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Edizioni da collezione e uva acerba

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Questo post è da leggere con tono molto ironico, un pizzico di amarezza, e in generale quello stato d'animo metà esasperato, metà consapevole auto-presa in giro, di quando ci lamentiamo di cose che sappiamo benissimo non avere importanza.
In altre parole di come possiamo sentirci noi poveracci che abbiamo comprato i libri prima che esistessero instagram, influencer, booktuber e altro, e che ora vediamo fiorire in libreria nuove mirabolanti edizioni mentre noi abbiamo quelle sfigate e nove volte su dieci non possiamo sostituirle perché siamo poveri.
Noi siamo il motivo per cui certe opere vengono ristampate, noi che le abbiamo volute ed amate quando nessuno sapeva cosa fosse il bookporn e col cavolo che gli editori te le spedivano a casa gratis.
Siamo gli eroi silenziosi di cui nessuno parla, quelli che hanno elevato la fama degli autori al prezzo dell'estetica della libreria.

Sì, mi riferisco alle edizioni Oscar Draghi, che mi fanno piangere ogni volta che le vedo, e ora vi spiegherò il perché mostrandovi quello che - invece - ho io.
Che, in tutta onestà, non è necessariamente peggio ma mi piace essere inutilmente melodrammatica.

Iniziamo con il figlio prediletto di Robert E. Howard, Conan il Barbaro.
Nel 2016 la Mondadori ha fatto uscire questa edizione per la collana Oscar Draghi.
Per l'occasione le traduzioni sono state riviste e i racconti sono stati inseriti seguendo l'ordine di pubblicazione.
Io possiedo l'edizione del 2011 della Newton Compton - Conan il Barbaro: una saga immortale - un simpatico mattone in edizione tascabile con sopra immagini del remake cinematografico e un bellissimo bollino che ne sottolinea la convenienza (no, non è un adesivo: è stampato a eterna memoria del prezzo).
Non proprio un adone, e scricchiola quando lo apro, ma offre alcuni vantaggi: i racconti seguono la linea cronologica della vita di Conan, e dentro c'è pure Il Palazzo dei Morti, assente nell'altra raccolta.
È più brutto, ma stando a wikipedia è il libro di Conan più completo presente in Italia.

Sempre in tema vecchie glorie, come non parlare di H.P. Lovecraft e Il ciclo di Cthulhu.
L'edizione da collezione è la seguente.
Ammetto che è un po' pacchiano e sono abbastanza soddisfatta di ciò che ho in casa, ma non ho controllato l'elenco dei racconti o l'eventuale presenza di illustrazioni.
Io sono sempre con la Newton Compton, e se la Oscar Draghi - secondo il mio gusto - qui ha esagerato, la squadra di casa forse è un po' troppo minimal. A colpo d'occhio sembrano libri di giardinaggio tristi.

Devo dire che per quanto riguarda l'horror-gotico la Oscar Draghi tende ad esagerare: anche la copertina dei racconti di Edgar Allan Poe a mio avviso è... too much.
E come per Lovecraft, quello che ho io eccede nell'altro senso: classica edizione triste dei classici Mondadori, quelle nere col quadro vecchio (a volte totalmente a caso: secondo voi guardando questa immagine si capisce che Elogio della Folliaè un libro ironico e divertente?).
Ma ammetto di non avere il coraggio necessario a controllare se i racconti solo gli stessi o nella mia edizione ne manca qualcuno.

Uno dei veri colpi al cuore, invece, è American Gods di Neil Gaiman.
Edizione illustrata, bellissima, e io ho quella sempre della Mondadori, ma Piccola Biblioteca. Quelli col dorso giallo, per capirci.
Niente da dire: la nuova è splendida e io piango.

Per quanto riguarda i grandi classici della fantascienza, la Oscar Draghi ci propone H.G. Wells.
Questo volumone contiene La macchina del tempo, L'isola del dottor Moreau, L'uomo invisibile, La guerra dei mondi, I primi uomini sulla Luna.
A me manca l'ultimo, ma gli altri li ho in versione singola per la casa editrice Mursia.
Soffro, perché questa è veramente una delle copertine della Oscar Draghi che reputo più belle, per quanto apprezzi le edizioni della Mursia.

Una piccola gioia, per me, è stato vedere un'edizione da collezione di Terramare, di Ursula Le Guin. La Le Guin, scomparsa l'anno scorso, è stata una delle più grandi autrici di fantascienza (in effetti era considerata il più grande autore di fantascienza vivente, alla faccia di chi dice che è un genere prettamente maschile), ma in Italia è sempre stata pubblicata in sordina, come se fosse di nicchia e non un'autrice di fama mondiale che poteva usare premi letterari come fermaporte da quanti ne aveva. Quindi esultiamo per questo riconoscimento, anche se postumo!
Io (e qui mi bullo) la Le Guin la conosco da decenni: ho parte dei suoi libri in edizioni raccolte tra le rimanenze di magazzino, una parte versione e-book non proprio legale, e ovviamenteTerramare ce l'ho già, edizione della Nord.
 Che per carità, non è mica brutta, ma la nuova mi piace decisamente di più.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia assolutamente non invidia è stato Guida Galattica per Autostoppisti di Douglas Adams.
Guardate la meraviglia: è pure doubleface, con... un'introduzione? Una novella? Non ho ben capito, ma girandolo c'è qualcosa scritto da Neil Gaiman.
Io ho i cinque libri separati, edizione Piccola Biblioteca Mondadori, presi secoli fa in blocco perché c'era la più che concreta possibilità che andassero fuori catalogo di nuovo.
Non c'è bisogno di aggiungere nulla.

E con questo si chiude questo inutile post, dove assolutamente non rosico perché le edizioni da collezione hanno iniziato a farle adesso.
Ma ditemi di voi: soffrite come me per la ristampa in edizioni da esposizione di libri che avete già? O sono solo io?

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