Tully, e il Lord della Valle legato a doppio filo a Stark e Baratheon... sembra che ci fosse davvero qualcosa in corso tra i grandi Lord dell'epoca, ma visto che quei piani - eventualmente - hanno solo aumentato la paranoia di Aerys, chissà se sapremo mai in cosa consistevano.
Una volta finita la storia dei Sette Regni il libro comincia a raccontare tutto quello che si sa sui regni vicini e meno vicini, inclusi quelli che non vedremo mai, perchè Martin si è creato un po' tutto un mondo. La cosa divertente, però, è che mentre di Westeros e degli immediati confinanti si sa molto, e il narratore cerca di mantenere un piglio quasi scientifico, più ci si allontana più le nozioni ti fanno fermare a chiederti "Ma è vero oppure no? È davvero così, o sono loro che non hanno altre informazioni?"
Soprattutto perchè da un certo punto in poi i luoghi possono tranquillamente chiamarsi Lovecraftlandia.

Per quanto riguarda la traduzione... beh, direi che è migliore rispetto a quella che delizia i lettori nella saga, ma ci sono comunque errori. Ad esempio sono andati nel panico totale perchè - avendo deciso di tradurre Hand of the King con Primo Cavaliere (notare che non è necessario essere cavalieri per ricoprire tale carica) - non potevano rendere che Orys Baratheon è considerato il primo perchè Aegon l'aveva definito la sua mano destra ("My strong right hand") e quindi ci troviamo di fronte a questo paragrafo:
Infine, [Aegon] dichiarò Orys Baratheon "mio scudo, mio prode, il mio valido braccio destro". È per siffatta ragione che Orys Baratheon è riconosciuto dai maestri come il Primo Cavaliere del re della storia.

Per la cronaca: si sono anche scordati un "primo". Dovrebbe essere "il primo Primo Cavaliere ": fa schifo, ma sennò come frase non funziona.
Ad ogni modo abbiamo anche magiche scelte come Aegon the Unworthy che diventa Aegon il Mediocre (nota: è uno che ha governato così male che gli storici dei Sette Regni pensano che lo facesse apposta, ed è considerato nell'insieme un monarca peggiore di Aerys, che ha causato la fine dei Targaryen come casa regnante).
O il nonno di un re che ne diventa il padre nel capitolo successivo (capisco che fosse difficile da seguire: in pratica tutti i figli di questo Re muoiono, lasciando il regno senza eredi diretta ma con un discreto numero di eredi con pretese al trono equamente valide. Onde evitare guerre civili il re organizza un mega-concilio per sceglierne uno, e il prescelto è un suo nipote. Nella pagina dopo dicono che è suo figlio. Perchè ci sarebbe stato tutto quel casino, se fosse stato il figlio).
O Tywin Lannister, il fratello maggiore che a dieci anni si esprime negativamente sul fidanzamento della sorella diciassettenne. Che in realtà avrebbe sette anni al momento della scena, ma si vede che un bambino di dieci anni più grande di una ragazzina di diciassette "faceva più fantasy", come l'unicorno (l'alternativa è che in inglese Martin avesse specificato che il matrimonio sarebbe stato celebrato quanto al compimento dei diciassette anni di Genna).
A parte queste sbavature, che ormai suppongo servano a far sentire a casa il lettore italiano, il libro è bellissimo e un obbligo per il fan della saga di Martin.

Meet the Defenders

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Beh, adesso so cosa voglio vedere in The Defenders, quando finalmente uscirà.

Castelli d'Italia #126

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Il castello di Issogne si trova in Valle d'Aosta, e viene nominato per la prima volta in documenti ufficiali nel 1151 (anche se probabilmente è nato come villa romana). Fu proprietà vescovile fino al 1379, quando passò al signore di Verrès Ibleto di Challant, che inziò dei lavori di ristrutturazione ma il castello raggiunse il periodo di massimo splendore nel 1509. Tuttavia, quando nel 1565 Renato di Challant morì senza figli maschi, si scatenò un conflitto ereditario tra i cugini di sua figlia e la famiglia del di lei marito e solo nel 1696 il castello tornò alla famiglia Challant, ma quando essa si estinse fu praticamente abbadonato e spogliato degli arredi, salvo essere comprato nel 1872 dal pittore Vittorio Avondo (che riuscì a recuperare i mobili originari) e lo donò allo Stato italiano nel 1907. Nel 1948 è diventato proprietà della Valle d'Aosta, e oggi è visitabile.


Teaser Tuesday #144

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Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore

Mia madre era rimasta per quattordici anni rinchiusa nella protezione del santuario, alla Serenissima. Poi, chissà come, tra le popolane un po' troppo romantiche era nata la favola che Asherat, la Dea del Mare, anch'ella madre e angosciata, avesse infine avuto pietà della Donna Bella, dissolvento le mura del santuario per lasciarla andare in cerca del suo figlio perduto. In realtà a rintracciarmi e tirarmi fuori dai guai non era stata lei, ma Phèdre.
Mia madre, tuttavia, l'aveva incaricata di cercarmi. Questo era vero.
"Ma spesso le leggende nascono da un seme di verità. Dunque qualcuno deve averla vista andarsene. Poi c'è Menekhet."
"Menekhet?" le feci eco.
Lei annuì. "Mélisande considerava suo alleato Ptolemy Dikaios. Scommetterei che lui sa qualcosa. Non mi stupirei se fosse membro della Gilda Invisibile. Se mai c'è stato un candidato maturo per lo spionaggio e gli intrighi, è il faraone di Menekhet."
"Lui non è tra quei membri della Gilda che potrebbero essere disposti a parlare con me", mormorai.
"Che ne dici della moglie del senatore, la tua amica Claudia Fulvia?" mi domandò Joscelin.
 - Il bacio e il sortilegio, Jacqueline Carey

Guinevere, the Legend in Autumn

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Guinevere, the Legend in Autumn, di Persia Woolley.

Eccoci all'ultimo volume della trilogia, l'unico che abbia una copertina che stona: dalla foto non si vede, ma dal vivo il titolo è scritto in verde acido.
Spoiler per esorcizzare il dolore.

Surrounded by traitors, trapped by destiny, Britain's spirited Queen Guinevere sees that the greatest dangers to Arthur's crown may lie within the walls of Camelot. An undeniable spark ignites between Guinevere and Lancelot, but a powerful enemy puts the Queen's loyalty to the ultimate test.
As the heroes of the Round Table undertake the Quest for the Holy Grail, Guinevere's heartbreaking honesty, courage, and integrity will be challenged by those she loves most.

Nel mito arturiano ci sono tante cose: maghi e streghe, cavalieri e dame. Epiche quest, e quest epicamente idiote. Riti pagani e cristianesimo. Amori tormentati, triangoli, prove di lealtà e tradimenti crudeli.
Ma il lieto fine... quello non c'è mai. Non importano i successi, le gioie, le vittorie: la fine sarà sempre lì, a Camlann, dove Artù e Mordred moriranno l'uno sull'arma dell'altro.
Persia Woolley questo lo sa, e non ci lascia molte illusioni: non si apre con il giorno fatale, perchè sarebbe ingiusto dedicare il prologo ad Arthur in una trilogia su Ginevra, bensì al punto più basso della regina: in cella, in attesa di essere messa al rogo per tradimento.
La prima parte del libro è un flashback, per vedere come sia stato possibile arrivare a questo punto: il libro scorso, pur tra alti e bassi, si era chiuso con Arthur e Guinevere insieme, Lancelot in quel piccolo inferno privato che è anche fonte della sua più grande gioia (ossia essere a fianco di Arthur, suo migliore amico, e di Gwen, la donna che ama).
Ed è complicato capire come tutto sia andato a rotoli, perchè l'autrice è molto - ma veramente molto - brava nel mostrare come la caduta di Camelot nasca da tanti piccoli eventi che vanno a creare una valanga in grado di travolgere tutto.
La relazione tra Ginevra e Lancillotto, che nel corso degli anni diventa sempre più difficile da credere solo platonica, e che si incastra in un contesto politico e culturale in mutamento: lei, come regina celtica, avrebbe il diritto di prendersi per amante chi vuole, ma con il cristianesimo che avanza la sua condotta viene sempre più percepita come immorale e barbara.
La decisione dei sovrani di non schierarsi ufficialmente per una religione, che porta l'ostilità della Chiesa, da l'impressione che a loro non importi o che non siano forti abbastanza per farlo e lascia al cristianesimo campo aperto: sono i sacerdoti più umili e dalla mentalità più aperta a portare le conversioni, ma è l'atteggiamento da schiacciasassi dei più importanti prelati a soffocare quanto resta del paganesimo, e ciò porta ad un situazione che non piace a nessuno e ad un vago senso di malessere che tutti sembrano imputare ai sovrani.

In questo libro gli anni passano, e in un certo senso sono loro il nemico peggiore: le cose che cambiano, e non riuscire a cambiare in fretta quanto loro.
Gli alleati e compagni storici che muoiono di vecchiaia, semplicemente, e la naturale diffidenza verso un successore che non ti ha mai provato il suo valore, a cui non hai mai affidato la tua vita. Che non ha mai lottato per te, perchè era un bambino quando le grandi battaglie che ti hanno segnato sono state combattute.
Ginevra e Arthur sono quasi sorpresi, quando si rendono conti di essere "i vecchi" e della presenza di una nuova generazione a Camelot. Ma soprattutto di una generazione che vede Camelot e la Tavola Rotonda come il presente in cui sono nati e vissuti: Arthur è il re, punto. E i suoi sogni sono la realtà che vogliono cambiare.
Il disagio diffuso che porta alla ricerca del Graal, concretizzata in una cerca personale dei cavalieri: partiti per anni in un'avventura solitaria il cui oggetto non è materiale ma spirituale. Messi di fronte a sé stessi e alla propria natura, i cavalieri tornano - quelli che tornano - con risposte sul proprio io, piuttosto che sul Graal. Ma quelli che pensano di aver trovato davvero una risposta... dopo l'iniziale gioia iniziano dissapori e diffidenze, perchè tutte le religioni in gioco vogliono reclamare il Graal come loro.
Altra crepa che porta al disastro è l'incapacità di Arthur e di Morgan di lasciarsi alle spalle il passato: per il re la presenza di Mordred è quasi intollerabile. Si rifiuta non solo di legare con lui come padre, ma anche di trattarlo come gli altri nipoti, e il ragazzo ne è prima confuso e poi ferito. Quando scopre il loro legame di parentela (nel peggior modo possibile), il dolore aumenta fino a diventare rancore: qualunque cosa Mordred faccia, non riceve mai da Arthur il riconoscimento che chiunque altro avrebbe. Verso Lancelot arriva a provare invidia e odio (invidia, perchè ha un figlio concepito con l'inganno ma con cui cerca un rapporto, e odio perchè - in un contorto senso di lealtà - sta pugnalando alle spalle suo padre), e l'affetto per Ginevra - sua madre adottiva - non basta a bloccare la sua discesa nell'oscurità.
È li che nasce il complotto per distruggere Lancelot, per mettere il tradimento sotto gli occhi di tutti e obbligare Arthur all'azione. La fine della Tavola Rotonda, il salvataggio di Gwen che porta alla faida tra Lancelot e Gawain, e la spirale di violenza che nessuno - neanche chi l'ha messa in moto - riesce a fermare. Ma ho apprezzato moltissimo che il motivo principale per cui Mordred riesce a trovare un esercito in primo luogo sia da ricercare dell'atteggiamento di Artù: al di là di quanto abbia calpestato emotivamente il figlio, la questione dei Sassoni è di vitale importanza.
È per contrastare loro che ha messo insieme il regno, è contro di loro che ha combattuto le sue grandi battaglie, è per mano loro che ha perso compagni e amici.
Ma sono decenni che i Sassoni hanno perso quelle guerre e che vivono in Britannia pacificamente, sottostando alle leggi di Arthur e venendo considerati stranieri da guardare con sospetto, in una situazione dove essere trattati come cittadini di seconda categoria sarebbe un miglioramento perchè - ora come ora - non li considerano neanche cittadini.
Quando Mordred si fa portavoce del desiderio dei giovani Sassoni nati e cresciuti in Britannia di essere considerati alla pari, di voler far parte della vita politica del paese, di permettere ai loro guerrieri di entrare nella Tavola Rotonda, Arthur esplode: ha l'antico odio impresso nell'anima con ferro e sangue, e per quanto Ginevra chieda tempo per permettere al marito di venire a patti con giovani di ambo gli schieramenti che non hanno vissuto quelle esperienze, è troppo tardi: quelle voci che avrebbero voluto (e potuto) mitigare i pregiudizi sono ormai diventati i ribelli pronti a prendersi con la forza quello che considerano un loro diritto.
La battaglia di Clamann qui fa malissimo, perchè Arthur ha capito dove ha sbagliato ma non riesce a fare ammenda, mentre Mordred cerca un riconoscimento almeno nella morte.
Tutti perdono, in questa versione più che mai: anche sopravvivere non è garanzia di un lieto fine, e quello che resta è un regno nel caos.
Eppure la Woolley riesce a mitigare il senso di vuoto ed inutilità che dovrebbe riempire il lettore: i personaggi hanno perso tutto ma la leggenda e il ricordo di quanto hanno costruito e vissuto rimane, e rimarrà per sempre.
Maghi e streghe, cavalieri e dame. Epiche quest, e quest epicamente idiote. Riti pagani e cristianesimo. Amori tormentati, triangoli, prove di lealtà e tradimenti crudeli.
E quel finale che riesce ad essere dolce, oltre che amaro, che mai come in questo retelling mi ha commossa.

Poi, perchè non ho avuto cuore di parlare di Arthur, Guinevere e Lancelot, vi lascio con due canzoni di Heather Dale che sembrano scritte apposta. Perchè a volte sono romantica anche io.
Più una piccola confessione: nel mio headcanon personale le versioni originali di Lance, Elena e Marco sono quelle che si trovano qui.
As I am (Arthur a Guinevere)


For Guinevere (Lancelot a Guinevere)

Star Wars: the Fan World

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Non ho ancora visto il nuovo Guerre Stellari, se tutto va bene andrò martedì (e bannerò a vita chiunque provi a fare anche solo mezzo spoiler nei commenti), ma mi sembrava carino fare un post a tema: non sono esattamente la fan n° 1 al mondo di questa saga, ma nutro il giusto amore per la trilogia classica (Han Solo è stato il primo personaggio di un film per cui mi sia presa una cotta), sono rimasta debitamente delusa dai prequel e sono a metà tra lo spaventato e il fiducioso verso questo nuovo sequel.
Ma non ho mai seguito l'universo espanso e i videogiochi, per dire.
Una cosa però è certa: qualsiasi cosa la Disney faccia con questo franchise, non potrà mai fare di peggio rispetto a quanto fatto da Lucas.

E no, non mi riferisco ai prequel ma allo Star Wars - Holiday Special, andato in onda una volta sola e poi mai più, di cui vi metterò la videorecensione del Nostalgia Critic perchè è il solo modo per vederlo senza volersi fare del male.


Nulla di quanto creato da J.J. Abrams potrà mai essere peggio.

Comunque, passiamo ad altre cosine carine partorite dal fandom di Star Wars ma restando in tema "critichiamo Lucas perchè sì".
Un po' tutti sono rimasti delusi dai prequel ed è praticamente una disciplina olimpionica parlarne male: personalmente li ho trovati noiosi, molto poco epici, e in conflitto con la trilogia classica.
Ma capisco anche che qualcuno possa dire "Bene: sei brava a parlarne male, ma sapresti fare di meglio?"
Io  no, ma su youtube è abbastanza conosciuta una trilogia di video creata da una persona che a questa domanda ha risposto "Sì, posso":
What if "Star Wars: Episode I" was good?
What if "Star Wars: Episode II" was good?
What if "Star Wars: Episode III" was good?

Li ho trovati molto interessanti: non solo è riuscito a dare forma ad un generico senso di fastidio che i prequel mi procuravano (se guardi questi sei film in ordine numerico, ti spoileri tutti i colpi di scena più belli), ma ha anche usato le idee di Lucas per mettere in piedi una storia a mio avviso più organica e più in continuity.
Quando i prequel sono stati creati, qualche sessione di brainstorming in più avrebbe fatto comodo.
Sempre per restare in tema di "what if" e sessioni... e se Star Wars non fosse mai esistito come serie di film, ma solo come campagna di un gioco di ruolo?
Che ci crediate o no qualcuno l'ha fatto, e come giocatrice non ho potuto non ridere come una scema di fronte a Darths & Droids, affettuosa parodia di D&D, Star Wars edei giocatori in generale.
E voi? Anche voi siete fan di Guerre Stellari? Anche voi avete trovato qualche progetto amatoriale che vi ha appassionato?

Castelli d'Italia #127

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Il castello di Rivoli si trova nell'omonimo comune, in provincia di Torino. La sua costruzione risale al IX-X secolo e viene nominato per la prima volta in documenti ufficiali nel 1159, quando Federico Barbarossa lo cedette ai vescovi di Torino. Dall'undicesimo secolo in poi si aprì una faida tra il vescovato e i Savoia, che nel 1330 riuscirono a spostarvi il Consiglio dei Principi, e in seguito vi fu esposta per la prima volta in assoluto la Sacra Sindone.
Il castello fu restaurato nel 1559 dopo un periodo di declino (Emanuele Filiberto vi fu praticamente esiliato finchè non avesse avuto un figlio maschio), per poi venire di nuovo dimenticato.
Nel 1863 fu affittato come caserma, per poi essere ceduto completamente al comune vent'anni dopo. Fu pesantemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale e praticamente abbandonato fino al 1979, quando iniziarono i restauri.
Dal 1984 ospita il Museo d'Arte Contemporanea del castello di Rivoli.

Teaseer Tuesday #145

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Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore

Oggi, dopo aver piazzato i pannelli solari, mi sono fatto una passeggiata. Non ho mai perso di vista il rover, non ho sicuramente intenzione di perdermi mentre sono in giro a piedi. Ma proprio non me la sono sentita di imbucarmi di nuovo in quell'angusto e puzzolente nido di topi. Non subito.
È una sensazione strana. Dovunque vada, sono il primo. Esco dal rover? Primo uomo ad aver messo piede lì! Salgo su un dosso? Primo uomo a salire su quel dosso! Do un calcio a un sasso? Quel sasso non si muoveva da un milione di anni!
Sono il primo uomo a percorrere una lunga distanza su Marte. Il primo uomo a trascorrere su Marte più di trentuno sol. Il primo uomo a far crescere un ortaggio su Marte. Il primo, il primo, il primo!
Non mi ero aspettato di essere il primo in niente. Quando siamo atterrati ero il quinto membro dell'equipaggio a bordo dell'MDV, il diciassettesimo essere umano a mettere piede su Marte. L'ordine d'uscita era stato stabilito anni prima. Un mese prima del lancio ci avevano tatuato il nostro "numero maziano". Johanssen aveva quasi rifiutato il "15" che gli era stato assegnato perchè aveva paura che facesse male. Una donna che era passata per la centrifuga, il Vomit Comet, esercitazioni di atterraggio pesante e corse di dieci chilometri. Una donna che in una simulazione aveva riparato un guasto del computer mentre rotolava su sé stessa a testa in giù. Ma che aveva paura dell'ago di un tatuaggio.
Gesù, come mi mancano quei ragazzi.
 - Sopravvissuto: the Martian, Andy Weir

Star Wars - Il Risveglio della Forza

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Questa recensione sarà un po' diversa dalle altre: sono consapevole che a mettere spoiler non segnalati rischierei (giustamente) la vita, così come meriterei di essere picchiata se per caso spoilerassi qualcosa a quegli eroi che leggono le mie recensioni perchè vogliono sapere cosa ne penso di un libro e non avere me che gli racconto il finale (so che ci siete, ma non credo di aver mai detto quanto vi ammiro, e quanto mi facciate sentire una persona cattiva perchè spoilero sempre).
Quindi farò così: ci sarà una prima parte della recensione spoiler-free. Dirò cosa ne penso del film, cosa ha funzionato e cosa no.
Una parte centrale di spoiler CON AVVISO IN ROSSO e che comincerà svariate righe sotto l'avviso.
UN AVVISO DI FINE SPOILER a cui seguirà una considerazione più generale del film e di come mi pare si inserisca all'interno della serie.
Per quanto riguarda tutti gli altri film del franchise darò per scontato che li abbiate visti: non penso che leggerete questa recensione se non avete mai visto Guerre Stellari.

Guerre Stellariè una saga sopravvissuta al tempo: il primo film è uscito nel 1978 e si è imposto nell'immaginario comune immediatamente, per restarci.
Era un film semplice, con una trama base che rimandava a fiabe e fantasy ma nello spazio, e dei personaggi che bucavano lo schermo e restavano con te.
Un film per tutti, che si faceva amare dai bambini e dagli adulti, che lasciava capire che c'era un prima, un vissuto in cui i protagonisti erano Obi-Wan Kenobi, Anakin Skywalker, Darth Vader, Yoda... e questo vissuto dava profondità a tutti loro: il combattimento tra Darth Vader e Obi-Wan non dura nemmeno due minuti e sono un anziano signore contro un tizio che probabilmente non vedeva niente, ma con così tanto in gioco per i personaggi che ti appassioni lo stesso.
Una magia che i prequel per me non hanno mai nemmeno sfiorato.
E questo sequel? Beh, diciamo che dopo la delusione di Episodio 1,2 e 3 sono uscita dal cinema con l'impressione di aver visto un film di Guerre Stellari. Un film dove non ho guardato l'orologio per vedere quando finiva, che quando ho capito che stava per finire ho leggermente imprecato e se nella sala accanto ci fosse stato Episodio VIII sarei andata diretta a vederlo.
Rispetto ai prequel c'è stato un ritorno alle origini: niente deliri politici difficili da seguire e di cui importava poco o niente a nessuno (se mi dite che vi fregava qualcosa dell'embargo a Naboo vi darò dei bugiardi, sapevatelo) ma un'incipit che è quasi una favola. Un vecchio eroe disperso e da trovare, un regno malvagio e uno buono con tanto di resistenza, dei giovani eroi da scoprire.
Il ritorno delle battutine divertenti davvero, di personaggi verso cui provare empatia immediatamente e scoprire in seguito le loro profondità.
Certo, ha dei dialoghi che ti fanno pensare "La gente non parla così", ma siamo anni luce sopra il "Non mi piace la sabbia, tu non sei come la sabbia, io ti amo".
Ho apprezzato tantissimo che si siano limitati con la CG, che siano tornati trucco, set e pupazzi: fanno sentire a casa, contribuiscono a mettere cuore ed anima nella pellicola... insomma, la mia vena nostalgica è stata appagata in pieno.
Devo riconoscere che Abrams aveva un lavoro ingrato: accontentare i fan vecchia data che volevano tutto uguale e quelli che si sarebbero lamentati se tutto fosse stato lo stesso, più le minacce di morte che credo gli siano arrivate se per caso avesse rovinato tutto, e che dire: non ha centrato il bersaglio al 100%, ma sulla quota 90% direi che c'è arrivato: Il Risveglio della Forzaè un film molto citazionistico, con svariate situazioni che rimandano alla trilogia classica ed infiniti ammiccamenti allo spettatore, ma è anche un film che riesce ad aggiungere qualcosa: non si limita a riproporre le stesse situazioni e gli stessi archetipi, spesso e volentieri sotto la citazione c'è qualcosa di opposto alla scena a cui rimanda.
Un esempio è Kylo Ren, il cattivo: vestito di nero e mascherato, la mente corre subito a Darth Vader e al suo respiro sibilante... e lì per lì ci rimani male quando ti rendi conto che questo qui, per quanto provi disperatamente ad imitare il mito, è quanto di più lontano ci possa essere dallo spietato cavaliere nero di Palpatine. Non incute il timore del suo idolo, è preda di violente emozioni, perde spesso il controllo, e chiaramente la cosa è voluta: vorrebbe essere Darth Vader ma non ci riesce, è quello che pensano gli spettatori. Lui lo sa, e credo sia un punto interessante per farlo muovere e per farlo evolvere nei prossimi due film.
Diciamo che in questa trilogia non saranno solo gli eroi a crescere e maturare, ma anche coloro che gli si oppongono.
Ma parliamo degli eroi: onestamente alcuni dei miei dubbi riguardavano il nuovo robottino, BB-8. Come si fa a sostituire R2-D2/C1P8 e C-3PO? Si fa e non si fa: tanto per cominciare questa nuova pallina di metallo è semplicemente adorabile, e poi non prende il posto di nessuno. Sarebbe come avercela con Leia perchè diventa la protagonista femminile al posto di Padmé.
Finn e Rey sono fantastici: stormtropeer disertore lui, cacciatrice di rottami lei, sono due ragazzini adorabilmente ingenui che - come altri prima di loro - si ritrovano in una storia enorme che non comprendono, e la cosa che mi è piaciuta è che protagonista fosse molto di più lei di lui: di Rey si sa poco, chiaramente scoprire il suo passato sarà parte fondamentale del suo arco narrativo (anche se ho le mie teorie), ma è una ragazza sveglia e determinata, poco propensa a farsi prendere dallo sconforto e piena di risorse (oh, e l'attrice è bravissima). Ho letto in giro che molti la ritengono una Mary Sue, ma a me non è sembrato: il massimo che le posso dire è che non sembra mai essere davvero nei guai, e che è sempre all'altezza della situazione... ma non mi è sembrata una realtà incisa nella pietra quanto un modo di presentarcela, e che le cose cambieranno in futuro (altrimenti detto: questo è un film che ci traghetta da una trilogia all'altra, per me i giochi si apriranno davvero con il prossimo).
Il big bad... francamente non si capisce chi è: si chiama Snoke e lo interpreta Andy Serkis, ma a parte questo il film non spiega niente.

Ma Luke, Han e Leia? Avete presente quando nel trailer Han dice "Siamo a casa"? Ecco, più o meno è così che mi sono sentita a rivederli: stavolta sono loro Obi-Wan, Anakin, Yoda... le vecchie leggende che hanno combattuto una battaglia così epica da sembrare una storia. E sono loro: non sono Harrison Ford, Carrie Fisher e Mark Hamill che basta indossino trucco e parrucco per essere i protagonisti di Guerre Stellari. Sono proprio loro.
Passiamo però alla dolente nota: il finale.
Tranquilli, niente spoiler.
Secondo me la prima parte del film è nettamente superiore alla seconda e quando si arriva al succo della trama, a quello che i nostri eroi devono fare per salvare la situazione... ecco, lì è troppo citazionistico. Ad un livello che mi sono chiesta se è ancora plagio, se stai plagiando te stesso.
Non hanno osato, quando non solo avrebbero potuto ma hanno anche dimostrato di essere pronti a farlo.
In più le ultime scene le ho trovate un po' troppo veloci, come se avessero pigiato sull'accelleratore perchè dovevano arrivare ad un certo punto della storia senza sforare di tempo.

E ora...
SPOILER  SPOILER  SPOILER  SPOILER  SPOILER  SPOILER 
(e speculazioni)





















Bene. Adesso parliamo di qualche dettaglio in più: la sola cosa che mi ha dato fastidio di Rey è come riesca a guidare il Millennium Falcon alla prima. Ok, l'ha grattato contro ogni cosa (e in sala c'è stato un tale sibilo di dolore che credo tutti abbiano sofferto più per quello che per eventuali veri danni alla loro vera auto), ma... è il Millennium Falcon: non si guida così bene che Han Solo ci resta male.
Non mi ha dato fastidio che fosse in grado di usare la Forza: anche Luke riesce diventare Jedi dopo due lezioni di Obi-Wan e un'addestramento incompleto con Yoda. Che Rey riesca a tenere testa ad uno stormtrooper non mi è sembrato così assurdo.
Il confronto con Kylo Ren è un'altro paio di maniche: se lui fosse stato veramente all'altezza di Darth Vader avrei urlato allo scandalo, ma la realtà è che Ren ha un sacco di potenziale e un sacco di conflitti e paure, per cui penso che in una gara di volontà dove da un lato c'era la tecnica e dall'altro una forza uguale (se non superiore) e contraria... che anche Rey sia riuscita a portare a segno un colpo non è illogico. Senza contare che Rey con i suoi traumi da abbandono ci ha fatto i conti tutta la vita, mentre per Ren le sue insicurezze sono ancora un tasto dolente.
Poi io son convinta che Rey sia figlia di Luke (ha anche il pupazzo vestito come un pilota dei Ribelli, e Luke era un pilota) e che le "visioni" fossero in realtà flashback mandati da Anakin, nel mio headcanon personale.
Sarà uno scontro interessante: la fangirl di Luke e della Resistenza contro il fanboy di Darth Vader e dell'Impero.

Come ho accennato sopra non mi è piaciuta la parte finale: lo Starkiller è semplicemente una Morte Nera dopata con lo stesso maledettissimo difetto di progettazione. È la terza volta che l'Impero ci propone questo tipo di arma, e la terza volta che bisogna sparare dentro un tunnel perchè salti in aria.
Avrei preferito il Sun Crusher del vecchio universo espanso (ok, ho mentito: un paio di libri li ho letti) se tanto citazione doveva essere.
Devo dire, però, che per quanto abbia apprezzato che la politica sia praticamente scomparsa, ad un certo punto ho sperato che spiegassero un po' meglio lo stato della Galassia perchè non si capisce bene come Nuova Repubblica, Primo Ordine e Resistenza siano collegati... e per questo motivo quando la Starkiller fa saltare i pianeti della Repubblica come spettatrice mi sono sentita molto poco coinvolta: chi erano? Qual era il loro apporto alla trama? Perchè avrebbe dovuto importarmi della loro distruzione, considerando che alla Resistenza stessa non sembra importare?

Ora passiamo a ciò che ho odiato e amato: odiato, perchè mi ha strappato il cuore, e amato perchè è un momento che funziona alla perfezione.
Han Solo che viene ucciso da Kylo Ren, aka Ben Solo, aka suo figlio.
Ho capito che sarebbe successo con circa un quarto d'ora d'anticipo, quando la situazione ha iniziato a ricordare troppo quella di Una Nuova Speranza. Quando Han ha detto che avrebbe abbassato gli scudi la mia mente ha capito, ma il mio cuore ha continuato a sperare che non avrebbero avuto il coraggio di farlo. Anche quando Rey e Finn sono arrivati giusto in tempo per essere testimoni, come lo fu Luke, ho continuato ad aggrapparmi alla speranza che non potevano farlo.
Eppure, quando Han ha chiamato suo figlio ed è salito su quel ponte era ovvio come sarebbe andata a finire: il vecchio eroe che muore davanti a coloro che ne seguiranno le orme.
Una scena studiata per ricreare la prima morte importante di Guerre Stellari (scusate, Owen e Beru: voi siete diventati sacrificabili nel momento in cui avete detto a Luke che doveva restare a Tatooine) ma che - allo stesso tempo - ne è l'esatto opposto. Due scene di grande impatto che coinvolgono personaggi con una storia alle spalle, ma diverse perchè quando Obi-Wan e Darth Vader si scontrano è chiaro che si conoscono e che c'è bagaglio emotivo, ma non c'è ambiguità: capisci subito che si uccideranno. Vader non ha dubbi, e anche Obi-Wan - pur sapendo benissimo chi c'è sotto la maschera - non esita. L'idea di provare a salvare Anakin non lo sfiora neanche: nelle sue parole non c'è nemmeno la rabbia, solo il disprezzo. Quando gli permette di ucciderlo è una scelta: passare ad un altro piano d'esistenza, passare il testimone a Luke e motivarlo a fare ciò che dovrà fare. Una mossa non dico studiata ma almeno ragionata.
Per Han e Kylo Ren è tutto il contrario: Han vuole salvare suo figlio, e Ben è combattuto all'idea di uccidere il padre. Il cattivo che deve resistere alla tentazione del bene, in un confronto dove l'ambiguità c'è eccome, e dove la morte di Han è un fallimento su tutta la linea: non ha tolto suo figlio dalle grinfie dell'oscurità, lui ha compiuto un'atto da cui difficilmente potrà tornare indietro e che - in ogni caso - avrà conseguenze enormi. 
Chi potrà mai volerlo salvare, dopo che ha ucciso Han Solo? Persino Chewbecca gli spara all'istante, a lui, al figlio del suo migliore amico.
Una scena potentissima, che imho ha mostrato alla grande come sia possibile omaggiare una scena tirando fuori qualcosa di nuovo e con piani di lettura diversi.
Ovviamente a livello personale non mi sono ancora ripresa: sto ancora soffrendo e non so se voglio vedere Kylo Ren nell'arco di redenzione più doloroso di sempre o morire tra atroci sofferenze.
Oddio, in effetti voglio la prima: Leia non può perdere anche il figlio dopo aver perso Han, e la morte di Han non può essere così inutile, e hanno sottolineato troppo che il ragazzo sente ancora il richiamo del lato chiaro della Forza. Però sospetto che Leia potrebbe assumere un atteggiamento alla Obi-Wan: ha chiesto a Han di riportare indietro Ben, e il risultato è che è morto. A questo punto potrebbe decidere che il figlio è andato troppo oltre, e considerare Kylo Ren l'abominio che l'ha ucciso parallelamente a come il vecchio maestro Jedi vedeva l'evoluzione di Anakin in Darth Vader.
Ad ogni modo non posso non ammirare il coraggio che hanno avuto: mi ero quasi scordata che ci sono film dove i personaggi amati non sono al sicuro, e che si può soffrire per colpi di scena del genere.













FINE SPOILER   FINE SPOILER   FINE SPOILER   FINE SPOILER



Discorso più generale: la sola cosa che non ho reputato all'altezza dei sei film venuti prima è la colonna sonora. A parte le tracce storiche, non ho sentito nessun tema musicale che mi abbia coinvolta particolarmente (ci tengo a precisare che per quanto detesti i prequel, la loro colonna sonora è assolutamente meravigliosa e corre in soccorso di scene agghiaccianti come questa) e questo mi ha delusa... in effetti mi è venuto anche il dubbio che fosse cambiato il compositore.

Una cosa che invece ho apprezzato l'abbassamento dei toni nei combattimenti: per carità, sono la prima ad amare una bella coreografia, però guardando la trilogia classica non ho mai pensato che i duelli con le spade laser fossero fatti per essere spettacolari, ma che fossero più uno specchio per lo stato emotivo dei personaggi: quando Darth Vader affronta Luke spesso e volentieri lo tormenta a parole e quando Luke effettivamente perde il controllo non si mette a fare piroette e acrobazie, ma gliene da come se lo stesse pestando con un martello: tecnica e coreografia vanno a quel paese e abbiamo pura e semplice rabbia.
Mi è sembrato che in questo film i combattimenti fossero più su quella linea rispetto ai prequel.

Ma parliamo un po' dei prequel: la prima cosa che ho apprezzato moltissimo è che qui quando si parla della Forza si torna ai toni mistici che c'erano prima, come se tutti quelli che hanno lavorato a questo film si fossero messi d'accordo su un semplice messaggio traducibile in "fanculo i midichlorian". Una cosa da poco, ma che sentivo di dover specificare.
Per un discorso più articolato: dopo aver visto alcune recensioni di gente che ha studiato cinema sono riuscita a dare le giuste parole ad una cosa che mi infastidiva tantissimo dei primi tre episodi: al di là del loro valore come film, in che modo si inseriscono nella saga?
Personalmente credo che avrebbero funzionato meglio se la numerazione fosse stata diversa, ossia: Episodio I: Una nuova speranza, Episodio II: L'Impero colpisce ancora, Episodio III: Il ritorno dello Jedi e dopo i prequel. Perchè? Perchè sono film strutturati per essere prequel, ma seguendo la numerazione sono quelli da vedere prima e non torna: Star Wars - fino a quel momento - era una saga di sei film e svariati colpi di scena. Darth Vader è il padre di Luke, non ha ucciso Anakin bensì è Anakin, Luke e Leia sono gemelli. Quelle sono scene studiate per essere rivelazioni non solo per i personaggi ma anche per gli spettatori: quelli erano i momenti in cui noi capivamo cos'era successo, ma la numerazione attuale ne diminuisce l'impatto narrativo perchè i primi tre film raccontano per filo e per segno cos'è successo, invece di restare ambigui (e avrebbero dovuto esserlo, se erano pensati per essere visti in ordine).
Però sono prequel-prequel, senza nessun mistero e pieni di fanservice, quindi ritengo che la numerazione dei film e la struttura dei film non siano coerenti.
Che c'entra con questo film? C'entra che mentre lo guardavo pensavo che Il Risveglio della Forza sembra pensato non solo per essere un sequel, ma anche in virtù di avere dei prequel: dice poco o niente di quello che hanno fatto Luke, Leia, Han, dell'Impero e della Ribellione. Permette ai novelli spettatori di tornare indietro, di scoprire chi sono quei personaggi aggiungendo valore - e non togliendolo - alla mitologia generale e ad una scena in particolare. Rende più tragica la visione completamente sbagliata che Kylo Ren ha di Anakin/Darth Vader.
Insomma, mi è sembrato che ci sia stata una discussione su come questo film si sarebbe inserito all'interno di una storia e come sfruttare la continuity a suo vantaggio.
E anche solo per questo sarebbe migliore dei prequel.

Ovviamente sono curiosa: i primi sei film avevano come arco generale la caduta e la redenzione di Anakin Skywalker; per forza di cose non può più essere così. Sono davvero curiosa di vedere cosa verrà fuori in questo senso nei prossimi due capitoli.

Auguri in ritardissimo

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Ci sono anni in cui il Natale ti coglie alla sprovvista.
Sostanzialmente ho postato a recensione de Il Risveglio della Forza per rendermi conto circa dieci secondi dopo che era la vigilia, e odiando i doppi post mi sono detta "Ok, gli auguri di Natale li faccio direttamente domani".
Non avevo calcolato che il Natale l'avremmo passato a Bologna, progetto traducibile in "sveglia a 6,45 per arrivare alla stazione" e ritorno a casa in condizioni di stanchezza estrema (perchè a Firenze durante i festivi i mezzi pubblici si trasformano in bestie mitologiche, quindi al ritorno ringrazi lo spirito del Natale di abitarci vicino, alla stazione, che puoi tornare a piedi senza volerteli amputare).

Che dire? Spero che abbiate passato tutti uno splendido Natale, e che il resto delle feste possa essere migliore.

Tirando somme libresche

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L'anno sta per finire, ed è quindi arrivato il momento di fare un bilancio sulle letture: non parlo del meglio, del peggio e di quello che sta nel mezzo, ma di come è andato il proposito di sfoltire la TBR. Tra libri letti e libri comprati, sarò riuscita a non chiudere l'anno in rosso?
Scopritelo sotto il cut.

Il 2015 è iniziato con 80 libri in TBR, ossia roba da niente che avrei dovuto azzerare anche solo rispettando la sfida di GoodReads. Purtroppo non sono molto brava a rispettare scalette e simili, e infatti vado spesso e volentieri a pescare fuori dalla TBR con libri che mi prestano e simili, più le riletture e le graphic novel che qui non metto sennò non finirei più.
Senza contare i nuovi arrivati che magari prendo subito in mano snobbando volumi che aspettano da anni di essere letti.
Quindi ho iniziato con 80 volumi e ho finito con 149, per un totale di 69 nuovi ingressi in libreria - virtuale e non.
In questo ambito, però, sono stata più brava: 43 vengono direttamente dalla WL, e solo 24 sono entrati in casa a seguito di colpo di fulmine. Due, invece, provengono dalla libreria di casa.

Sono riuscita a finire ben quattro serie: Il ciclo delle tre spade di Tad Williams (leggetelo!), Black Friars di Virginia de Winter (ma ci sarà un seguito, vero?), Le cronache lunari di Marissa Meyer e Blackwell Pages di K.L. Armstrong e M.A. Marr. Sono stata bravina nel proseguirne alcune: sono andata avanti con la serie di Imriel di Jacqueline Carey (me ne manca solo uno adesso), con Nightrunner (che mi piace così tanto che non la voglio finire) e con Wild Cards. Ho preso e letto i secondi volumi di Mordraud e Albion, ma non li conto come "finalmente vado avanti" perchè questi due autori non fanno in tempo ad entrare in TBR che li sto già leggendo.
Ne ho iniziata solo una nuova, The Long Earth, perchè ci lavorava anche Terry Pratchett.
Il bilancio finale è che su 92 libri letti quest'anno solo 55 sono venuti dalla TBR, e che chiudo tremendamente in rosso: ho iniziato con 80 e ho finito con 90. Riuscirò a trattenermi nel 2016?
Intanto è il momento di fare tabula rasa, cancellando i libri letti e uniformando in nero i nuovi acquisti: ormai sono le basi su cui costruire la nuova torre di libri da leggere.

Classifica 2015

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È di nuovo quel momento dell'anno in cui noi fieri possessori di lit-blog tiriamo le somme sulle letture affrontate durante l'anno.
Come da tradizione non farò una top-ten.

Libri Migliori 2015
E come da tradizione abbiamo un podio con tre vincitori.
L'isola del dottor Moreau, di H.G. Wells.
Io adoro Wells: in parte perchè scrive belle storie, in grande parte perchè queste storie le ha scritte a fine '800. Voi direte "Capirai, scrittore ottocentesco che scrive bene, sai che novità", ma vedete, il punto è che lui scriveva fantascienza a fine ottocento. Prima di lui la macchina del tempo nella narrativa non c'era: ha inventato la macchina del tempo. Ha scritto di un'invasione aliena che viene combattuta con cavalleria e cannoni. Insomma, un genio totale.
Il libro in questione è quello che - per ora - mi è piaciuto di più: talmente corto da essere quasi un racconto, qui abbiamo la storia dello scienziato pazzo e delle conseguenze etiche e morali. Diverso dalla Shelley perchè c'è proprio la scienza, non il romanzo gotico, e che dire... l'ho amato.
Guinevere: The Legend in Autumn, di Persia Woolley.
Ultimo di una trilogia che racconta il mito arturiano dal punto di vista di Ginevra. Dico subito che è una trilogia che consiglio a scatola chiusa (se leggete in inglese perchè - ovviamente - da noi è arrivato solo il primo volume decenni fa) e che restituisce diginità ad un personaggio ferocemente distrutto ne Le Nebbie di Avalon. Questo ultimo volume è la perfezione: riesce a rielaborare ed inserire un sacco di episodi del mito, ha messo una versione della cerca del Graal che non stona con un'ambientazione realistica, e la caduta di Camelot è perfettamente coerente (e credibile) con quanto costruito durante tutta la serie. E il finale spezza il cuore più del solito.
Via dalla pazza folla, di Thomas Hardy.
A me Thomas Hardy piace un bel po', anche se è uno che quando muoiono metà personaggi dici "Ok, questa volta non è andata a finire così male". Questo qui è un polpettone con stile, una storia d'amore che dura anni ostacolata - molto semplicemente - dalla vita. Il lato negativo è la traduzione italiana: dire che è atroce è dire poco, e svariate frase le devi rileggere tre o quattro volte per capire che dicono perchè sono delle vere e proprie supercazzole.

WTF 2015
Mattatoio n°5, di Kurt Vonnegut.
L'introduzione è meravigliosa: Vonnegut è uno che con le parole ci sa fare, e che tira fuori più classe e sentimenti in un paragrafo che tanti autori in un libro intero.
Non vi dirò quanto mi è costato, in soldi, tempo e ansietà, questo schifoso libretto. Ventitrè anni fa, quando tornai dalla Seconda guerra mondiale, pensavo che mi sarebbe stato facile scrivere della distruzione di Dresda, dato che non avrei dovuto fare altro che riferire ciò che avevo visto. E pensavo anche che sarebbe stato un capolavoro o per lo meno che mi avrebbe fatto guadagnare un mucchio di quattrini, dato che il tema era così forte.
Ma allora non mi venivano molte parole da dire su Dresda, o almeno non abbastanza da cavarne un libro. E non me ne vengono molte neanche ora, ora che sono diventato un rudere con i suoi ricordi e le sue Pall Mall e i figli grandi.
Penso a quanto mi sono stati inutili i miei ricordi di Dresda, e a quanto sono stato comunque tentato di scriverne.

Un paragrafetto che dice quanto è traumatico essere testimoni di una cosa simile, quanto ne vuoi parlare, quanto non trovi le parole e comunque quanto vuoi farlo lo stesso. In effetti è dura scrivere un libro se con un paragrafo riesci a dire tutto.
Vonnegut: potevi scrivere una cartolina su Dresda, e avremmo capito.
Ad ogni modo questo siginifica che tutto quello che c'è nel libro vero e proprio è una prescisa scelta stilistica, e santo cielo se non c'ho capito niente di niente.

Guilty Pleasure 2015
The Heir, di Kiera Cass.
La mia serie guilty pleasure per eccellenza, a un punto tale che quando è arrivata la parola fine ci sono rimasta male.
Quasi.
Poi la Cass ha deciso che il suo pastrocchio si meritava un sequel, ed ecco qui le non-avventure della generazione successiva. Non potevo non leggerlo.
Henge, di Realm Lovejoy.
Il nome dell'autrice dice tutto: pseudonimo o meno qui c'è qualcuno che - ad un certo punto - questo nome l'ha scelto. Ad ogni modo si tratta di un delirante retelling del mito arturiano che non si capisce come sia strutturato e dove voglia andare a parare.

Idea Sprecata 2015
Steelheart, di Brandon Sanderson.
Inizio a pensare che io e questo autore proprio non ci troviamo, e la cosa mi spaventa perchè è lui che ha finito la serie de La Ruota del Tempo. Ad ogni modo questo libro aveva un'idea fantastica: un mondo dove i super-eroi sono malvagi, dove i poteri danno alla testa e trasformano persone che potrebbero fare del bene in tiranni. All'atto pratico non c'è stato un solo personaggio che mi abbia colpito in qualche modo e mi sono annoiata così tanto che ci sono rimasta quasi male quando ho visto in giro recensioni positive.
Children of the May, di S.J. Moore.
Retelling arturiano in cui non solo Mordred sopravvive alla strage dei bambini di maggio. Una premessa interessantissima da cui poteva nascere di tutto, e invece... praticamente tutti i personaggi "storici" sono trasformati in villains totali per far risplendere quelli che - in definitiva - sono personaggi originali. Senza contare che è uno spreco enorme appiattire i potenziali conflitti e dilemmi rendendo uno schieramente malvagio punto.

Delusione 2015
Il dominio del fuoco, di Sabaa Tahir.
Qui vado controcorrente: questo libro è piaciuto più o meno a tutti. Non so, forse sono state le aspettative: è meglio di molto altro, ma non mi è sembrato chissà quale cosa. Ho trovato i personaggi poco più che accettabili e il tanto pubblicizzato worldbuilding io non l'ho visto, anzi: alcuni degli elementi mi sono sembrati veramente buttati nel mezzo senza alcun motivo. Cosa sarebbe cambiato se le creature magiche non ci fossero state? Assolutamente niente.
Thor's Serpent, di K.L. Armstrong e M.A. Marr.
Terzo libro di una trilogia per ragazzi che ho trovato assolutamente adorabile. Fino ad un libro fa.
Ora, non voglio dire che si trattava del nuovo Harry Potter, o che avesse chissà quali profondità d'animo andate perdute, ma in questo volume il "lieto fine a tutti i costi" era un po' troppo palese, e alcuni colpi di scena/dilemmi che avrebbero potuto esserci sono stati risolti in un modo che trovo stupido anche per dei ragazzini.

Migliore Storia Breve 2015
Puttana da guerra, di Carlton Mellick III.
Questo è un'autore che, a volte, reputo un po' troppo estremo per i miei gusti... ma questa storia breve è la prova che quando ci troviamo, ci troviamo. Ovviamente stranissima, ma è scritta più che bene e non solo è intrigante, ma non si riesce proprio a capire dove andrà a parare, o quali potranno essere gli sviluppi della storia.

Miglior Serie 2015
Ciclo delle tre spade, di Tad Williams.
Serie che ho finito a inizio dell'anno, complice la terribile influenza che mi presi il 31 dicembre scorso. Che dire? Una bella saga fantasy in vecchio stile, con una partenza lenta ma che si fa perdonare tutto: un numero infinito di personaggi che riescono a farsi amare più o meno tutti, una trama complessa, complotti, magia e un worldbuilding impressionante... si capisce perchè sia stata una fonte d'ispirazione per Martin (e si vede anche dove ha preso ispirazione).

Sorpresa 2015
Destinazione stelle, di Alfred Bester.
Sorpresa non perchè bello, ma perchè mi è piaciuto molto di più di quanto mi aspettassi. Non posso dire nulla senza rischiare spoiler (e già ci pensa la quarta di copertina), quindi posso solo solo consigliarvi di leggerlo.

Libro peggiore 2015
After, di Anna Todd.
A mani basse il libro peggiore che abbia letto in tutta la mia vita. Non sto scherzando: è assolutamente atroce. Personaggi ridicoli ed irritanti, una storia d'amore che è IL DISAGIO vero e uno stile da mettersi a piangere.
Un roba che ti porta a guardare su youtube video di gente che salva gattini per recuperare la fiducia nell'umanità.
Branded, di Keary Taylor.
Perchè le disgrazie non vengono mai da sole, e quindi nella vita ho avuto la brillante idea di leggere anche questa porcheria. Che dire? È uno dei libri più noiosi della storia del mondo, probabilmente: succede qualcosa sorpassato l'80%, e quel qualcosa non ha minimamente senso. Personaggi stereotipati al massimo, una parte paranormale che è una barzelletta venuta male e un'autrice che non ha la più pallida idea di cosa stesse scrivendo. Un disastro.

Ed ecco qui la mia classifica dell'anno. Ora andiamo a vedere le vostre.

Castelli d'Italia #128

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Il castello (o villa) di Celsa si trova a Sovicille, in provincia di Siena: fu inizialmente costruito come baluardo difensivo dalla repubblica di Siena, ma nel '500 fu convertito a residenza privata dal proprietario Mino Celsi. Purtroppo nel 1554 fu distrutto dall'esercito imperiale austro-spagnolo di Carlo V, e restaurato nel XVII secolo - periodo in cui furono realizzati anche i giardini, e nel 1802 passò alla famiglia Chigi, che lo trasformarono in una struttura neogotica.


Teaser Tuesday #146

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Ed ecco di nuovo la rubrica settimanale Teaser Tuesday, creata dal blog Should Be Reading, che si divide in poche, semplici fasi:
1_ prendi il libro che stai leggendo
2_ apri una pagina a caso
3_ scrivi un breve brano (stando attenti a non spoilerare)
4_ scrivi titolo e autore

"Ha idea se ci sia stato qualche passo avanti nel caso dell'Assassino della Mercedes?"
Una domanda alla quale Hodges in genere non risponderebbe, ma se vuoi ricevere informazioni, devi essere anche disposto a darne. E comunque il rischio è molto limitato, considerando che non c'è nulla di nuovo. "I miei vecchi colleghi si sono arenati", replica, usando la stessa espressione di Pete a pranzo, poche ore prima.
Peeples annuisce, quasi se l'aspettasse. "Un crimine dettato da un'impulso improvviso. Nessun legame con nessuna delle vittime, nessun movente, una strage commessa giusto per divertirsi. L'unica possibilità è incastrarlo se ci riprova, giusto?"
Mr. Mercedes giura di no, riflette Hodges. Però non vuole certo rivelare quell'informazione e si limita ad assentire.
Un'intesa di vedute è sempre un'ottima soluzione.
 - Mr. Mercedes, Stephen King

Akatasuki no Yona #22

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Seiryuu è un cucciolo che deve essere protetto ad ogni costo.

Capitolo 22: Calling Out to Each Other

Abbiamo il visto il passato tutt'altro che idilliaco di Seiryuu, ma il presente? Ecco gli ultimi avvenimenti dal suo punto di vista. Tanto per cominciare anche lui, come Kija, sente qualcosa di strano da quando Yona ha messo piede al villaggio: gli danno fastidio gli occhi e non capisce perchè. Non capisce neanche perchè sia così attirato da quella straniera o perchè, vedendo che qualcuno sta per rinchiuderla nelle grotte più profonde, il suo primo istinto sia salvarla. E, una volta faccia a faccia con lei, di certo non capisce cosa stia provando.
L'ha mascherato bene, tant'è che Yona non si è accorta di nulla, ma il ragazzo ha una discreta crisi in corso: del resto incontrare la principessa e sentire il patto divino sono state esperienze intense anche per Kija... figuriamoci per qualcuno che non ha minimamente idea di che cosa stia succedendo.
Non stupisce che sia scappato: era completamente sopraffatto.
Seiryuu:Gli occhi... mi pulsano. Quando ho toccato quella ragazza... ho sentito una voce... e mi sono sentito come se avessi dovuto rannicchiarmi al suolo. C'era... un drago bianco. Perchè ho pensato che fosse un drago bianco?
Ok, più che sopraffatto diciamo che è a mezzo passo dalla crisi di panico totale, terrorizzato al pensiero che il dolore agli occhi significhi perdere il controllo del proprio potere.
Totalmente ignaro del suo dramma il gruppo discute i nuovi sviluppi: Kija e Hak vorrebbero picchiare a sangue tutti per aver provato a rapire Yona (li ferma Yoon, a cui basta un no per essere ubbidito), e notano come siano stati ingenui a pensare che il villaggio di Seiryuu sarebbe stato come quello di Hakuryuu.
Yoon:Non hanno un culto per i capelli rossi, e nemmeno il potere del drago è considerato divino. Per quello che riguarda Seiryuu, noi potremmo davvero essere degli intrusi.
Kija:Non è possibile. I quattro draghi dovrebbero affrettarsi ad andare a fianco del loro padrone: quando io ho incontrato la principessa ho lasciato il mio villaggio in mezza giornata!
Yoon: Quello è perchè ti sei unito troppo in fretta.
Kija:Certo!
Yoon:No, non mi stavo complimentando.
LoL. Trovo adorabile come stia provando a insegnare a Kija ad essere una persona normale.
Ad ogni modo Yona dice che Seiryuu l'ha salvata e le è sembrato gentile: vorrebbe provare a parlargli di persona prima di rinunciare. All'insegna del "Hai fegato" Yoon è pronto a ripartire, ma c'è chi non è d'accordo: Hak.
L'ha persa di vista per dieci minuti e non è stato lui a salvarla... per quello che lo riguarda sono abbastanza emozioni in una giornata e vuole che resti al sicuro: ci possono pensare loro, gli uomini della situazione, a portarle Seiryuu. Anche a costo di trascinarlo.
Ora, io capisco Hak: per lui Yona è la persona più importante in assoluto. Tutto quello che fa lo fa per lei, e per lei ha rinunciato a molto: non vuole proteggerla perchè Io Uomo, Tu Donna. Vuole proteggerla perchè vuole proteggerla... ma santo cielo se non ho amato la reazione di Yona.
Yona: Kija, Yoon e io andremo. Tu aspetterai qui. Kija sa dov'è Seiryuu, Yoon conosce la strada e ad incontrarlo devo essere io. Ti chiedo di considerarlo un mio ordine.
Qualcuno è cresciuto e qualcuno dovrebbe prenderne atto. Poi vabbè, la scusa ufficiale è che serve una persona che tenga d'occhio la situazione, ed Hak mette in chiaro che se la principessa non tornerà sana e salva non lascerà mai più il suo fianco, in un modo assolutamente romantico che mi ha fatto urlare OTP... e Yona non ha capito.
"Non mi piace quando sei fastidioso quindi starò attenta", Yona? Sul serio? Anche Yoon ha pena di Hak.
C'è da dire che Yona non è esattamente a suo agio ad aver lasciato indietro la sua fidata guardia del corpo, e il primo a prenderla amichevolmente in giro è Yoon (con cui sta instaurando un rapporto migliore amico/fratello-sorella bellissimo), a cui segue spiegazione: Yona sente di fare eccessivo affidamento su Hak ed è convinta che lui stia seguendo la volontà di suo padre.
Yona:Ancora non posso, ma un giorno vorrei ridare ad Hak la sua libertà.
Oh, Yona. Come si fa ad essere così dolci e contemporaneamente così ciechi? Ti ama, idiota.
Ridendo e scherzando arrivano al passaggio segreto, dove Kija si guarda intorno con aria sospetta e li informa che Seiryuu è più avanti ma lui aspetta lì. Classica scena che vuol dire che di lì a tre secondi arriverà gente, e infatti arriva gente: le loro leggi vietano a chiunque abbia visto Seiryuu di lasciare il villaggio. Kija ribatte che se si avvicinano a Yona gli farà lasciare non la terra dei vivi, ma quella dei sani di sicuro.
Così, mentre Hak si gira i pollici e Kija affronta civili, Yona e Yoon si apprestano ad incontrare il sempre più scombussolato Seiryuu.

L'atteggiamento di Yona e di Seiryuu è diametralmente opposto: tanto la principessa è calma e gentile, tanto il drago è spaventato e ostile. Ma Yona non è più tipo da farsi intimidire (Yoon è molto più allarmato di lei), e ignora la spada che il giovane le punta contro: sembra capire istintivamente che sta tenendo un atteggiamento difensivo più che offensivo. E come allentare la tensione? Chiedendo come si chiama lo scoiattolo, ovviamente. Dopo un momento di indecisione Seryuu risponde che è Ao (#FeelsForever), salvo sentirsi dire che non gli sta bene (con panico di Yoon che sarebbe per la diplomazia).
Ma passiamo alle cose serie.
Yona: Io sono Yona. Tu chi sei?
Seiryuu:Il Sei... ryuu...
Yona:Il tuo nome. Quello non è il tuo nome, vero?
Seiryuu:Non ho... un nome. Solo... il Seiryuu.
[Ho lasciato le pause, che in genere tolgo perchè sottolineano l'enfasi del momento ma non rendono in forma scritta, perchè qui - a mio avviso - servono a mostrare quanto il ragazzo non sia abituato a parlare]
Punto primo: Ao, WTF? Non hai pensato che, oltre ad insegnarli a combattere, dargli un nome potesse essere una buona idea?
L'aveva detto che non era capace
Punto secondo: portatelo via da lì. Già era brutto che nessuno avesse più chiamato Kija col suo nome dopo la morte dei genitori, ma questo? A questo ragazzo è stato negato di avere un'identità al di fuori del suo ruolo, che per di più è visto in modo molto negativo (#eufemismo) da tutti. Non è un caso, per me, che solo a questo punto Yona smetta di sorridere e provi ad avvicinarsi, infrangendo però il fragilissimo equilibrio della situazione. Una situazione che, tra l'altro, ricorda molto il tentativo di approcciarsi ad un'animale ferito o maltrattato, dove qualunque movimento improvviso può portare alla fuga o ad un'aggressione.
Per Seiryuu l'unica cosa chiara è che la causa del suo tumulto interiore sono questi stranieri: chi sono? Cosa vogliono? Perchè lo stanno cercando? E perchè sente che il suo più grande desiderio era incontrare Yona?
Yona risponde con che è venuta a chiedergli di unirsi al suo gruppo e "prestarle" il potere.
Ma come reagirà qualcuno che è stato condizionato per tutta la vita a considerare il proprio dono una maledizione, e ad uccidere chi lo cercasse?

I punti cardine del capitolo sono, ovviamente, Seiryuu e Hak-Yona.
Trovo interessante che ad un drago adorato e viziato come Kija ne segua uno praticamente opposto... in effetti è un po' come se l'introduzione di Kija fosse stata pensata per creare un contrasto con la situazione di Seiryuu, che anche se ha avuto (e ha) una vita di merda almeno guadagna in simpatie dei lettori: Kija è adorabile, ma è da questa futura new entry che siamo attirati. Ha una storia troppo più complessa. Per ora mi piace anche come è caratterizzato: da come parla si sente che non è abituato ad interagire con le altre persone, e la confusione mista alla paura dovuti al non sapere del proprio destino li ho trovati molto interessanti da leggere.
Riguardo alla nostra protagonista: mi piace che stia cercando di tagliare il cordone ombelicale con Hak, così come apprezzo che sia consapevole di quanto dipenda da lui. Mi chiedo però come questo influirà sul ragazzo: per lui proteggere Yona è una specie di sacra missione e ha un mezzo attacco di panico ogni volta che non ce l'ha sotto gli occhi... non so, potrebbe vivere la crescente indipendenza della ragazza come un passo indietro nelle sue mansioni. E nel loro rapporto: lei non ci arriva proprio a capire cosa prova Hak per lei.

The Shannara Chronicles

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Quando ero una mezza bimbetta ho letto un bel po' di libri di Terry Brooks. Ovviamente, proprio perchè ero una mezza bimbetta, ora ricordo poco o niente dei dettagli delle varie saghe: sono stati il mio battesimo del fantasy, la prova che questo genere mi piace... anche quando a scriverlo è uno che non sarà mai il mio autore preferito.
Però, anche se ho abbandonato Brooks appena ho scoperto chi fossero i miei autori preferiti, verso le sue opere proverò sempre affetto e quando ho sentito che avrebbero tratto un telefilm da Le Pietre Magiche di Shannara... beh, ho seguito un po' i lavori in corso: ci sono rimasta male quando ho saputo che il canale era MTV e sono rimasta a bocca aperta davanti al primo trailer.
E adesso, finalmente, sono andati in onda i primi due episodi.

La trama, per una volta, non si presenta proprio semplicissima: in un futuro fanta-apocalittico la Terra è abitata da quelle che erano creature della favole, ma la magia è sparita da decenni. Il periodo di pace, però, sta per essere brutalmente interrotto: l'albero sacro Ellcrys sta morendo, e le conseguenze non saranno solo simboliche. L'albero, infatti, è il sigillo che tiene i demoni bloccati nel Divieto e, con la sua morte, essi torneranno liberi.
Spetta quindi al solito gruppetto di disperati salvare il salvabile: il druido Allanon, l'unico che abbia una vaga idea di cosa devono fare nonchè adulto responsabile del gruppo; il mezz'elfo Wil, che ha ereditato dal padre delle pietre magiche; la principessa elfa Amberle, una degli Eletti votati alla protezione dell'Ellcrys; e la giovane nomade Eretria.
Dal punto di vista tecnico i primi due episodi sono più che notevoli: paesaggi, scenografie, trucco ed effetti speciali sono ad un livello che mai mi sarei aspettata da questo canale, e le rovine del nostro mondo sono rese in modo eccelso. I dialoghi riescono ad introdurre lo spettatore all'ambientazione senza avere troppo il sapore di spiegoni, e personalmente ho trovato piacevoli un po' tutti i personaggi per cui i numersi cambi di scena non mi hanno dato fastidio. Ho anche apprezzato come abbiano tenuto conto del fatto che stanno adattando il secondo libro di una serie, e tutti i rimandi a "quello che è successo prima". Sembra che abbiano sfruttato la cosa per creare una mitologia interna alla serie, e questo non è male per niente.
Ma il male, invece?
Il male sono i costumi: molto tamarri e patinati, e troppo poco fantasy per i miei gusti. Soprattutto quelli della festa. Più la colonna sonora: a musiche abbastanza d'atmosfera si abbinano imbarazzanti canzoni pop come se fosse un fan-video, e il motivo credo stia nel target: al di là dei valori di produzione è chiaro che questo è un telefilm per adolescenti e che tutto il materiale d'origine è rivisitato in chiave teen. Attori giovanissimi e bellocci, i vestiti accattivanti, un'atmosfera generale più glamour.
Non essendo una grande fan dei libri la cosa non mi ha dato particolarmente fastidio, anche perchè non vedo per quale motivo gli adolescenti di oggi non debbano avere telefilm di qualità solo perchè sono adolescenti, anche se come adulta significa mandar giù qualche scena di un'ingenuità imbarazzante.

David Bowie

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