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La Grotta di Cristallo

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La Grotta di Cristallo, di Mary Stewart.

Questo libro l'ho letto una vita. Me lo consigliò un'amica, e non era facilissimo da reperire: ovviamente fuori catalogo, anche se per fortuna trovabile all'usato (come gli altri della serie).

Chi era Merlino? Il buon mago delle favole dall'occhio gentile e la barba lunga, oppure il chiaroveggente delle antiche leggende bretoni e gallesi, figlio del Diavolo, inquietante e calcolatore, o addirittura un bardo, un pazzo, un saltimbanco che scelse un'esistenza da reietto? Questa è la storia di una vita tra luci e ombre, nell'Inghilterra del V secolo dopo Cristo, il racconto di un bambino senza padre, sovrastato da poteri che non conosce, di una famiglia in cui regna l'intrigo, di una terra difficile da governare. "La grotta di cristallo" costituisce il primo capitolo di una trilogia dedicata a Merlino, che inizia dal caos provocato dalla caduta dell'Impero di Roma fino all'ascesa al trono di Artù. 

Mi è difficile parlare di questo volume senza tenere conto della serie di cui fa parte: uscito nel 1976, questo libro è il primo di una saga che si è rivelata una delle pietre miliari dei retelling arturiani moderni. Sono tantissimi gli autori che, nelle note o nei ringraziamenti, citano Mary Stewart e la sua visione del ciclo arturiano.
E c'è da dire che la Stewart non è neanche partita da un punto facile: lei non racconta di Artù o di Ginevra, no. Lei parte da uno dei personaggi più misteriosi ed enigmatici, quello che c'è sempre ma di cui si sa poco, dai poteri immensi ma quasi mai mostrati del tutto.
L'uomo che ha creato Artù in modo che diventasse colui di cui la Britannia aveva bisogno, ma che nell'ora più buia è assente.
Il mago, l'incantatore, il druido.
Merlino.
In questo libro Merlino è la voce narrante, quando - ormai vecchio - racconta la sua vita, cominciando dall'infanzia: figlio illegittimo di una principessa, che non ha mai detto a nessuno chi fosse suo padre (lasciando campo libero alle voci che lo davano come figlio di un demone o del Diavolo stesso), Merlino è un bambino silenzioso e solitario, che già a sei anni vede il mondo in modo diverso dagli altri ragazzini; in più - in quanto prova innegabile del disonore di sua madre, e con una posizione incerta nella linea di successione - la sua vita si regge su un precario equilibrio.

La Grotta di Cristalloè un libro dalla struttura interessante: se lo si guarda come primo libro di un retelling arturiano, è palesemente un libro introduttivo. Conosciamo il mondo, osserviamo gli eventi politici, capiamo come mai ci sia bisogno di un re come Artù, in che modo tutto quello che stava succedendo abbia favorito l'ascesa al potere di un giovane idealista: prepara il terreno, inserendo quelle storie che fanno parte del "prologo" del mito.
Invece, se lo si guarda come al primo di una serie su Merlino, è un volume fondamentale dove impariamo a conoscere il futuro mago e vediamo da dove viene: è vero, ha dei poteri enormi, ma questi sono a servizio del Dio. È lui a concedergli visioni del futuro, non Merlino a comandarle: diventa presto chiaro che il mistero di Merlino è - in parte - dovuto al fatto che non serve gli uomini ma il destino, un piano più grande che non sempre gli è chiaro ma in cui nutre una fiducia totale.
È molto interessante vedere come, per certi versi, si consideri un semplice tramite di una volontà superiore.
Ma questo, ovviamente, non vuol dire che il nostro eroe sia in balia degli eventi, perchè la magia non è il suo punto di forza: se quella non è sotto il suo controllo, non vuol dire che non possa esserlo tutto il resto. Merlino è uno studioso, un amante della conoscenza, in generale: è prezioso non perchè a volte ha delle visioni, ma perchè durante gli anni si impegna per essere competente in tutto... tranne il combattimento, che è proprio negato. Sa leggere e scrivere, è abile in politica, se cava nel manipolare gli animi, se ne intende di medicina, non è il peggiore degli architetti, è un discreto diplomatico ed è in grado di trascinare le folle.
Tutto questo a diciotto anni o giù di lì.
E non è una Mary Sue: è semplicemente Merlino.
Ora, mi rendo conto che mi sono concentrata sul protagonista, ma questo non vuol dire che non ci siano personaggi secondari: ci sono, sono belli, e la Stewart non cade in quella trappola in cui cadono tanti autori moderni di far parare i personaggi come se fossero fuori dal loro tempo: qui tutti sono perfettamente integrati nella loro ambientazione.
Lo stile della Stewart è molto poetico: non si lancia in complicate scene d'azione, anzi... se c'è un difetto, direi che sta nel grande spazio che si trova tra un evento che veramente ti fa saltare sulla poltrona e l'altro: lei narra, non so come spiegarlo meglio. Non le importa se quello che sta descrivendo è potenzialmente noioso: il nostro personaggio punto di vista è un druido, ergo noi vedremo quello che interessa a lui. Che può anche essere una riflessione sulla pace della natura, per dire.
Comunque, è un libro che a me è sempre piaciuto molto anche se è lento, anche se parte che Merlino ha sei anni e la cosa più eccitante che fa per un bel po'è origliare, anche se finisce con un cliffhanger che ti fa venire voglia di strangolare qualcuno.
Spero davvero che pubblichino anche gli altri della serie.

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