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Baby Recensioni: Elogio della Follia - Heartless

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Ci sono libri che, per essere apprezzati a pieno, hanno bisogno del loro contesto: diventano esilaranti, un viaggio nel tempo, la prova che certe cose le facciamo tutti, da sempre e per sempre: avete presente quando ci annoiamo a morte, durante un viaggio quando non si può leggere o ascoltare musica, e ci facciamo un film mentale con cui intrattenerci? Ecco, Elogio della Folliaè questo.
Siamo nell'anno 1509. Erasmo da Rotterdam, considerato il maggiore esponente dell'Umanesimo cristiano, deve affrontare un viaggio che lo porterà dall'Italia all'Inghilterra, che prenderà diversi giorni.
E si annoia.
Per ingannare il tempo immagina di essere la Follia impegnata nella propria difesa, rigirando la logica e ragionando per assurdo, mostrando come in ogni aspetto della vita essere un po' matti serva ad essere felici, come fare gli scemi sia necessario per vivere a pieno e come - di base - non ci si debba prendere sempre sul serio trasformando l'esistenza in una grigia trappola di tedio.
Poi, questo sgangherato ma a modo suo saggio discorso, l'ha spedito all'amico Tommaso Moro, ne hanno riso con gli amici, che alla fine l'hanno convinto a pubblicarlo.
L'equivalente cinquecentesco di una chiacchierata cretina tra menti eccelse, per questo non capisco le cover depresse tristi e cupe: è uno scritto interessante, che fa ragionare e porta al dibattito, ma non è serio. Va contro la sua natura esserlo.
Adesso dettagli più tecnici: si tratta del classico (e saggio filosofico) più accessibile che abbia mai letto. Mai ridondante, mai complicato, la scrittura è scorrevolissima, e pensare a come fosse un grande "Ma fatevela una risata ogni tanto" rivolto ai serissimi sapienti dell'epoca lo rende quasi surreale.
Il voto non altissimo che gli ho dato su goodreads è dovuto esclusivamente fatto che non sono tipo da saggi, ma credo che questo sia ottimo per approcciarsi al genere.


Sto uscendo dal blocco del lettore, ma sento di aver bisogno - ancora per un po' - di letture leggere. Ed ecco quindi l'ennesimo YA letto non con intenti trash ma per rilassarmi e basta: ho puntato su Marissa Meyer, dato che Le Cronache Lunari mi sono piaciute, e ho vinto la scommessa a metà: Heartless, prequel di Alice nel Paese delle Meraviglie più che retelling, vuole raccontare l'origin story della Regina di Cuori. E qui sta uno dei problemi: come origine di una cattiva non sarebbe neanche male, ma è troppo ancorata alla logica e qualche bizzarria qua e là non basta a rendere Wonderland, beh, Wonderland.
E senza quella metà del fascino se ne va.
Altro problema è la storia: Catherine è una nobile che sogna di fare la pasticcera, ma viene corteggiata dal Re di Cuori proprio quando il suo sogno potrebbe realizzarsi, e contemporaneamente si innamora del Matto. Parte onestamente bene, ma verso la metà la trama diventa ripetitiva da morire: non succede niente di nuovo, e non aiuta che il finale sia già conosciuto. Non nego di aver saltato diverse pagine per arrivare al punto in cui sarebbe successo qualcosa.
I personaggi sono il punto di forza: Catherine è una protagonista inusuale per questo genere, con dei sogni che insegue ma che non riesce a realizzare, spinta dalle circostanze senza riuscire ad opporsi. Mi è piaciuto che avesse dei difetti ben delineati da subito, che pur non essendo cattiva fosse possibile vedere la Regina di Cuori dentro di lei. Mi sono piaciuti abbastanza anche i personaggi secondari, tipo lo Stregatto e il Re di Cuori, mentre Jest è il classico love interest perfetto sotto ogni aspetto e per questo noioso - almeno per me.
Ma sono convinta che il libro avrebbe reso di più se fosse stato originale: ha talmente poco di Alice che cambiando nomi e un paio di situazioni sarebbe venuta fuori una cosa alla Pandora Hearts (chiara ispirazione, ma indubbiamente una cosa a sé).
Un libro sufficiente, ma che non raggiunge l'obbiettivo che si era prefissato.


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