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Lucifer

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Non ho letto il fumetto da cui questo telefilm è tratto, ma se le atmosfere sono come quelle di Sandman ed Hellblazer, posso capire l'urlo di dolore dei lettori.
Da non lettrice posso ammettere candidamente di essermi divertita un sacco nei quaranta minuti del pilot.
In Supernatural Morte definiva Lucifero "a bratty child having a tantrum", e la frase si può applicare anche qui, ma nel suo lato ridicolo: l'angelo caduto, il serpente, il tentatore... si è rotto le scatole, ha mollato gli Inferi e si è trasferito a Los Angeles.
Dove gestisce un night club.
A occhio Dio l'ha presa come un genitore che scopre che il figlio ribelle ha mollato medicina per fare l'artista di strada, ossia spedendo il figlio responsabile di turno (Amenadiel) a fargli cambiare idea - almeno finchè la cosa resta su un piano così idiota da non meritarsi una discesa in campo personale.

Luciferoè la cosa migliore della puntata. È affascinante, irriverente, a metà tra il simpatico e l'insopportabile, non sta zitto un momento e la cosa che mi è piaciuta di più è che non si nasconde affatto: dice candidamente di chiamarsi Lucifero, di essere immortale, di avere poteri... e la reazione di tutti è, più o meno, "Sì, ok, come ti pare".
Per adesso sembra aver messo da parte le caratteristiche più negative che gli sono tradizionalmente associate e pare bizzarramente affezionato agli umani, con sommo sconcerto di chi sa chi è. In effetti ha sconcertato un po' anche me, ma in fin dei conti quale ribellione maggiore ci può essere, per lui, se non essere meno bastardo di quanto dovrebbe? Soprattutto se il ruolo di villain gli è stato imposto dal padre e non è stato una scelta (non sarebbe la prima volta che, in qualche retelling, viene interpretato in questo modo).
Per il resto la puntata procede con un sacco di potenzialità non del tutto espresse e il timore che rimangano tali: non so perchè, ma con la premessa che ho scritto qualcuno ha deciso che il formato migliore per la serie sarebbe stato un poliziesco per cui sì, tutto il bagaglio mistico c'è, ma di base questo è uno di quei telefilm dove ad un poliziotto competente si accompagna un esperto di qualcosa.
Ed ecco quindi entrare in scena Chloe: la povera donna ha la sfortuna di indagare sull'omicidio di una cantante amica di Lucifer, e pertanto prima se lo ritrova sempre tra i piedi - perchè anche lui sta svolgendo la sua personale indagine - e poi direttamente appresso perchè è più produttivo (e divertente) lavorare insieme piuttosto che separati.
Oh, e la fanciulla, per qualche motivo, è immune ai poteri del protagonista e questo lo incuriosisce da morire.

Quindi, alla fine dei conti, la parte poliziesca procede in modo assolutamente tradizionale e con pochi colpi di genio. Non noiosa, ma nemmeno esaltante.
Dall'altro lato abbiamo dei personaggi deliziosi, dei dialoghi brillanti, una colonna sonora strepitosa, e un Tom Ellis perfettamente calato nella parte, assolutamente a suo agio nel reggere da solo o quasi tutto l'episodio (e se continua così potrebbe reggere tutta la serie). Dico quasi perchè anche Lauren German se la cava alla grande.
In sostanza concordo con quanto disse Neil Gaiman del pilot: divertente, potenziale guilty pleasure molto pleasure e poco guilty, e un Tom Ellis fenomenale.


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